Detti latini
Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?
Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.
Seneca
(Oedipus, v. 686)
Aditum nocendi perfido praesta fides
La fiducia degli altri offre al malvagio l'occasione di nuocere
(Le persone che si fidano degli altri sono le più esposte agli inganni dei disonesti)
Seneca
(De providentia, 2,1)
Adversarum impetus rerum, viri fortis non vertit animum
L'impeto delle avversità non cambia l'animo dell'uomo forte
(L'uomo saggio non si lascia sopraffare dai momenti di difficoltà.)
Publilio Siro
(Sententiae, A 15)
Amans qui cupiat scit, quid sapiat non videt
Chi ama sa quello che desidera, ma non vede ciò che è saggio
(contrapposizione tra passione e razionalità, tra amore e saggezza)
Cicerone
(De senectute, 65)
Ut enim non omne vinum, sic non omnis natura vetustate coacescit
Come ogni vino, così ogni uomo non inacidisce con l'avvento dell'anzianità
Seneca
(De beneficiis, 1,1,1)
Nec mirum est, inter plurima maximaque vitia, nullum esse frequentius quam ingrati animi
Non dobbiamo meravigliarci se, fra i molti e più grandi vizi umani, il più frequente è quello dell'ingratitudine