Frasi celebri
Citazioni, frasi, frasi di film, proverbi, massime, detti, sentenze, motti, adagi, aforismi, insomma una breve frase che condensa - similmente alle antiche locuzioni latine - un principio specifico o un più generale sapere filosofico o morale.
"Una verità detta in poche parole; epperò detta in modo da stupire più di una menzogna."
(Giovanni Papini, Dizionario dell'Omo Selvatico)
Le più belle, le più spiritose, le più curiose, le più strane, le più vere di tutti i tempi, le trovate quotidianamente qui.
Marco Simoncelli
(Cattolica, 20 gennaio 1987 – Sepang, 23 ottobre 2011) È stato un pilota motociclistico italiano, campione del mondo della classe 250 nel 2008.
Conosciuto fra gli appassionati con il nomignolo di SuperSic.
- Per favore non mi chiedere dei capelli eh? Non so perche li porto cosi. Ma non li taglio: sono più famosi di me.
- Il mio sogno, da quando ancora non camminavo, era uno solo: andare forte sulle moto grosse.
- Si vive di più andando 5 minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera.
- Cè questa leggenda che tutti i piloti, insomma, channo queste gran storie con le ombrelline. Ma io non ho mai… acchiappata una… Perché loro le ombrelline arrivano la mattina quando tu sei teso da matti per la gara, e quindi non è che pensi alla gnocca pensi alla gara… Poi quando è finita la gara che magari è andata anche bene quindi sei gasato che magari chai voglia anche di far festa… le ombrelline sono già andate via, e te rimani lì.
- Per essere forti e essere vincenti, bisogna arrivare a prendere la bandiera a schiaffi.
- I piloti in generale si stan tutti sui coglioni, secondo me. Diciamo l85%.
- La moto gp attrae la gnocca come la piadina attrae lo stracchino!
- Tempo fa sono andato ad allenarmi su una pista da cross. All'ingresso il custode mi riconosce, sorride e inizia a tempestarmi di domande: Ma lei è Simoncelli? Il pilota famoso? Quello che corre in MotoGP?. Rispondo tutto fiero: Già, sono proprio io. E lui: Trenta euro!
- Voglio arrivare al gradino centrale, quello più alto, così sembro più bello e più forte.
- Mi piaceva tutto: calcio, basket, atletica. Però il mio cuore era tutto per i motori. Così, pian piano, ho mollato il resto e mi sono concentrato sulle gare.
- La piada è il mio portafortuna, non può mancare mai: la compro precotta e me la cucino nel camper.
- Adesso se mi sveglio presto tipo queste mattine che cho il fuso orario, ancora mi butto nel lettone dei miei, mi piace da matti.
Luca Zingaretti
(Roma, 11 novembre 1961) è un attore italiano.
Ha raggiunto la notorietà nel 1999 grazie alla serie televisiva Il commissario Montalbano, in cui interpreta il personaggio di Salvo Montalbano.
Aforismi di Luca Zingaretti
- La Sicilia è una terra con una cultura molto forte, molto potente, quindi è materia che per un attore diventa quasi una manna dal cielo.
- Non posso negare che sia forte il richiamo dei paesaggi siciliani. È una regione che ho imparato a conoscere e che amo, ma è stata una coincidenza esplorarla di recente a teatro con la novella di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Lighea, perchè mi ha appassionato questo autentico gioiello. È un racconto magico. E la Sicilia, terra così potente, carnale e spirituale, è capace di evocare sensazioni molto forti. Per un attore è una bella sfida ricreare l'atmosfera del luogo.
- Siamo abituati a pensare al mare d’estate ma la stagione più bella per venire in Sicilia è proprio questa, la primavera, oppure l’autunno, che per me, individuo malinconico, è una stagione di grande fascino. La Sicilia è la culla della nostra cultura, qui viene conservato come in un laboratorio il dna del nostro essere un popolo mediterraneo. Una grande terra che racchiude però tantissime anime: non riesco a immaginare niente di più diverso tra loro fra Palermo, Ragusa, Catania, Taormina, Trapani.
