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Affronta la tua giornata con una sana risata
Frasi celebri

Frasi celebri

Citazioni, frasi, frasi di film, proverbi, massime, detti, sentenze, motti, adagi, aforismi, insomma una breve frase che condensa - similmente alle antiche locuzioni latine - un principio specifico o un più generale sapere filosofico o morale.

"Una verità detta in poche parole; epperò detta in modo da stupire più di una menzogna."

(Giovanni Papini, Dizionario dell'Omo Selvatico)

Le più belle, le più spiritose, le più curiose, le più strane, le più vere di tutti i tempi, le trovate quotidianamente qui.

Uno dei grandi segreti
della felicità 

è moderare i desideri 
ed amare 

ciò che già si possiede.

pochi capelli occhiali naso ben visibile arrossato

Piero Ottone, pseudonimo di Pier Leone Mignanego

(Genova, 3 agosto 1924 – Camogli, 16 aprile 2017)
Piero Ottone è stato un giornalista e scrittore italiano.

Aforismi e Citazioni di Piero Ottone

  • Non sono gli errori a fare scandalo. Quel che preoccupa è la convinzione, sempre più diffusa, che le buone maniere siano un'anticaglia, e che non valga la pena di impararle.
  • Il giudice di ultima istanza è il pubblico; e il pubblico legge sempre meno. Il numero totale di copie vendute cala. In Italia, rispetto agli altri paesi, leggiamo poco. La stampa è in crisi. Le promozioni, a volte intelligenti, a volte strampalate, tentano invano di mettere un argine.
  • La stampa italiana funziona male: noi contribuiamo al degrado dispensando notizie con licenza di uccidere.
  • La stampa italiana funziona male ma anche la magistratura non funziona a dovere. Il male è diffuso, l'Italia non è un Paese del tutto civile, come ho avuto modo di scrivere. Ma noi contribuiamo al degrado dispensando notizie con licenza di uccidere.
  • Nelle aziende non c'è posto per la democrazia; e neppure per le forme di governo oligarchiche. Il capo dell'azienda è il monarca. Se ha una forte personalità, egli non si limita a prendere le decisioni importanti: imprime anche il proprio temperamento, le proprie peculiarità all'impresa, che finirà per somigliargli.
  • L'Italia è un paese disorganizzato, dissipatore, di mediocri tradizioni, in cui si vive meno bene che in altri paesi d'Europa o d'Oltreoceano.
  • Il decalogo del giornalista
    1. Scrivi sempre la verità, tutta la verità, solo la verità.
    2. Cita le fonti. Se la tua fonte vuole restare anonima, diffida.
    3. Verifica quel che ti dicono. Se non puoi verificare, prendi le distanze.
    4. Non diffamare il prossimo, ed evita le frasi del tipo: "Sembra che il tale abbia rubato...", "Si dice che il tal altro abbia ammazzato...".
    5. Non obbligare il lettore a leggere una colonna di roba prima che cominci a capire che cosa è successo.
    6. Non fare lunghe citazioni fra virgolette all'inizio di un "pezzo" senza rivelare subito chi sia il loro autore (il metodo non crea suspense, come forse crede il giornalista: dà solo fastidio).
    7. Non mettere mai fra virgolette, nei titoli, frasi diverse da quelle che sono state pronunciate.
    8. Evita le iperboli e le metafore di Pierino, come "bufera" ("il partito è nella bufera"), "giallo" ("il giallo di Ustica"), "rissa" ("ed è subito rissa fra x e y"), "fulmine a ciel sereno", "scoppiato come una bomba".
    9. Prima di scrivere nel titolo che "Londra è nel panico", va' a Londra e controlla se otto milioni di persone sono davvero uscite di testa.
    10. Non dire mai: "L'obiettività non esiste". È l'alibi di chi vuole raccontare palle.
  • Quel che non cambia è una caratteristica di questo mestiere: l'avvocato non decide, ma consiglia le decisioni altrui: non giuoca, ma assiste al gioco... è uno spettatore di prima fila alla recita della commedia umana... In certi momenti si sente forse attore lui stesso: la sua consulenza determina le decisioni dei protagonisti, ne diventa parte integrante. Ma poi vi sono, inevitabilmente, altri momenti, nei quali subentra la frustrazione di non poter decidere, perché il cliente agisce, come è suo diritto, in maniera autonoma.

Il riso fa buon sangue,

ed è il profumo della vita
in un popolo civile. 

una foto a colori, pochi capelli bianchi, grandi orecchie e grandi occhiali

John William Gardner

8 ottobre 1912, Los Angeles, California, Stati Uniti - 16 febbraio 2002, Palo Alto, California, Stati Uniti.
È stato uno scrittore, Presidente della Carnegie Corporationè e un politico Repubblicano, Segretario della Sanità, Istruzione e Welfare (HEW) sotto il presidente Lyndon Johnson.

