NiceDie.it

Affronta la tua giornata con una sana risata

Latine loqui

Locuzione Latina

Rèbus sic stàntibus

Stando così le cose

Un uomo calvo con le guance piene qui con occhialini scuri tondi

Giandomenico Boncompagni, meglio conosciuto come Gianni

(Arezzo, 13 maggio 1932 – Roma, 16 aprile 2017)
Gianni Boncompagni è stato un conduttore radiofonico, paroliere, autore televisivo e regista televisivo italiano.

Aforismi e Citazioni di Gianni Boncompagni

  • Ho un biglietto da visita per ridere. Ma quasi tutti lo prendono sul serio. C'è il mio nome. E poi sotto, stampato: mai stato a Cortina. Mai stato a Sabaudia. Mai visto "La vita è bella". Mai scritto un libro. Mai visto uno sceneggiato.
  • La televisione generalista non la si può vedere. Tutta, non solo Rai. Ormai, ci sono solo pettegolezzi nobilitati come "gossip".
  • Se il disco è buono, bene; se no, ciccia!
  • L'Italia, a parte la tarantella, non ha una grande tradizione di musica da ballo.
  • Con i reality abbiamo toccato il fondo della volgarità. Hanno un solo merito: sono laici, senza censure. È la vita di tutti i giorni mandata in onda. Chi li ha ideati è stato un genio.
  • Il mio sogno è una polizia televisiva. Guidata da me, naturalmente.
  • Il rito della serata davanti al piccolo schermo è passato di moda. La gente è cambiata e ci sono nuovi mezzi. È vero che la colpa è di una televisione scadente. Ma non c'è peggioramento, anzi c'è un miglioramento. La tv degli anni che a noi, ora, sembrano d'oro era spaventosa.
  • Bocelli è ormai il numero uno al mondo e da settimane guida le classifiche di vendita inglesi, mentre da noi in testa alla hit parade c'è un gruppo chiamato Tabula Rasa Elettrificata che nessuno, neanche i ragazzi di Macao, conoscono! [Famosa gaffe del settembre 1997, riferendosi al gruppo musicale Consorzio Suonatori Indipendenti]
  • Oggi è tempo di revival, di riesumazioni. Che sia la volta della tarantella? Chissà!
  • Noi disc-jockeys radiofonici che manipoliamo dischi dalla mattina alla sera siamo scambiati per "fabbricatori di successi", per scopritori di talenti, per personaggi potentissimi che possono lanciare a piacere, questo o quel disco.

pochi capelli occhiali naso ben visibile arrossato

Piero Ottone, pseudonimo di Pier Leone Mignanego

(Genova, 3 agosto 1924 – Camogli, 16 aprile 2017)
Piero Ottone è stato un giornalista e scrittore italiano.

