Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Mosca, 11 novembre 1821– San Pietroburgo, 9 febbraio 1881.
È stato uno scrittore e filosofo russo, è considerato, insieme a Tolstoj, uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi di tutti i tempi. A lui è intitolato il cratere Dostoevskij sulla superficie di Mercurio.
Aforismi di Fëdor Dostoevskij
- La bellezza salverà il mondo.
- Abitiamo in un paradiso, ma non ci curiamo di saperlo.
- La donna? Solo il diavolo sa cos'è.
- Il segreto dell'esistenza umana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per che cosa si vive.
- Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni.
- Quando ogni uomo avrà raggiunto la felicità, il tempo non ci sarà più.
- La verità autentica è sempre inverosimile. Per renderla più credibile, bisogna assolutamente mescolarvi un po' di menzogna.
- Vi giuro, signori, che aver coscienza di troppe cose è una malattia, una vera e propria malattia. Eppure sono convinto che non soltanto una coscienza eccessiva, ma la coscienza stessa è una malattia.
- Si conosce un uomo dal modo in cui ride.
- Un essere che si abitua a tutto: è la migliore definizione che si possa dare dell'uomo.
- A volte l'uomo è straordinariamente, appassionatamente innamorato della sofferenza.
- Vi sono uomini che non hanno mai ucciso, eppure sono mille volte più cattivi di chi ha assassinato sei persone.
- Forse io mi credo un uomo intelligente proprio e solo per questa ragione, che in tutta la vita non m'è mai riuscito di portare a termine nulla.
- Per essere veramente un grand'uomo bisogna saper resistere anche al buon senso.
- L'arte e la rivolta non moriranno che con l'ultimo uomo.
- Non c'è niente di più facile che condannare un malvagio, niente di più difficile che capirlo.
- Trascino la mia vita nel mio angolo, tenendomi la maligna e magrissima consolazione che un uomo intelligente non può in verità diventar nulla e che solo gli sciocchi diventano qualcosa.
- Il mistero dell'esistenza umana non consiste nel rimanere vivi, ma nel trovare una ragione per vivere.
Penso che se il diavolo non esiste, ma l'ha creato l'uomo, l'ha creato a sua immagine e somiglianza. - Siamo tutti esuli dal nostro passato.
- La sofferenza è l'unico motivo della coscienza. E sebbene abbia dichiarato che secondo me la coscienza è per l'uomo è la più grande disgrazia, so però che l'uomo l'ha cara e non le scambierebbe colle maggiori soddisfazioni.
Eccoli gli uomini. Vanno avanti e indietro per la strada: ognuno è un mascalzone e un delinquente per natura, un idiota. Ma se sapessero che io sono un omicida e ora cercassi di evitare la prigione, si infiammerebbero tutti di nobile sdegno. - È pericoloso reprimere nei giovani l'orgoglioso entusiasmo.
- Io sono solo, mentre loro sono tutti.
- Dicono che chi è sazio non può capire chi è affamato; io aggiungo che un affamato non capisce un altro affamato.
- Mi inventavo avventure, mi creavo una vita fittizia, tanto per vivere in un mondo qualunque. E tutto per via della noia; l'inerzia mi schiacciava.
- Per un momento le bugie diventano verità.
- Vivere oltre i quarant'anni è di cattivo gusto.
- Meglio una cosciente inerzia! E dunque, evviva il sottosuolo!
- Non è che io non accetti Dio, è soltanto che in tutta umiltà Gli restituisco il biglietto.
Alberto Sordi
(Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 24 febbraio 2003)
E' stato un attore cinematografico, doppiatore e regista italiano. Importante interprete della storia del cinema italiano, con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni fu uno dei "mostri" della commedia all'italiana, nonché, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, rappresentante della romanità.
Alla mia età ho fatto il callo alla solitudine.
Una solitudine, però, molto relativa,
perché il lavoro riesce a riempire
completamente la mia esistenza.
- Una volta anche solo il fatto di andare a piedi, di salutarsi, di sentirsi parte di una società, aiutava a essere più umani.
- La mia comicità non è mai stata astratta, gratuita. L'ho sempre ricalcata sulla realtà del momento.
- Nei miei film io mi limito a riflettere le inquietudini di tutti noi, il pessimismo dilagante.
- Se Fellini mi dicesse: «Albe', ho una parte per te nel mio prossimo film...» Eh, allora come faccio a dire di no? Con Federico ho fatto «Lo sceicco bianco», «I vitelloni», e se so' quello che sono, oggi, lo devo anche a lui, no?
- Sa perché dicono che sono avaro? Perché i soldi non li sbatto in faccia alla gente, come fanno certi miei colleghi.
- Sono un credente, un cattolico osservante. La domenica vado a messa. Mi faccio la comunione. Be', diciamo la verità, è deprimente constatare che la mia religiosità stupisce, non le pare?