Aforismi di John William Gardner

  • Ci troviamo continuamente di fronte a una serie di grandi opportunità;
    brillantemente travestite, da problemi insolubili.
  • Alcune persone rafforzano la società solo con l'essere il tipo di persone che sono.
  • La vita è l'arte di disegnare senza una gomma.
  • Noi siamo concepiti per progredire e non per fare il nostro comodo, sia nella bassa marea che nei periodi favorevoli.
  • Quando due persone salgono ognuna dalla propria profonda valle e si incontrano in cima ad una grande montagna, non ha importanza quale sia il nome della montagna o da dove vengano quelle persone. Quando siamo in cima abbiamo la sensazione di trovarci sul tetto del mondo.
  • La società che disprezza l'eccellenza nell'idraulica, perché è un'attività umile, e tollera la mediocrità in filosofia, perché la filosofia è un'attività esaltante, non avrà né dei buoni impianti idraulici né della buona filosofia. Sia i suoi tubi, che le sue teorie faranno acqua.
  • Non possiamo avere isole di eccellenza in un mare di sciatta indifferenza agli standard.
  • Uno dei miei compiti meno piacevoli quando ero giovane è stato di leggere la Bibbia dall'inizio alla fine. Leggere la Bibbia per intero è almeno per il 70 per cento disciplina, come imparare il latino. Ma le parti buone sono, naturalmente, semplicemente sorprendenti.
  • Tutte le leggi sono un tentativo di addomesticare la naturale ferocia delle specie.
  • I leader possono concepire e articolare fini capaci di sollevare la gente dalle sue meschine preoccupazioni, di farle superare i conflitti che dividono la società.
  • La storia non sembra mai storia quando la stai vivendo. Sembra sempre confusa e disordinata, ed è sempre scomoda.
  • Quando un'istituzione, organizzazione, o nazione, perde la sua capacità di suscitare elevate prestazioni personali, i suoi grandi giorni sono finiti.
  • Quando Alessandro Magno visitò Diogene gli chiese se poteva fare qualcosa per il famoso maestro, Diogene rispose: "Scostati dal sole perché mi togli la luce".

Profilo del personaggio ha dei baffoni veramente grandi

Friedrich Wilhelm Nietzsche

15 ottobre 1844, Röcken - 25 agosto 1900, Weimar
È stato un filosofo, poeta, compositore e filologo tedesco. Considerato tra i massimi filosofi e prosatori di ogni tempo.

Aforismi di Friedrich Nietzsche

  • Quanto manca alla vetta ? Tu sali e non pensarci!
  • Quelli che ballavano erano visti come pazzi da quelli che non sentivano la musica.
  • La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini, però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli.
  • Senza musica la vita sarebbe un errore.
  • Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danzi.
  • Quando guardi a lungo nell'abisso, l'abisso ti guarda dentro.
  • Ciò che non mi distrugge mi rende più forte.
  • Quanto più ci innalziamo, tanto più piccoli sembriamo a quelli che non possono volare.
  • Chi combatte con i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E se guarderai a lungo nell'abisso, l'abisso guarderà dentro di te.
  • Meglio esser pazzo per conto proprio, anziché savio secondo la volontà altrui.
  • Tutto ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male.
  • Di tutto conosciamo il prezzo, di niente il valore.
  • Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità.
  • Una donna può stringere legami di amicizia con un uomo, ma per mantenerla è necessario il concorso d'una leggera avversione fisica.
  • La speranza è il peggiore tra i mali, poiché prolunga i tormenti degli uomini.
  • Da quando ho imparato a camminare mi piace correre.
  • Io amo gli uomini che cadono, se non altro perché sono quelli che attraversano.
  • Che cosa desideriamo noi vedendo la bellezza? Desideriamo di essere belli; crediamo che a ciò vada congiunta molta felicità. Ma questo è un errore.
  • Ogni abitudine rende la nostra mano più ingegnosa e meno agile il nostro ingegno.

  • Nel vero amore è l'anima che abbraccia il corpo.

Le astuzie delle donne in genere

si moltiplicano e si perfezionano coi loro anni.

Una foto

Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro-genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio (brevemente Antonio de Curtis)(in arte Totò)

(Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967)
Totò è stato un attore italiano. È considerato il simbolo dello spettacolo comico in Italia, soprannominato «il principe della risata». Anche in virtù di alcuni ruoli drammatici, inoltre, uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani.

