Sedizióso
Sostantivo e Aggettivo
Etimologia
Il termine sedizióso deriva dal latino seditionis = "sedizione".
Significato
- Sedizióso è sinonimo di fomentare o promuovere un'aperta rivolta contro i poteri costituiti.
- Sedizióso per traslazione, è chi organizza, suscita, fomenta, prepara una sedizione o vi partecipa: cittadini, elementi sediziosi. Oppure ciò che costituisce sedizione: adunata sediziosa; moti sediziosi. Oppure ciò che spinge alla sedizione: discorsi, manifesti sediziosi; grida, notizie sediziose.
- Sedizióso, anche come sostantivo: un gruppo di sediziosi; i poliziotti hanno circondato i sediziosi; una giovine la quale aveva potuto promettersi a un poco di buono, a un sedizioso, a uno scampaforca in somma, qualche magagna, qualche pecca nascosta la doveva avere (Manzoni).
- Nel linguaggio giuridico manifestazione sediziosa è ogni atto di ribellione, ostilità, eccitamento a sovvertire le istituzioni che sia in concreto idoneo a produrre un evento pericoloso per l’ordine pubblico; si distingue dalla radunata sediziosa perché questa implica la presenza di almeno dieci persone.
Warm up
Inglese - pronuncia: uòom àp
Etimologia
La locuzione Warm up è composta da warm che proviene dal proto germanico warmaz = "riscarlante" + up che proviene dal proto germanico upp = "portare su".
Significato
- Il Warm up è una pratica che viene eseguita prima della prestazione fisica-sportiva per preparare il corpo ad affrontare il vero e proprio allenamento riducendo il rischio di infortuni e predisporre ad una migliore performance fisica. Più correttamente in italiano Riscaldamento.
Anche se non fa strettamente parte dell'allenamento fisico, il riscaldamento è una componente molto importante della pratica sportiva perché funge anche come preparazione, oltre che fisica, anche mentale. - La locuzione Warm up viene usata, come termine tecnico, nelle gare automobilistiche e motociclistiche per riscaldare ruote e motori con un giro di pista prima della gara vera e propria.
Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh'esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l'aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.
Ah perché non son io cò miei pastori?
* Suggerito da Elena martire
Che succede di te, della tua vita,
mio solo amico, mia pallida sposa?
La tua bellezza si fa dolorosa,
e piu' non assomigli a Carmencita.
Dici 'E' l'autunno, la stagione in vista
si' ridente, che fa male al mio cuore'
Dici -e ad un noto incanto mi conquista
la tua voce-: 'Non vedi li' in giardino
quell'albero che tutto ancor non muore,
dove ogni foglia che resta e' un rubino?
Per una donna, amico mio, che schianto
l'autunno! Ad ogni suo ritorno sai
che sempre, fino da bambina, ho pianto'.
Altro non dici a chi ti vive accanto,
a chi vive di te, del tuo dolore
che gli ascondi; e si chiede se piu' mai,
anima, e dove e a che, rifiorirai.
* Suggerito da Antonio Guarraci
Fedro
(Favole, Libro I, 12,1).
Versione Latino
Inveniri testis haec narratio est:
Saepe, laudatis utiliora quae contempseris
Ad fontem cervus, cum bibisset, restitit, et in liquore vidit effigiem suam. Ibi dum ramosa mirans laudat cornua crurumque nimiam tenuitatem vituperat, venantum subito vocibus conterritus, per campum fugere coepit, et cursu levi canes elusit. Silva tum excepit ferum; in qua retentis impeditus cornibus lacerari coepit morsibus saevis canum. Tum moriens edidisse vocem hanc dicitur: 'O me infelicem, qui nunc demum intellego, utilia mihi quam fuerint quae despexeram, et, quae laudaram, quantum luctus habuerint'.
Analisi del testo
Questa narrazione è testimone che:
Spesso, le cose che hai disprezzato si scoprono più utili di quelle lodate
Un cervo, avendo bevuto, si fermò presso la fonte e vide nell?acqua la sua immagine. Qui mentre ammirandole lodava le corna ramose e disprezzava la troppa magrezza delle zampe, atterrito improvvisamente dalle voci dei cacciatori, cominciò a fuggire per la campagna e con la corsa leggera eluse i cani. La selva poi lo accolse selvaggio; ma in questa, bloccato dalle corna trattenute cominciò ad essere sbranato dai crudeli morsi dei cani. Allora si dice che morendo abbia espresso questa frase: ?O me infelice, che ora finalmente capisco, quanto mi siano state utili le cose che avevo disprezzato, e, quelle che avevo lodato, quanto (di )lutto abbiano recato.