- «Con i capelli ho passato il calvario di tanti: lozioni, massaggi… Ho smesso quando un amico mi ha detto che la cosa peggiore non è la caduta di capelli ma non saperci convivere. Ho cominciato a rasarmi per “Il branco”, poi per “Vite strozzate” e “La Piovra”. Oggi la questione è risolta. E poi la parrucca al cinema si usa tantissimo, e il pubblico in genere non ci fa caso».
- Sono stati tutti molto felici che crollassero le ideologie, ma il problema è che non credere in tanti in una stessa cosa ti slega, ti disunisce.
- La rete ha restituito un po’ di potere alle masse... Mi arriva ogni giorno un’email di change.org; ma insomma così non ha senso, non potete rompermi i coglioni di continuo; per carità, solo battaglie valide, ma sceglierle tutte è come sceglierne nessuna.
- C’è un’élite in questo paese? È capace di argomentare a un cittadino come me perché dovrebbe accogliere i migranti? Il razzismo ha qualcosa di adattivo, la paura dell’altro è innata. Ma nessuno spiega perché non bisogna avere paura, cosa significa accogliere queste persone, e perché è necessario inventarsi un nuovo modo di stare insieme.
- I terroristi hanno capito che questo sistema in cui viviamo noi, ti facilita la vita ma è estremamente vulnerabile. Basta un granello di sabbia in questo ingranaggio... Poi se chi ti dice di non aver paura di prendere il treno gira in elicottero...
Luciano Ligabue
Cantautore italiano, scrittore, regista e sceneggiatore cinematografico. (1960 – vivente)
- Ognuno di noi ha i propri mostri, i propri fantasmi: si possono chiamare ossessioni, paure, condizionamenti, senso di inadeguatezza, aspettative e chissà in quali altri modi ancora. Sappiamo, però, che sono vivi e sono il filtro attraverso cui chiunque matura la propria, personale visione del mondo.
- Ho messo via un bel po' di foto che prenderanno polvere sia su rimorsi che rimpianti che rancori e sui perchè
- Questo Paese non è di chi lo governa, ma di chi ci abita.
- Credo che ci sia sempre da parte mia la tentazione di provare a raccontare, per quanto sia possibile, le emozioni. Quando è difficile farlo con le parole cerco di raccontare dei contesti in cui quell'emozione prova ad uscire da sola.
- Io vivo la canzone come una sorta di colloquio fra me e l'ascoltatore e mi piace pensare che il lavoro che uno fa su sé stesso si rifletta in termini positivi nella società.
- Amo questo Paese e non sopporto il fatto che non ci sia una classe dirigente capace di farlo diventare un Paese moderno, che abbia un futuro, o che semplicemente prometta un futuro. Adesso i politici non sono capaci di promettere un futuro neanche nelle loro campagne elettorali.
- Nelle prime interviste, come qualsiasi rocker che vuole sboroneggiare, dicevo: non mi vedo a cinquant'anni a fare questo, adesso non solo mi ci vedo, ma guardo con attenzione gli Stones. Ci sto ancora bene sul palco a "ballare sul mondo".
- Mi piace pensare che ci sia la varietà necessaria per poter avere da ogni canzone una diversa chiave di lettura.
- A me fa stare bene l'idea che le mie canzoni siano fischiettate un po' da tutti, non mi importa da chi o da quale ceto sociale, e ancora di più se sono suonate voce e chitarra.
Il bambino che non gioca non è un bambino,
ma l'adulto che non gioca ha perso per sempre
il bambino che ha dentro di sé.
Quando si ride ci si lascia andare,
si è nudi, ci si scopre.
Quando uno ride, vedi un po’ la sua anima.
E poi quando si ride ci si muove, ci si scuote,
come un albero, e si lascia per terra
le cose che gli altri possono vedere
e magari cogliere.
Gli avari e coloro che non hanno
niente da offrire, infatti, non ridono.
Quando si scrive delle donne,
bisogna intingere la penna nell'arcobaleno.
Cento volte al giorno ricordo a me stesso
che la mia vita interiore e esteriore
sono basate sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti,
e che io devo fare il massimo sforzo
per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto.