Lo ha scoperto una ricerca fatta nell'Università Cattolica di Lovanio, una delle più antiche università cattoliche del Belgio pubblicata sulla rivista americana «Science».
Per giungere alle loro conclusioni, i ricercatori hanno studiato 45 studenti di età compresa tra 19 e 32 anni, di cui 23 gravemente dislessici. Con la risonanza magnetica hanno ottenuto immagini 3D del loro cervello mentre ascoltavano diverse serie di suoni.
Ciascuno dei partecipanti, di lingua olandese e tutti i destrimani, ascoltavano una serie di suoni diversi, come ad esempio "ba-ba-ba-ba" e "da-da-da-da". I ricercatori hanno scoperto che le risposte del gruppo di dislessici e l'intensità delle loro risposte neuronali erano simili a quelle del gruppo di controllo. Dunque questi soggetti riconoscevano i fonemi, ma erano circa il 50% più lenti degli altri a rispondere.
Quando tutte le loro attività cerebrali sono state analizzate, i ricercatori hanno trovato che i dislessici avevano meno capacità di coordinamento tra tredici regioni del cervello inerenti ai suoni. Ora, gli studiosi stanno lavorando per mettere a punto un nuovo trattamento che ripristina una normale connettività tra le regioni del cervello.
In Italia la percentuale dei bambini dislessici varia dal 3 al 5 percento. In una classe di 25 bambini è probabile che si manifesti il disturbo su 1 o 2 individui. Nei paesi di lingua anglosassone la percentuale dei bambini dislessici è del 17%. Sembra comunque che il disturbo sia più frequente nei maschi che nelle femmine.
Ecco come vede un testo il dislessico
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