Aforismi e Citazioni di Piero Ottone

  • Non sono gli errori a fare scandalo. Quel che preoccupa è la convinzione, sempre più diffusa, che le buone maniere siano un'anticaglia, e che non valga la pena di impararle.
  • Il giudice di ultima istanza è il pubblico; e il pubblico legge sempre meno. Il numero totale di copie vendute cala. In Italia, rispetto agli altri paesi, leggiamo poco. La stampa è in crisi. Le promozioni, a volte intelligenti, a volte strampalate, tentano invano di mettere un argine.
  • La stampa italiana funziona male: noi contribuiamo al degrado dispensando notizie con licenza di uccidere.
  • La stampa italiana funziona male ma anche la magistratura non funziona a dovere. Il male è diffuso, l'Italia non è un Paese del tutto civile, come ho avuto modo di scrivere. Ma noi contribuiamo al degrado dispensando notizie con licenza di uccidere.
  • Nelle aziende non c'è posto per la democrazia; e neppure per le forme di governo oligarchiche. Il capo dell'azienda è il monarca. Se ha una forte personalità, egli non si limita a prendere le decisioni importanti: imprime anche il proprio temperamento, le proprie peculiarità all'impresa, che finirà per somigliargli.
  • L'Italia è un paese disorganizzato, dissipatore, di mediocri tradizioni, in cui si vive meno bene che in altri paesi d'Europa o d'Oltreoceano.
  • Il decalogo del giornalista
    1. Scrivi sempre la verità, tutta la verità, solo la verità.
    2. Cita le fonti. Se la tua fonte vuole restare anonima, diffida.
    3. Verifica quel che ti dicono. Se non puoi verificare, prendi le distanze.
    4. Non diffamare il prossimo, ed evita le frasi del tipo: "Sembra che il tale abbia rubato...", "Si dice che il tal altro abbia ammazzato...".
    5. Non obbligare il lettore a leggere una colonna di roba prima che cominci a capire che cosa è successo.
    6. Non fare lunghe citazioni fra virgolette all'inizio di un "pezzo" senza rivelare subito chi sia il loro autore (il metodo non crea suspense, come forse crede il giornalista: dà solo fastidio).
    7. Non mettere mai fra virgolette, nei titoli, frasi diverse da quelle che sono state pronunciate.
    8. Evita le iperboli e le metafore di Pierino, come "bufera" ("il partito è nella bufera"), "giallo" ("il giallo di Ustica"), "rissa" ("ed è subito rissa fra x e y"), "fulmine a ciel sereno", "scoppiato come una bomba".
    9. Prima di scrivere nel titolo che "Londra è nel panico", va' a Londra e controlla se otto milioni di persone sono davvero uscite di testa.
    10. Non dire mai: "L'obiettività non esiste". È l'alibi di chi vuole raccontare palle.
  • Quel che non cambia è una caratteristica di questo mestiere: l'avvocato non decide, ma consiglia le decisioni altrui: non giuoca, ma assiste al gioco... è uno spettatore di prima fila alla recita della commedia umana... In certi momenti si sente forse attore lui stesso: la sua consulenza determina le decisioni dei protagonisti, ne diventa parte integrante. Ma poi vi sono, inevitabilmente, altri momenti, nei quali subentra la frustrazione di non poter decidere, perché il cliente agisce, come è suo diritto, in maniera autonoma.

Latine loqui

Locuzione Latina

Trànseat

Passi

Far finta di niente. Passarci sopra. Soprassedere.

Bellissimo sorriso da romano, occhi piccoli, fronte larga capelli scuri, un primo piano dell'attore

Christian De Sica

(Roma, 5 gennaio 1951)
Attore, regista e cantante italiano.
Raggiunge la popolarità grazie alla partecipazione a numerose commedie di successo, in particolare i cosiddetti cinepanettoni, nei quali forma un'affiatata coppia comica con Massimo Boldi.

Dialoghi dai film di Christian De Sica

  • [Sandro (Christian De Sica) e Lorenzo (Massimo Boldi) hanno appena salutato le mogli partite per le vacanze]
    Ma che fai, te sei commosso?
    No, è che le partenze mi comunicano sempre un certo pathos malinconico.
    Ma tu devi esultare caro mio, perché stanno per scattare festeggiamenti a raffica! Si inizia già stasera eh!
    Già, già…stasera mia moglie mi ha organizzato un minestrone da scaldare, figurati!
    Invece io ti ho organizzato due zoccolone da trombare, non lo so, scegli tu eh!!
  • (Riccardo Garrone e Rossella Como trovano il figlio Christian De Sica a letto con un uomo. Una battuta a testa)
    Comunque è tutta colpa tua!
    Ah sì eh? È colpa mia se c’abbiamo er fjo frocio!
    Eeeeehhhh frocio!…Bisex…moderno, mamma ecco…moderno!
  • [Antica Roma. Il Senatore Atticus (Christian De Sica) all’amante (Gabriella Labate)]
    Ma che fai? Sei gelosa della mia signora, la panzona? Lo sai quant’è che non me la calzo? Dalle Guerre Puniche!
  • (Antica Roma. Christian De Sica e la prostituta Anna Falchi)
    Come ti chiami?
    Sono Poppea.
    Nome d’arte!
    Sì, di mio faccio Pomponia.
  • [Cesare (Christian De Sica), commesso in un negozio di calzature, infila una scarpa all'amico Fabrizio Bracconeri]
    Ma che te lavi i piedi con la saponetta al pecorino?!
  • (Il burino Christian De Sica e Nathalie Caldonazzo)
    Lo sapevate che gli scampi sono afrodisiaci?
    Sì, ma sono anche tanto pesanti.
    Ti si rinfacciano?
    Mica ho capito.
    Te se ripropongono…li rivedi?!
  • (Un gruppo di ragazze e Christian De Sica)
    Dai, andiamo a ballare.
    D’accordo, però peggio per voi: c’ho un gioco anca-bacino che praticamente una rischia di rimanere incinta!
  • [Opinabile “perla di saggezza” di Don “Buro” (Christian De Sica)]
    Viva la beata ignoranza: ti fa star bene di testa, di cuore e di panza!
  • (Da:”Com’era sta margherita”)
    Siani: "Eccola (gli porge la foto)!" 
    De Sica: "Ma è ‘n cesso! E te volevi ammazzà pe questa?" 
    Siani: "Sò 'nnammurato!" 
    De Sica strappa la foto e la butta nel water: "Aaaaaaaaaaaah! Ecco fatto! Il cesso nel cesso!"
  • "Ce tenevo tanto a datte un fijo..."
    "All'età nostra? Io c'ho 'l seme pigro, tu c'hai l'utero che sbadija. Non famo un fijo, famo un ghiro!"(Sabrina Ferilli e Christian De Sica)

