Detti latini
Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?
Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.
Orazio
(Satire, 1,3,68)
Nam vitiis nemo sine nascitur
Nessuno nasce senza vizi
(Invito implicito ad essere comprensivi verso gli altri perché tutti chi più chi meno abbiamo dei difetti)
Cicerone
(Orator, 43, 147)
Vertat artem pudere proloqui quam factites
Non bisogna vergognarsi di parlare del mestiere che si fa
(Non c'è motivo di vergognarsi del mestiere che si esercita, se fatto onestamente, perché anche il più umile ha la sua importanza nel contesto sociale)
Properzio
(Elegie II, 1, 57-8)
Omnis humanos sanat medicina dolores: solus amor morbi non habet artificem
La medicina è rimedio a tutti gli umani dolori, solo l'amore è un male che non vuole altra cura
(Con la medicina si riescono a debellare tutti i dolori fisici, ma per il mal d'amore non esiste rimedio)
Orazio
(Satire, 1, 9, 59-60)
Nil sine magno vita labore dedit mortalibus
La vita non offre nulla ai mortali senza grandi fatiche
(L'espressione riprende un tema molto diffuso nel mondo latino, cioè che senza fatica non si ottiene nulla)
Tito Livio
(59 avanti Cristo - 17 dopo Cristo)
Tito Livio, il cui cognome è sconosciuto, è stato uno storico romano, autore di un'opera monumentale sulla storia di Roma, gli Ab Urbe Condita libri CXLII, dalla sua fondazione fino alla morte di Druso, figliastro di Augusto nel 9 avanti Cristo.
Versione latino
Hic manebimus optime
Analisi del testo
Qui resteremo benissimo
Motto con cui i senatori romani decisero di ricostruire sulle macerie la città distrutta dai Galli, invece di spostare a Veio. Questa è una frase molto famosa per indicare la ferma volontà di restare in un posto