Aforismi e Citazioni di Totò

  • Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo Paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire.
  • L’ignorante parla a vanvera. L’intelligente parla poco. ‘O fesso parla sempre.
  • Quello che ho detto ho detto. E qui lo nego!
  • Gli avvocati difendono i ladri. Sa com’è... tra colleghi.
  • I cani sono per metà angeli e per metà bambini.
  • Il denaro fa l’uomo ricco, l’educazione lo fa signore!
  • L’educazione è come una camicia bianca... Non passa mai di moda.
  • Gli italiani prima hanno perso la guerra, poi hanno perso la pace.
  • Quello che vuoi per me, il doppio lo auguro a te.
  • Io non so se l'erba campa e il cavallo cresce, ma bisogna avere fiducia.
  • Si dice che l'appetito vien mangiando, ma in realtà viene a star digiuni.
  • A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame.
  • Perdere chi non conosce rispetto è un grandissimo guadagno.
  • Il napoletano lo si capisce subito da come si comporta, da come riesce a vivere senza una lira.
  • È sempre meglio un vigliacco vivo che un eroe morto, soprattutto se il vigliacco sono io.
  • L'unica cura per l'acne giovanile è la vecchiaia.

peleto con l'aureola collo grasso occhietti con spracciglia a v inversa due grossi solchi vanno dal naso ai vertici della bocca segnando le guanciotte

Lino Banfi

Nome d’arte di Pasquale Zagaria (Andria, 9 luglio 1936)
Attore, comico, conduttore televisivo, scrittore, cantante, sceneggiatore, doppiatore e ambasciatore dell’UNICEF italiano.
Girava una bufala in internet sulla sua morte e lui "io mi gratto".

Aforismi di Oronzo Canà e Rodolfo Calabrone (Lino Banfi) 

  • Mia moglie ha fatto un concorso alle poste, ma non l'hanno presa...non era raccomandeta!
  • Ma tu fai il procuratore o il commerciante di culi? No, tanto per sapere...
  • Certo che tu metti un’allegria! Ti chiami Crisantemi, ti ho comprato ai primi di novembre, cerca di non gufare continuamente!!!
  • E ti pareva che non mi doveva andare bene a me? Mi dovevano scambiare pure per ricchione! A me che mi chiamavano lo stantuffo del tavoliere!
    (Vieni Avanti Cretino)
  • Fermati, no te lo devo dire... Ce l'ho sulla punta dei polmoni! Io ti odio a te! Hai capito?!? È un fatto di pelle.
    - In senso epidermico?
    - No! Di pelle! Di rottura di pelle! M'hai rotto le pelle va bene?!
    (Occhio Malocchio Prezzemolo E Finocchio)
  • Ho ho scoperto che tu non sei né figlio d'emigrante, né figlio di preta pura, tu sei proprio figlio di puttena!
    (L'Allenatore Nel Pallone)
  • Sarò muto come un pesce... che si è operato alle corde vocheli.
    (L'Allenatore Nel Pallone)
  • Marcolino: Zio Lino! Zio Lino! Di che sesso sono le tartarughe?
    - Lino: Che hai detto? Non ho afferreto!
    - Marcolino: Di che sesso sono le tartarughe?
    - Lino: Che cazz... che ne so io? Non c'hanno sesso! Sono ricchioni! Va bene?
    Lino (Lino Banfi), Marcolino (Andrea Ciccolella) dal film "Al bar dello sport" di Francesco Massaro
  • Pervertito, depravato, lascivo, lubrico...
    - Monica, non ti riconosco più!
    - Strunzo!
    - Eh, adesso ti riconosco... 
    Rodolfo Calabrone (Lino Banfi) dal film "La ripetente fa l'occhietto al preside" di Mariano Laurenti

Per capire veramente la natura della realtà

dobbiamo guardare
attraverso gli occhi dell'anima. 

Battute spiritose

  • La castità femminile consiste, come per la cipolla, in una serie di abiti. (Nathaniel Hawthornev)
  • Quando hai detto "per te morirei", perché non sei morto? (Echo Patch)
  • "Non si vive di solo pane": così gli dissero. Però, un po' ne avrebbe gradito. Morì di fame. (Daniele De Patre)
  • Accende mutuo bancario. Incriminato per incendio doloso.(Mauro Lanari)
  • Agli anziani si è soliti regalare un animale da compagnia. In mancanza di meglio, un nipote. (Mauro Lanari)
  • Arrotonda i prezzi e non gli quadrano i conti. (Mauro Lanari)
  • Informatica forcaiola. Condannato un computer senza giusto processore. (Mauro Lanari)
  • Dal 2015 verrà introdotta una nuova tassa: MerdTax. A tal proposito, per fare calcoli i più precisi possibili, i tecnici del governo hanno deciso di far vendere la carta igienica al metro.
    (Mauro Mocca)
  • Le mogli sono come le scarpe: quando cominciano ad andare bene sono da buttar vi.a (L. Antonelli) 
  • Dicono che le donne sono curiose: in un caso sicuramente non lo sono affatto: non vogliono mai sapere dove l'uomo prende i soldi di cui hanno bisogno. (F. Strobach)

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