- Se il mondo fosse come lo presenta un certo cinema d'oggi, sarebbe un incredibile bordello.
- Dubito fortemente di poter essere matrimoniabile.
- [Mussolini] Mi faceva ridere. Per me era un grande attore comico, forse involontario. Naturalmente lo ammiravo, come tutti. Però, ripeto, mi faceva ridere. Aveva delle battute impressionanti.
- Noi abbiamo avuto il privilegio di nascere a Roma, e io l'ho praticata come si dovrebbe, perché Roma non è una città come le altre. E' un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi.
- I preti ci hanno insegnato tutto, la socializzazione, l'equilibrio tra il bene e il male, il piacere del perdono dopo uno strappo alle regole.
Publilio Siro
Inopiae desunt pauca, avaritiae omnia
Al povero mancano poche cose, all'avaro tutto
Tricoteuses
Francese, pronuncia: tricotés.
Etimologia
Derivato da triquer = "sferruzzare".
Significato
Tricoteuses è chi lavora a maglia. Les tricoteuses, durante la Rivoluzione francese, erano donne delle classi popolari che assistevano alle riunioni della Convenzione e alle Esecuzioni capitali sotto il palco della ghigliottina... sferruzzando.
Cicerone
Nihil habeo quod dicam
Non ho niente da dire
Pànel
Inglese, pronuncia: hànol.
Etimologia
Dal latino pannellus, diminutivo di pannus = "ritaglio", generalmente di stoffa ma in questo caso in senso generale.
Significato
- Viene denominato pànel, in generale, un gruppo selezionato di persone.
- Pànel è un gruppo selezionato di esperti: un panel di pediatri.
- Pànel è anche un campione rappresentativo di persone, la cui composizione rimane invariata nel corso di successivi sondaggi, allo scopo di studiare l'evoluzione temporale del carattere osservato: Un Panel di consumatori ad esempio è gruppo di famiglie scelte secondo criteri di rappresentatività socioeconomica, disposte a registrare giornalmente tutti i loro acquisti.
- Per estensione viene chiamata pànel anche la riunione di tali gruppi: hai partecipato al pànel?
Rètore
Etimologia
Dal greco: rhḗtōr = "parlatorio".
Significato
- Rètore, presso gli antichi Greci, era il nome con cui si indicavano gli oratori e i maestri di eloquenza (e in questo senso il termine si usa ancora con preciso riferimento al mondo greco-romano).
- Nell’uso comune, Rètore, si dice soltanto in tono spregiativo di chi bada all’esteriorità dell’eloquenza parlando o scrivendo in maniera artificiosa e sonante, senza un serio impegno intellettuale, civile e morale: quell’oratore o quell’avvocato è un rètore; il suo ultimo libro è il vaniloquio di un rètore.
Pavòre
Alla lettera: terrore.
Etimologia
Dal latino: pavére = essere colpito dallo spavento.
Significato
Temere molto, avere tanta paura: (P.Bembo) io stava in guisa d’uom che pensa e pave. Stato emotivo di chi si sente smarrito di fronte al pericolo: essere preda del pavore.z
Verbo
Pavére: avere tanta paura, spaventarsi.
Sostantivo
Pavidità: carattere e comportamento di persona pavida; timidezza, viltà.
Aggettivo
Pàvido: pauroso, timoroso, pieno di paura; sguardo pavido.
Avverbio
Pavidamente: con timore, con paura.
Sinonimi
Angoscia, panico, terrore, spavento, strizza, tremarella.
Contrari
Ardimento, ardire, audacia, baldanza, coraggio, intrepidezza
Anonimo
Carpe diem
Cogli l'attimo
(Traduzione maccheronica: oggi pesce... ahaha)
Debunker
Inglese, pronuncia [dibonka].
Etimologia
Il termine debunker è un neologismo nato nel 1923, quando il romanziere americano William Woodward (1874-1950) usò tale termine con il significato di "take the bunk out of things".
Significato
- Debunk in generale è un individuo che mette in dubbio e smaschera affermazioni false, esagerate, anti-scientifiche o pretenziose.
- Il termine debunker è attribuito a chi esplica la propria attività di "smascheratore".
Della stessa radice
- Debunking è l'atto del confutare, basandosi generalmente su metodologie scientifiche, un'affermazione o ipotesi.
- La parola debunkery è anche usata in senso più generale, come "tentativo di screditare un punto di vista opposto al proprio".
- Debunkify è invece una variante introdotta nel lessico inglese di recente dall'Ohio Tobacco Prevention Foundation, nel significato di smascherare quanto di "mitico" è associato al tabacco.
Contrari
impostore, imbroglione, ingannatore, ciarlatano, turlupinatore