Detti latini
Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?
Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.
Publilio Siro
(Sententiae, A 32)
Ad paenitendum properat, cito qui iudicat
Presto si pente chi giudica in fretta
(E' un ammonimento a non dare giudizi affrettati per non doversene poi pentire)
Catone
(Disticha Catonis, 1, 3, 1)
Virtutem primam esse puto compescere linguam
La prima delle virtù è tenere a freno la lingua
(Questa è una espressione cara ai latini, secondo cui il parlare poco era indice di educazione e saggezza)
Motto latino - anonimo
(Appendix sententiarum, 46 R2)
Pecuniae imperare haud servire addecet
Al denaro bisogna comandare, non esserne servi
(Il detto riprende il motivo del denaro come mezzo e non come fine)
Cicerone
(Epistulae ad familiares, 1, 9)
Quales in republica principes essent, tales reliquos solere esse cives
Quali sono i capi nello stato, tali sono gli altri cittadini
(Il detto vuole significare che i cittadini sono come i loro governanti e quindi esorta i capi di stato ad essere per loro di buon esempio)
Seneca
(De clementia, 2, 2, 1)
A capite bona valetude
Dal capo viene la buona salute
(Il buon esempio dovrebbe venire dalle persone che occupano incarichi di governo o di comando)