Il capriolo (Capreolus capreolus, Linnaeus 1758) è un ungulato che vive in Europa e Asia. Ha palchi corti, in genere con 3 punte per lato nei soggetti adulti. Il corpo è di un colore tra il rosso ed il marrone, il muso verso il grigio; è molto veloce e grazioso e vive su altipiani e montagne.
Faunista
Sostantivo maschile e femminile
Etimologia
Il termine faunista è un neologismo del XIX secolo e deriva da "Fauna" = complesso degli animali - dal latino Fàunus antico Dio mitologico protettore degli armenti e delle greggi rappresentato con piedi di capra, cornuto a guisa di satiro.
Significato
Il faunista è una persone (laureati in scienze biologiche, scienze naturali, scienze forestali, scienze ambientali, scienze e tecnologie agrozootecniche, scienze zootecniche e tecnologie animali) incaricate di effettuare uno studio della fauna oppure di un singolo individuo di un determinato territorio.
Come trovare il leader giusto? Il problema se lo pone anche Aristofane nella sua commedia I Cavalieri (424 a.C.). Se lo pone alla maniera sua, da quel genio della comicità che era. La situazione è questa: Atene è nelle grinfie di un demagogo corrotto e ignorante. Egli tiene in ostaggio il Popolo -Demos- che Aristofane rappresenta come un vecchio rimbambito, bisbetico e credulone. Il personaggio del demagogo è costruito sulla figura di Cleone, che governò Atene per alcuni anni dopo la morte di Pericle nel 430 a.C. Cleone non era probabilmente così rozzo come lo rappresenta Aristofane. Ma al poeta piaceva dipingerlo così e -tramite l’invenzione comica- trasmetterci il suo apologo sulla democrazia.
Opìmo
Il termine Opìmo deriva dal latino opìmus derivato da ops = "ricchezza".
Significato
- Il termine Opìmo indica qualcosa pingue, grasso; i romani offrivano agli dèi in sacrificio vittime opime. (Caro) D’opima carne e di vin vecchio empiendosi.
- Per estensione Opìmo indica anche qualcosa di abbondante di frutti, fertile; campi, terra opima; fattoria opima di animali; (V. Monti) nell’opima di greggi odrisia terra.
Aggettivo
- Opìme, nell’antica Roma, sone le spoglie del comandante nemico ucciso, riportate trionfalmente dal comandante di un esercito romano; spoglie opime.
- Per estensione è Opimo un trofeo, un bottino glorioso, un bottino di guerra.
Sinonimi
- Grasso, pingue.
- Fertile, fecondo, ricco, produttivo, ubertoso, ferace.
- Copioso, ricco, abbondante, lauto, cospicuo.
Contrari
- Sterile, improduttivo, arido.
- Povero, esiguo, scarso.
Locuzioni comuni latino
Ventis verba
Parole al vento
(Parole inascoltate, parole inutili)
Uomo (per Sconsolata)
Uomo, lo so che il momento è delicato
ma io ringrazio il padreterno per il dì che ti ha creato
che se tu su questa terra ora non ci stavi,
me lo dice qualcuno per che fare io campavo?
Uomo, tu mi piaci
mi piaci veramente
mi piace la tua voce, il tuo corpo, la tua mente
mi piace il profumo di tabacco e caffè
mi piacciono i baffi, la cintura, il gilè
mi piace il tramviere che mi porta a casa mia
mi piace l'operaio che aggiusta la via
mi piacciono lo sportivo, il cantante, l'attore,
mi piacciono Bassolino, Rutelli, il mio dottore
mi piacciono tutti, non m'importa che fanno
mi basta che sia un uomo, non un quacquaracquà
che ha una legge, che è quella del cuore
che dentro è modesto e fuori è signore
che sa parlarti con bella fantasia
che pure a parole può mettere allegria
che sa guardarti con quel sorriso
che scatena l'inferno...ma promette il paradiso.
Uomo, io sono femmina, e sono fatta per te
ma mi devi cercare
ti devi perdere con me
E NON MI TRATTARE COME FOSSI UNA COSA
POI IO CACCIO LE SPINE...
E TI PERDI LA ROSA
Uomo, io sono femmina e sono fatta per te.
Il giardino segreto dove Dio ci ha creato
non l'abbiamo perduto, se restiamo abbracciati
ma se tu ti ritiri, mio uomo adorato,
che devo dire ancora?
Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato
scordati la costola che mi hai prestato?