Detti latini
Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?
Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.
Nuovo Testamento
((Vangelo di Matteo, 21, 22 - di Luca, 20, 25 - di Marco, 12, 17)
Reddite ergo quae sunt Caesaris Caesari et quae sunt Dei Deo
Date dunque a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio
(Detto molto famoso e molto citato sia per esprimere l'onestà moralee intellettuale, sia per affermare la separazione tra Stato e Chiesa)
Properzio
(Elegie 2, 22, 41)
Melius duo defendunt retinacula navim
Due ormeggi difendono meglio la nave
(E' un invito alla previdenza per cui sarebbe bene tenere sempre pronta una soluzione di riserva)
Virgilio
(Eneide, 4, 174)
Fama, malum qua non aliud velocius ullum
La fama, un male di cui nessun altro è più veloce
(La fama [diffusione di una notizia o diceria] era già per gli antichi una personificazione della velocità)
Tertulliano
(De carne Christi, 6)
De calcaria in carbonariam pervenire
Finire dalla fornace per la calce in quella per il carbone
(L'espressione si riferisce a coloro che, cercando di fuggire un pericolo o una difficoltà, si ritrovano in situazioni peggiori; è come dire: finire dalla padella nella brace)
Seneca
(Epistulae morales ad Lucilium, 108, 11)
Is minimo eget mortalis qui minimum cupit
Ha bisogni minori l'uomo che ha minori desideri
(L'espressione si riferisce a coloro che si sanno accontentare ed è equivalente al detto: chi si accontenta gode)