Detti latini
Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?
Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.
Ovidio
(Epistulae ex Ponto, 1, 4, 21)
Otia corpus alunt, animus quoqe pascitur illis
Il riposo nutre il corpo e anche l'anima ne è rinfrancata
(L'espressione sottolinea l'importanza del riposo e continua affermando che il troppo lavoro nuoce alla salute)
Plauto
(Mercator, v. 329)
Humanum est amare, humanum autem ignoscere est
E' umano amare, ma è altrettanto umano perdonare
(L'espressione esorta al perdono come massima manifestazione dell'amore)
Marziale
(Epigrammi, 10, 47, 12)
Quod sis, esse velis nihilque malis
Devi voler essere quello che sei e nulla di più
(Invito alla conoscenza di se stessi per una piena realizzazione della propria personalità)
Varrone
(Satire menippee, 218 B)
Nescis quid vesper serus vehat
Non sai che cosa porti la sera inoltrata
(Bella immagine poetica che riprende il motivo dell'incertezza del futuro e della condizione umana)
Ovidio
(Metamorfosi, 3, 466)
Inopem me copia fecit
L'abbondanza mi ha reso povero
(E' il motivo della ricchezza come fonte di infelicità e preoccupazioni)