Detti latini
Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?
Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.
Seneca
(De beneficiis, 2, 5, 4)
Tarde velle nolentis est
Il volere con lentezza è tipico di chi non vuole
(Chi, non avendo il coraggio di opporsi apertamente ad una scelta, si limita a ritardarla)
Tibullo
(Elegie, 3, 6, 34)
Difficile est tristi fingere mente iocum
Chi è triste difficilmente lo può dissimulare
(Motto che indica la difficoltà di nascondere i propri sentimenti)
Fedro
(Fabulae, 1, 5, 1)
Numquam est fidelis cum potente societas
L'alleanza con un potente non è mai degna di fede
(Con la favola "Leonina societas", Fedro mette in guardia di contrarre alleanze con i più potenti perché risulteranno svantaggiose)
Publilio Siro
(Sententiae, E 16)
Excelsis multo facilius casus nocet
A chi sta molto in alto è assai più facile che la caduta provochi danni
(La massima invita a non esaltarsi troppo nei momenti fortunati)
Cicerone
(Epistulae ad Brutum, 34, 120)
Nescire...quid ante quam natus sis acciderit, id est semper esse puerum
Ignorare ciò che è accaduto prima che tu sia nato è come rimanere fanciullo
(Cicerone ha grande venerazione per la storia ed invita ad approfondire questa disciplina)