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Detti latini

Detti latini

Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?

Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.

Latine loqui

Antico proverbio latino

Exceptis excipiendis

Fatte le debite eccezioni

Frase d’uso corrente nelle comparazioni, nelle enumerazioni, eccetera. Si aggiunge alla fine del ragionamento quasi per ricordare, a chi ascolta, che le eccezioni non intaccano, anzi confermano la regola.

un busto del personaggio volto tondo barba folta riccioluta

Publio Siro

Amicum an nomen habeas, aperit calamitas

Se tu abbia un amico o solo uno che si dice tale, te lo chiarirà la sfortuna

Tito Livio

busto in marmo del persoaggio viso triangolare scavato in testa una kippah(59 avanti Cristo - 17 dopo Cristo)
Tito Livio, il cui cognome è sconosciuto, è stato uno storico romano, autore di un'opera monumentale sulla storia di Roma, gli Ab Urbe Condita libri CXLII, dalla sua fondazione fino alla morte di Druso, figliastro di Augusto nel 9 avanti Cristo.

Versione latino

Frangar non flectar

Analisi del testo

Mi spezzerò ma non mi piegherò

Erroneamente è usata come motto gentilizio oppure anche per indicare un'integrità morale che non cede davanti a nessuna minaccia o pericolo. In realtà trasmette solo ottuso orgoglio. La frase non è documentata nella letteratura classica, ma il nesso flectere - frangere è invece presente variamente interpretato nella letteratura latina del periodo aureo: Tito Livio Historiae II, 23; Lucano, Pharsalia III, 554; Ovidio Ars II, 180; Seneca Thyestes 200 (flecti non potest, frangi potest).

È interessante il significato del nesso presentato nella sentenza di Publilio Siro nella lettera, 45

Ma il significato con cui è divulgata maggiormente è ispirato da un passo di Orazio:

Versione latino

Iustum et tenacem propositi virum non civium ardor prava iubentium, non voltus instantis tyranni mente quatit solida neque Auster, dux inquieti turbidus Hadriae, nec fulminantis magna manus Iovis: si fractus inlabatur orbis, inpavidum ferient ruinae

Analisi del testo

All'uom tenace nel suo buon proposito non muove il saldo cuor furia di popolo che iniquo imperversi o cipiglio di minaccioso dèspota, non l'Austro torbido del re del mobile Adriatico, non la gran destra del signor del fulmine se infranto precìpiti il mondo impavido ei starà nella ruina

Esalta la fermissima e incrollabile coerenza con i propri principi. Orazio con essa illustra l'ideale morale del popolo romano.

In Agostino invece si trova la locuzione di senso opposto: Flectar ne frangar.

dipinto raffigura San'Agostino immerso nelle letture in una chiesa
Sant'Agostino in una parte dell'affresco di Sandro Botticelli.

Agostino d'Ippona (sant'Agostino)

Flectar ne frangar

Mi piego, ma non mi spezzo

Questo motto è stato adottato anche da altre lingue e culture, a volte in modo indipendente. Per qualcuno definisce addirittura la saggezza. Particolare fortuna ha avuto, nel mondo berbero, l'espressione, di identico significato, a nerrez wal' a neknu, utilizzata in una celebre poesia dal poeta ribelle e anticonformista Si Mohand ou-Mhand (1848-1905), successivamente impiegata da Idir Ait Amrane nel canto "berbero-nazionalista" Ekkr a mmi-s Umaziɣ ("sorgi, o figlio di Amazigh!", 1945), e divenuta poi lo slogan della Primavera berbera del 1980. Tra le tante citazioni della frase, è da ricordare che il cantantautore militante Lounès Matoub ne fece il titolo di un suo brano del 1981. Inoltre. fino a qualche tempo fa il motto faceva bella mostra di sé sotto la testata dell'importante quotidiano torinese La Stampa. Per qualcuno è però nella cultura giapponese, che questo concetto trova la sua casa, dove persino nello Jūdō (parola stessa che tradotta dalla lingua giapponese significa appunto "via della cedevolezza") si insegna "come un giunco piegati per non essere spezzato".

Il nesso flectere - frangere è presente variamente interpretato nella letteratura latina del periodo aureo ma si trova maggiormente la locuzione di senso opposto Frangar, non flectar.

Latine loqui

Proverbio latino

Arbore deiecta, quivis ligna colligit

Caduto l'albero, ognuno corre a far legna

Spesso quelli che ti erano amici in momenti prosperi, negli infortuni ti diventano nemici e si approfittano delle tue condizioni e delle tue cose!

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