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Detti latini

Detti latini

Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?

Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.

Proverbio

Fallere qui satagit fallitur arte sua

Chi si affanna a ingannare si inganna con i suoi stessi artifici

(Motto che invita a non ingannare gli altri perché prima o poi si finisce di rimanere vittima delle proprie bugie)

Ovidio

(Ars amatoria, 2, 181)

Nec vincere possis flumina, si contra, quam rapit unda, nates

Non puoi vincere i fiumi se nuoti contro l'impeto dell'onda

(La frase vuol significare che le persone che tentano di risolvere le difficoltà prendendole dal lato sbagliato ne creano delle nuove)

Cicerone

(De divinatione, 2, 30)

Quod est ante pedes nemo spectat, caeli scrutantur plagas

Nessuno bada a ciò che ha tra i piedi: scrutano le immensità del cielo

(L'espressione, attribuita da Cicerone a Democrito, ridicolizza i filosofi nella loro attività di scrutare il cielo e di non accorgersi di quello che accade ai loro piedi. Il detto si adatta a quelli che sono distratti o immersi nei propri pensieri)

Orazio

(Odi, 1, 11, 8)

Carpe diem quam minimum credula postero

Approfitta dell'oggi e non fare alcun assegnamento sul domani

(Frase celebre con la quale Orazio è consapevole che il tempo scorre via per cui è importante vivere appieno la quotidianità)

Citazione latina

Quod non fecerunt barbari, Barberini fecerunt

Ciò che non fecero i barbari lo fecero i Barberini

(La frase fu coniata dal protonotaio Carlo Castelli in riferimento agli scempi compiuti dalla politica edilizia di papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini. Il detto è oggi molto diffuso per stigmatizzare prepotenze e vandalismi)

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