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Affronta la tua giornata con una sana risata

un HC tastiera incorporata nel case e mouse senza monitor

Home Computer (HC)

inglese, pronuncia: hòm compite.

Etimologia

La locuzione Home Computer è composta da home che deriva dal germanico heem = "casa" + Computer derivato di (to) compute, dal latino computare = "calcolare".

Significato

Un Home Computer (dalla lingua inglese, in italiano letteralmente "calcolatore domestico" o "elaboratore domestico", solitamente abbreviato in HC, e da non confondere con il Personal Computer), è un qualsiasi computer con caratteristiche e prezzo che si presti all'acquisto di un gran numero di persone e all'utilizzo in ambiente domestico (gli HC moderni generalmente si collegano al TV), in contrapposizione con i computer più performanti e costosi che si possono utilizzare solo in laboratorio, in ufficio o comunque in ambienti dedicati.

rappresentazione grafica di un PC monitor tastiera, case e mouse

Personal Computer (PC)

inglese, pronuncia: persona compite.

Etimologia

La locuzione Personal Computer è composta da personal che deriva dal latino personalis = "relativo alla persona" da persona = "singolo individuo" + Computer derivato di (to) compute, dal latino computare = "calcolare".

Significato

Un Personal Computer (dalla lingua inglese, in italiano letteralmente "calcolatore personale" o "elaboratore personale", solitamente abbreviato in PC) è un qualsiasi computer che si presti alla personalizzazione e all'utilizzo da parte di un singolo utente alla volta, in contrapposizione con i computer più performanti che gestiscono più utenti contemporaneamente mediante remotizzazione delle interfacce utente.

pelato, viso tondo sorridente, un bel tipo robusto

Luca Zingaretti

(Roma, 11 novembre 1961) è un attore italiano.
Ha raggiunto la notorietà nel 1999 grazie alla serie televisiva Il commissario Montalbano, in cui interpreta il personaggio di Salvo Montalbano.

Aforismi di Luca Zingaretti

  • La Sicilia è una terra con una cultura molto forte, molto potente, quindi è materia che per un attore diventa quasi una manna dal cielo.
  • Non posso negare che sia forte il richiamo dei paesaggi siciliani. È una regione che ho imparato a conoscere e che amo, ma è stata una coincidenza esplorarla di recente a teatro con la novella di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Lighea, perchè mi ha appassionato questo autentico gioiello. È un racconto magico. E la Sicilia, terra così potente, carnale e spirituale, è capace di evocare sensazioni molto forti. Per un attore è una bella sfida ricreare l'atmosfera del luogo.
  • Siamo abituati a pensare al mare d’estate ma la stagione più bella per venire in Sicilia è proprio questa, la primavera, oppure l’autunno, che per me, individuo malinconico, è una stagione di grande fascino. La Sicilia è la culla della nostra cultura, qui viene conservato come in un laboratorio il dna del nostro essere un popolo mediterraneo. Una grande terra che racchiude però tantissime anime: non riesco a immaginare niente di più diverso tra loro fra Palermo, Ragusa, Catania, Taormina, Trapani.
  • «Con i capelli ho passato il calvario di tanti: lozioni, massaggi… Ho smesso quando un amico mi ha detto che la cosa peggiore non è la caduta di capelli ma non saperci convivere. Ho cominciato a rasarmi per “Il branco”, poi per “Vite strozzate” e “La Piovra”. Oggi la questione è risolta. E poi la parrucca al cinema si usa tantissimo, e il pubblico in genere non ci fa caso».
  • Sono stati tutti molto felici che crollassero le ideologie, ma il problema è che non credere in tanti in una stessa cosa ti slega, ti disunisce. 
  • La rete ha restituito un po’ di potere alle masse... Mi arriva ogni giorno un’email di change.org; ma insomma così non ha senso, non potete rompermi i coglioni di continuo; per carità, solo battaglie valide, ma sceglierle tutte è come sceglierne nessuna.
  • C’è un’élite in questo paese? È capace di argomentare a un cittadino come me perché dovrebbe accogliere i migranti? Il razzismo ha qualcosa di adattivo, la paura dell’altro è innata. Ma nessuno spiega perché non bisogna avere paura, cosa significa accogliere queste persone, e perché è necessario inventarsi un nuovo modo di stare insieme.
  • I terroristi hanno capito che questo sistema in cui viviamo noi, ti facilita la vita ma è estremamente vulnerabile. Basta un granello di sabbia in questo ingranaggio... Poi se chi ti dice di non aver paura di prendere il treno gira in elicottero...

foto dell'astronauta con la tuta spaziale lui magro ampia fronte pochi capelli orecchie che si fanno notare smagliante sorriso

Ken Mattingly, dal film Apollo 13

(Cercando di sfatare i luoghi comuni sul numero 13 e la sfortuna)

Ho messo un gatto nero e uno specchio rotto sotto la scala del modulo lunare...
e devo dire che non abbiamo avuto alcun problema.

un aereo con gente che esce dai finestrini

Overbooking

Inglese - pronuncia :óuvë bùkiṅ

Etimologia

Il termine Overbooking deriva da (to) overbook composto da over = "oltre", "sopra" + (to) book = "registrare".

