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Miti, Favole e Fiabe

Miti, Favole e Fiabe

Il mito costituisce un'antichissima forma di narrazione orale, precedente all'invenzione della scrittura, nata presso i popoli primitivi per spiegare, attraverso le imprese di eroi e dei, le origini dell'universo e dell'uomo e i fenomeni naturali. Gli eventi straordinari e meravigliosi rivelavano messaggi religiosi, ma sono anche profondamente legati all'esigenza di spiegare l'animo umano.

La favola è una narrazione breve, di origine orale e popolare, i cui protagonisti sono animali che agiscono, pensano e parlano come gli umani. Essi rappresentano, infatti, vizi e virtù dell'umanità. Iniziatore del genere favolistico fu il greco Esopo, seguito poi dal latino Fedro.
Le loro opere sono state poi riprese dal francese La Fontaine. Il genere si è diffuso soprattutto come letteratura per bambini. L'intento narrativo è comunicare un insegnamento ed educare. La morale fornisce spesso norme di comportamento. Il messaggio della favola è sostanzialmente pessimistico sull'umanità, e spesso nella favola si ha la vittoria del più forte sul debole.

Le fiabe risalgono ai tempi degli uomini antichi dove -durante i riti di iniziazione, cioè del passaggio dall'età adolescenziale all'età adulta- gli anziani raccontavano storie fantastiche. Le fiabe sono caratterizzate dal lieto fine, la cui funzione educativa era quella di fornire speranza per superare le difficoltà della vita.
I personaggi sono statici, cioè non si evolvono durante il corso della vicenda, e compiono imprese straordinarie grazie alla presenza di esseri soprannaturali. Le fiabe sono state tramandate oralmente e i testi che oggi possediamo sono soprattutto trascrizioni ottocentesche.

La novella è una narrazione breve e semplice (di modesto respiro), i cui personaggi si possono facilmente ritrovare nella vita quotidiana. Essa nasce, non si sa con precisione dove e quando, nel contesto della letteratura orale. Secondo la teoria orientalista sarebbe sorta in Oriente per poi diffondersi in Occidente verso il XII secolo.

La parabola è un racconto breve il cui scopo è spiegare un concetto difficile con uno più semplice o dare un insegnamento morale. Come anche il termine parola, etimologicamente deriva dal latino parabola (confronto, similitudine), che a sua volta proveniva dal greco parabolé (confronto, allegoria).

In questa rubrica esploreremo questo mondo incantato.

due lupi naso a naso

Si narra che nella foresta di Akima, vivesse un branco di lupi guidato da una giovane femmina. Il suo nome era Redrose. Aveva il manto bianco ed occhi di fuoco. Per cercare cibo, erano costretti a spostarsi, poiché con la crescita della città, la vegetazione era diminuita e di prede ne erano rimaste poche. Redrose era buon capobranco e tutti, anche i lupi più anziani ubbidivano ai suoi comandi.

La leggenda dei due lupi

Una sera un anziano capo Cherokee raccontò al nipote la battaglia che avviene dentro di noi.

Gli disse:
Figlio mio la battaglia è fra due lupi che vivono dentro noi. 
Uno è infelicità, paura, preoccupazione, gelosia, dispiacere, autocommiserazione, rancore, senso di inferiorità. 
L'altro è felicità, amore, speranza, serenità, gentilezza, generosità, verità, compassione.

... Il piccolo ci pensò su un minuto poi chiese:
"Quale lupo vince?"

L'anziano Cherokee rispose semplicemente:
"Quello a cui dai da mangiare"

Foto della stella cometa il cielo è blu scurissimo con mille stelle e lei bellissima con la sua coda sembrano capelli argentei fluttuanti

Apparve in cielo la notte di Natale. Per notti intere la sua luce guidò i Re Magi verso la capanna di Betlemme. Quando il suo compito fu portato a termine, un angelo le chiese se voleva tornare in cielo o restare sulla Terra. Lei vagò a lungo, finchè giunse sulle meravigliose vette delle Alpi, di cui s'innamorò all'istante. Si poggiò su una roccia, e decise di rimanere in quel paradiso, circondata dal silenzio e dal candore della neve. Per sempre.

due angeli ai lati di Maria che tiene gesù un mano, i magi baciano i piedi del bambinelloAdorazione dei Magi - affresco (200x185 cm) di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova.