Il Papa apre la porta santa

Giubilare

Verbo Transitivo; Intransitivo; Aggettivo

Etimologia

Il termine giubilare deriva dal latino: jubilare/jubilum = "grande gioia".

Significato
  • Giubilare (Come verbo intransitivo) Provare gioia e manifestarlo nell’aspetto e negli atti: tutti giubilarono alla bella notizia.Tutti gli studenti giubilarono perché all'indomani avrebbero fatto vacanza. Il ciclista giubila per il grande traguardo raggiunto.(Ugo Foscolo) l’udi Armonia / e giubilando l’etere commosse
  • Giubilare (Come verbo transitivo) Collocare a riposo un impiegato, in genere per raggiunti limiti di età; mettere in pensione: è stato giubilato dopo quarant’anni di fedele servizio.
  • Giubilare (Come aggettivo) di, relativo al giubileo: anno, indulgenza giubilare.
  • Per estensione giubilare: dimettere da una carica, esonerare da un ufficio: era un direttore troppo rigido e l’hanno giubilato.
Della stessa radice

Giubilare: del giubileo, relativo al giubileo, come ricorrenza della Chiesa cattolica: anno giubilare, celebrazioni giubilari.
Giubilazione: raro = sentimento e manifestazione di giubilo. Collocazione a riposo di un impiegato o pubblico funzionario, con diritto a pensione.
Giubilo: sentimento d’intima e intensa gioia.
Giubileo: antica festività ebraica. Nella Chiesa cattolica, indulgenza plenaria solenne elargita dal papa.

Sinonimi

Gioire, rallegrarsi, godere, gongolare, tripudiare.
Mettere in pensione, pensionare.
Allontanare, mandare via, licenziare, trasferire.

Contrari

Rattristarsi, soffrire, deprimersi.
Richiamare, riassumere.

Latine loqui

Locuzione latina

Damnàtio memòriae 

Condanna della memoria

  • (storico) Nell’antica Roma, condanna decretata contro personaggi dei quali si voleva cancellare ogni memoria (effigie, iscrizioni, eccetera).
  • (estensione) Cancellazione totale del ricordo di un fatto o di una persona.
Gesù risorto con due angeli ai piedi"Resurrezione" - Sacro Cuore di Bellaria

PRIMAVERA 1938

di Bertolt Brecht
traduzione di Annapaola Laldi

Oggi, domenica di Pasqua, presto
Un'improvvisa tempesta di neve
si e' abbattuta sull'isola.
Tra i cespugli verdeggianti c'era neve. Il mio ragazzo
mi ha portato verso un piccolo albicocco attaccato alla casa
strappandomi ad un verso in cui puntavo il dito contro coloro
che stanno preparando una guerra che
può cancellare
il continente, quest'isola, il mio popolo,
la mia famiglia e me stesso. In silenzio
abbiamo messo un sacco
sopra all'albero tremante di freddo.

Una foto

Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro-genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio (brevemente Antonio de Curtis)(in arte Totò)

(Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967)
Totò è stato un attore italiano. È considerato il simbolo dello spettacolo comico in Italia, soprannominato «il principe della risata». Anche in virtù di alcuni ruoli drammatici, inoltre, uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani.

