Famiglia, scuola, bambini
Come ama ricordarci il nostro supervisore Luigi, “Le parole sono importanti!”. Filmografia a parte -soprattutto con i bambini che poco interpretano- è importante valutare le parole che si usano ogni volta che apriamo bocca. La potenza di una parola può essere maggiore delle intenzioni, “ferisce più la penna che la spada” per passare dal cinema alla letteratura.
Facendo attenzione si è a metà dell’opera, il resto dipende dall’orecchio celebrale dell'altro. Ma oggi parliamo dei nostri figli.
Un bambino su cento è potenzialmente "psicopatico" e la causa sarebbe strettamente genetica
Un bambino su cento è di per sé "psicopatico", avvertono i ricercatori e aggiungono che -in questi casi- i genitori non possono fare nulla per controllarli. Gli studiosi sostengono che i bambini affetti da questa patologia sono portati a mentire, imbrogliare, manipolare la realtà, commettere atti di crudeltà senza alcun rimorso.
C'è chi, mosso da un senso di solidale benevolenza, allunga la moneta al bambinetto che chiede l'elemosina; c'è invece chi, ritenendo inaccettabile la condizione di quei fanciulli, chiama la polizia per un improbabile riaffidamento ai genitori.
Per promuovere la conoscenza di questa complessa condizione e sensibilizzare l’opinione pubblica, nel 2007 l’Onu ha istituito il 2 aprile come giornata dedicata agli autistici, alle loro famiglie e alla ricerca. L'Autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita. Le aree prevalentemente interessate sono quelle relative all'interazione sociale reciproca, all'abilità di comunicare idee e sentimenti e alla capacità di stabilire relazioni con gli altri (Baird et al., 2003; Berney, 2000; Szatmari, 2003). L'Autismo, pertanto, si configura come una disabilità “permanente” che accompagna il soggetto nel suo ciclo vitale, anche se le caratteristiche del deficit sociale assumono un'espressività variabile nel tempo.
Ma cos’è la discriminazione?
La discriminazione è il trattamento non paritario attuato nei confronti di un individuo o di un gruppo di individui in virtù della loro appartenenza ad una particolare categoria.
Alcuni esempi di discriminazione possono essere l’omofobia, il razzismo e il sessismo. Ma da dove nasce? Qual’è il processo che porta a questo? La discriminazione è il fine di un processo di intenzioni e pensieri che parte direttamente dallo stereotipo e che passa poi per il pregiudizio quando il primo risulta essere negativo e troppo forte.
Ne ha parlato Luigi in questo articolo ora affrontiamo il come educare e ridurre il pregiudizio per non arrivare alle discriminazioni.
La dislessia, patologia che si manifesta con varie difficoltà nel consolidare i meccanismi di scrittura e lettura delle lingue, nella matematica, nella musica, potrebbe derivare dalla scarsa connettività tra le aree del cervello. La dislessia interessa il 10% della popolazione mondiale.
Artevelde College, un nome che probabilmente (anzi, sicuramente) non dirà nulla a chi legge questo pezzo. Se non in relazione ad una scelta che questo istituto di studi belga ha adottato su uno dei dispositivi hi-tech più in voga del momento: lo smartwatch. Vietato ogni genere di orologio durante gli esami in classe, per timore che in essi possa nascondersi l’insidia di farsi inviare email o messaggi contenenti risposte o suggerimenti. Lo riporta il giornale Der Standaard.
La combinazione di stress psicologico materno durante la gravidanza e dell'esposizione all'inquinamento atmosferico ha un impatto avverso sullo sviluppo del comportamento dei bambini. Sono questi i risultati di uno studio condotto dal Columbia Center for Children's Environmental Health e dalla Mailman School of Public Health. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Pediatrics.
Oltre un insegnante su due crede che un bambino epilettico abbia problemi di apprendimento. Al via campagna educativa.
Anche i nostri bambini possono soffrire d'ansia! Diversi disturbi d'ansia si possono presentare in età infantile anche se più frequentemente nell'adolescenza. Accanto a manifestazioni sintomatologiche sovrapponibili a quelle che si manifestano in età adulta, ci possono essere anche sintomi del tutto peculiari e tipici di queste età. Il riconoscimento precoce di un problema d'ansia e una corretta presa in carico del problema può ridurre il rischio che si sviluppino problemi più gravi in seguito.