Detti latini
Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?
Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.
Tito Livio
(59 avanti Cristo - 17 dopo Cristo)
Tito Livio, il cui cognome è sconosciuto, è stato uno storico romano, autore di un'opera monumentale sulla storia di Roma, gli Ab Urbe Condita libri CXLII, dalla sua fondazione fino alla morte di Druso, figliastro di Augusto nel 9 avanti Cristo.
Versione latino
Ab urbe condita
oppure
Anno Urbis conditæ
oppure anche solo
Anno Urbis
Analisi del testo
Da quando la Città è stata fondata
L'espressione latina nelle sue versioni e in sigla AUC, AVC, a.U.c. oppure AU, si riferisce ad un sistema di calcolo degli anni che prese piede tra i Romani a partire dalla fine del periodo repubblicano: gli anni venivano computati a partire dal 753 avati Cristo, la presunta data che l'erudito Marco Terenzio Varrone aveva stabilito ai tempi di Giulio Cesare per la fondazione di Roma, l'Urbe, "la Città" per eccellenza. Questo computo era più diffuso in ambienti dotti che nella realtà popolare, dove, per misurare gli anni, era preferito l'uso di eponimi con il nome dei due consoli in carica (e questo uso rimontava agli inizi dell'età repubblicana).
La cosiddetta "data varroniana" era stata ricavata fissando al 509 avanti Cristo il primo anno della Repubblica e attribuendo 35 anni di regno a ciascuno dei sette re di Roma.
La storiografia moderna nega la fondazione della città come atto volontario, privilegiando invece l'ipotesi della progressiva riunione di villaggi pre-urbani sparsi, con un fenomeno di sinecismo urbano ricordato nei miti sulla fondazione stessa e nelle vicende dell'età regia.
Ab Urbe condita è anche un titolo di storiografia romana, opera di Tito Livio.
Publilio Siro
Scrittore e drammaturgo romano
(78 avanti Cristo - 31 avanti Cristo)
Versione latino
Pudor si quem non flectit, non frangit timor
Analsi del testo
Se uno non è piegato dal pudore, non è spezzato dalla paura
Questo detto fa capire che la paura, sul palcoscenico o comunque di fronte ad un pubblico, nasce dal pudore.
Gaio Giulio Fedro
Gaio Giulio Fedro è stato uno scrittore romano, autore di celebri favole, attivo nel I secolo. Fedro rappresenta una voce isolata della letteratura: riveste un ruolo poetico subalterno in quanto la favola non era considerata un genere letterario "alto" anche se possedeva un carattere pedagogico e un fine morale.
(20-15 avanti Cristo - 51 dopo Cristo)
Versione latino
Vulgare amici nomen, sed rara est fides
Analsi del testo
Frequente la classificazione di amico, ma la fedeltà è rara
Questo detto latino ci fa capire che il problema, come al solito, nasce nella notte dei tempi. Oggi, come al solito, qualcuno approfitta delle debolezze umane.
Nel contesto dei social media, il termine "amico" è usato per descrivere i contatti piuttosto che i rapporti. Abbiamo la capacità di inviare un messaggio ai nostri "amici", ma non è la stessa cosa che avere un vero "rapporto" con quella persona.
Inoltre ci preoccupiamo troppo di avere amici mentre dovremmo concentrarci sull’essere un amico.
Proverbi e Detti Latini
Questa è una locuzione latina che si perde nella notte dei tempi, tanto che non ha un autore.
Versione Latino
Naturàliter
Analisi del testo
Naturalmente
Intrinsecamente, per propria natura: dimentica così di votare… per un partito che naturaliter non ama (Leonardo Sciascia).
Gaio Sallustio Crispo (Sallustio)
(86 avanti Cristo - 35 avanti Cristo)
Gaio Sallustio Crispo, più semplicemente noto come Sallustio, è stato uno storico, politico e senatore romano del periodo repubblicano.
Versione Latino
Salutare plebem et conviviis gratiam quaerere
Analisi del testo
Salutare quanta più gente possibile e offrir banchetti per accaparrarsi il favore del popolo
( Bellum Iugurthinum, Cap IV, 8)
Forse dall’epoca degli antichi romani poco o niente è cambiato in quanto per avere il consenso popolare i candidati usavano e usano ancora oggi le cene elettorali.