Aforismi e Citazioni di Totò

  • Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo Paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire.
  • L’ignorante parla a vanvera. L’intelligente parla poco. ‘O fesso parla sempre.
  • Quello che ho detto ho detto. E qui lo nego!
  • Gli avvocati difendono i ladri. Sa com’è... tra colleghi.
  • I cani sono per metà angeli e per metà bambini.
  • Il denaro fa l’uomo ricco, l’educazione lo fa signore!
  • L’educazione è come una camicia bianca... Non passa mai di moda.
  • Gli italiani prima hanno perso la guerra, poi hanno perso la pace.
  • Quello che vuoi per me, il doppio lo auguro a te.
  • Io non so se l'erba campa e il cavallo cresce, ma bisogna avere fiducia.
  • Si dice che l'appetito vien mangiando, ma in realtà viene a star digiuni.
  • A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame.
  • Perdere chi non conosce rispetto è un grandissimo guadagno.
  • Il napoletano lo si capisce subito da come si comporta, da come riesce a vivere senza una lira.
  • È sempre meglio un vigliacco vivo che un eroe morto, soprattutto se il vigliacco sono io.
  • L'unica cura per l'acne giovanile è la vecchiaia.

un fotogramma di un film, Totò mangia spaghetti con le mani

Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro-genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio (brevemente Antonio de Curtis)(in arte Totò)

(Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967)
Totò è stato un attore italiano. È considerato il simbolo dello spettacolo comico in Italia, soprannominato «il principe della risata». Anche in virtù di alcuni ruoli drammatici, inoltre, uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani.

Le più famose Battute di Totò

Di seguito la raccolta completa delle più belle frasi e battute di Totò, divise per film.

Fermo con le mani, 1937
  • Parli come badi, sa?!
  • Toglimi una curiosità, tuo zio è sempre morto?
  • “Eppure la vostra faccia non è nuova per me”. Totò: “Neanche a me, ce l’ho da che son nato”.
  • Non mi sono insediato: qui non ci sono sedie.
  • Il funzionario civico municipale è un aggettivo qualificativo di genere funzionatorio.
San Giovanni decollato, 1940
  • Che cosa ho chiesto a San Giovanni? Un terno? una quaterna? una cinquina? Niente di tutto questo, ma una sciocchezzuola, una bazzecola, una quisquilia, una pinzellacchera: far cadere la lingua a mia moglie.
  • Perciò, mio carissimo signor ciabatttino, queste scarpe sono da fiera. Sei e cinquanta. E se non sapete fare il calzolaio, andate a fare il farmacista , che è meglio. Rimembris omnibus, cioè ricordati uomo, che calzolaio si nasce, non si diventa.
  • Non so leggere, ma intuisco.
Due cuori fra le belve – Totò nella fossa dei leoni, 1943
  • L’uomo discende dalla scimmia. Io no perché sono raccomandato.
Il ratto delle sabine, 1945
  • ‘Giulietto e Romera’, il capolavoro di Scic e Spirre.
  • Aristofane è morto? E quando è successo? Duemila anni fa? Dio, come passa il tempo.
  • Siamo nel settecento avanti Cristo? Perbacco! In pieno Rinascimento.
  • Voi siete un attore e io vi ammiro, come uomo e come cane, ma voi non potete essere stato una spalla, voi non avete mai fatto nemmeno il ginocchio.
  • Anche se è civile, la morte sempre morte è.
I due orfanelli, 1947
  • Chi dice che il denaro non fa la felicità, oltre a essere antipatico, è pure fesso.
  • Il denaro fa la guerra, la guerra fa il dopoguerra, il dopoguerra fa la borsa nera, la borsa nera rifà il denaro, il denaro rifà la guerra.
  • In guerra sono tutti in pericolo, tranne quelli che hanno voluto la guerra.
  • “Mi sembrate annoiato. Ma come, non è bello essere duca?”. “Sì, ma... sapete com’è: è una carriera senza avvenire”

Web Traffic (solo Italia)

Per il momento Oggi8
Ieri137
Settimana Scorsa1298
Mese Scorso10896
Da Gennaio 2015 (2.0)3149520

Google-PageRank Checker
Powered by CoalaWeb

Log in/Log out