Significato

L'Overbooking è una soluzione adottata dalle compagnie di trasporto per fare in modo che ogni viaggio venga effettuato al completo nonostante le dinamiche ballerine degli utenti. Consiste nell'accettare prenotazioni in eccesso per una quantità calcolata da statistiche. Molto usato in ambito turistico perché funziona quasi sempre, per esempio sugli aerei molti pensano che non esista, finché, una volta nella vita, gli capita di rimanere a piedi.

una teiera con due tazze, piattini, tutto trasparente su di un tavolo bianco contengono tè

Parliamo della tipica bevanda calda inglese: ma qual è la forma corretta per scriverne il nome tra te, tè, the, thè e tea? E, soprattutto, come si scrive in italiano?

Prima di spiegare qual è la forma giusta è bene soffermarci sul significato del pronome personale "te" e in che modo bisogna utilizzarlo.

Prima di tutto una breve distinzione, quella cioè che caratterizza i pronomi personali, le cui forme sono di due tipi:

soggettive, che servono per il soggetto (io, tu, egli)

oblique, che servono per i complementi diretti e di termine (ho visto te, l’ho portato a te)

Secondo le regole della grammatica italiana, il pronome personale "tu" si usa sempre con valore di soggetto: hai mangiato tu la mela. In alcuni casi, però, con la stessa funzione può essere utilizzato anche il pronome obliquo "te": beato te che hai finito; ne so quanto te.

Allo stesso modo "te" è usato ricalcando forme dialettali: io vado, vieni anche te?  Con funzione di complemento insieme a verbi come essere, sembrare e parere: faccio diversamente, io non sono come te o accompagnato da un participio assoluto: ho nominato tutti, compreso te.

Fatta questa doverosa precisazione sul significato e su come si scrive "te", procediamo con il nostro quesito iniziale, escludiamo "te" perché abbiamo visto che è un'altra cosa.

Spesso, soprattutto nella lingua scritta, se vogliamo riferirci alla bevanda, facciamo confusione tra le forme tè, the e tea: qual è quella giusta e come si scrive in italiano?

Fermo restando che la variante inglese corretta è tea (mentre the, com’è noto, è l’articolo determinativo utilizzato sempre in questa forma, a prescindere dal genere e dal numero del sostantivo cui si riferisce), la parola italiana corretta per indicare la bevanda calda è , mentre le forme accentate thè e thé sono errate e assolutamente da evitare: sono, infatti, una sorta di "compromesso" tra l’italiano e le suddette grafie straniere, per cui è sempre meglio utilizzare la forma corretta italiana "tè" o quella inglese "tea".

è la grafia corretta, usata sia per indicare la pianta asiatica delle teacee che la gustosa bevanda inglese nella lingua italiana. Cosa peraltro confermata dall’Accademia della Crusca.

Due lupi con la panza piena al pastore: complimenti le pecore di quest'anno hanno sono ancora meglio di quelle dell'anno scorso

Alpéggio

Sostantivo maschile

Etimologia

Il termine alpeggio deriva dal latino àlpes = "alpi".

Significato
  1. L’alpeggio è l'esercizio del pascolo del bestiame in montagna, da quote di circa 1000 metri sino a 2300-2500 metri, effettuato da fine maggio a metà settembre, ma con durata diversa secondo l’altitudine, l’esposizione, la giacitura e la vegetazione dei pascoli (è detto anche monticazione e estatatura).
  2. Il contratto di alpeggio, è quello di affitto dei pascoli, per un periodo di uno o più anni, a proprietari o conduttori di bestiame. Nel diritto medievale, era un contratto in base al quale i mandriani raccoglievano e conducevano ai pascoli alpini bestiame da latte, pagando al proprietario una determinata mercede e tenendo per sé i prodotti degli animali.
Sinonini

alpe, malga.

Stop and go

Inglese - pronuncia: stop end gòu = fermati e va' avanti.

Significato
  1. E' la cosiddetta politica del semaforo cioè del frenare e stimolare che generalmente si attua nell'alternare incentivi monetari e fiscali quando c'è elevata disoccupazione a provvedimenti restrittivi nei momenti di elevata inflaziione o con una bilancia di pagamenti negativa. 
  2. Nelle gare automobilistiche, penalizzazione inflitta a un pilota in seguito a un’irregolarità e consiste nell’obbligo di fermarsi ai box per una certa quantità di secondi, prima di riprendere la gara.

la copertina vari disegni come finestre di un palazzo con personaggi antichi che ammirano la stella cometaIl bello arriva quando un certo Copernico cambia per sempre le carte in tavola. E si susseguono i colpi di scena con Tycho Brahe, Keplero, Galileo, Newton e tutti gli altri fino ad arrivare a noi, a Einstein, a Hubble, alle teorie del Big Bang e degli universi paralleli.

la morte rappresentata da uno scheletro umano che cavalca un cavallo anche lui scheletro che uccide tante personeTrionfo della morte, Palazzo Sclafani, Galleria regionale di Palazzo Abatellis, Palermo (1446), affresco staccato.

Pandemìa

Sostantivo femminile

Etimologia

Il termine pandemia deriva dal greco pandèmos composto da pan = "tutto" + dèmos = "popolo".

Significato

Una pandemia è il diffondersi di una epidemia dappertutto, cioè una rapida invasione in vastissimi territori e continenti: pandemia influenzale, pandemia del vaiolo.

Della stessa radice
  • Pandemico, pandemica: aggettivo derivato di pandemìa, di malattia epidemica.
  • Pandemio, che appartiene a tutti, pubblico; in senso figurato, prostituta.
Sinonimi

Contagio, infezione.

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