Ci sono varie ipotesi circa la vera natura del fenomeno astronomico descritto nel Vangelo di San Matteo; parliamo della cometa, quella stella luminosissima apparsa ad Oriente che avrebbe guidato i Re Magi fino alla capanna di Betlemme. Ognuna di queste teorie è legata a una diversa teoria sulla reale data di nascita di Gesù.

"I Love to Laugh", also called "We Love to Laugh", is a song from Walt Disney's film Mary Poppins. It was composed by Richard M. Sherman and Robert B. Sherman. The song is sung in the film by "Uncle Albert" (Ed Wynn), and "Bert" (Dick Van Dyke) as they levitate uncontrollably toward the ceiling, eventually joined by Mary Poppins (Julie Andrews) herself. The premise of the scene, that laughter and happiness cause Uncle Albert (and like-minded visitors) to float into the air, can be seen as a metaphor for the way laughter can "lighten" a mood. (Compare Peter Pan's flight power, which is also powered by happy thoughts.) Conversely, thinking of something sad literally brings Albert and his visitors "down to earth" again. The song states a case strongly in favor of laughter, even if Mary Poppins appears to disapprove of Uncle Albert's behavior, especially since it not only complicates the task of getting Albert down, but the infectious mood sends Bert and the Banks children into the air as well.

The scene is based on the chapter "Laughing Gas" in the book Mary Poppins by P.L. Travers. In the book, Mary's Uncle Albert, also called Mr. Wigg, is said to float because of an excess of "laughing gas", although it is clear that the term is not used in the chemical sense.

This musical number also appears in the Sing Along Songs series of Disney videos. Neither this song or Uncle Albert are featured in the stage musical version.

Ecco il testo: 

Il bugiardo
deve avere buona memoria

Nel paese della bugia,
la verità è una malattia

Mentire con garbo è un'arte,
dire la verità è agire secondo natura

Non si dicono mai tante bugie
quante se ne dicono prima
delle elezioni,
durante una guerra
e dopo la caccia

Una donna sincera
è quella che non dice bugie
inutili

Chi t'accarezza più dell'usato,
o t'inganna,
o ti ha già ingannato

Ogni uomo mente,
ma dategli una maschera
e sarà sincero

Un po' di sincerità è pericolosa,
ma molta è assolutamente fatale

L'amore
ha diritto di essere
disonesto e bugiardo;
Se è sincero

Quello che ho detto
ho detto;
E qui lo nego!

Quale vantaggio hanno i bugiardi?
Che quando dicono la verità non sono creduti

Non vi è nulla di nascosto
che non debba essere rivelato;
Ne cosa segreta che non venga alla luce

All'avvocato
bisogna contare le cose chiare;
a lui poi tocca
di imbrogliarle

Le guerre cominciano
perché i diplomatici
raccontano bugie ai giornalisti
e poi credono
a quello che leggono

Il signor puzzola (il simpatico animaletto), esaltatissimo ed eccitatissimo, si appresta ad andare ad un appuntamento con una signorina puzzola la quale rappresenta il sogno della sua vita.
Dopo essersi agghindato al massimo delle sue possibilità, prende la macchina e cantando un allegro motivetto, finalmente giunge davanti alla tana del suo amore.
Scende, suona il campanello e dopo qualche secondo apre la porta la signorina puzzola. Dopo essersi ripreso dalla visione celestiale, il signor puzzola esordisce dicendo:
"Che dolce profumo che hai stasera, cara..."

Non è una pantera ma un maxigatto

Certaldo (Firenze), 28 settembre 2012 - La pantera avvistata sei giorni fa da quattro cacciatori a Sciano, a ridosso della strada che dalla Madonnina porta alla chiesa, in realtà è il gatto della signora Maria Teresa.

George era nato negli Stati Uniti da genitori italiani colà emigrati da un paesino poco lontano dal Lago Maggiore. A vent’anni (tre anni fa) aveva deciso di ritornare in Italia e rivedere il paese dei propri genitori i quali furono ben felici di assecondarlo.

Una volta una donna andò a confessarsi da san Filippo Neri, accusandosi di aver sparlato di alcune persone.

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