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Affronta la tua giornata con una sana risata

donna stupita che ride

Dopo un raffinato banchetto si aprono le danze, un'orchestra suona musica romantica e coinvolgente

Un ragazzo molto timido, seduto in disparte, nota una bellissima ragazza seduta dall'altro lato della sala; dopo numerosi tentennamenti decide che è giunto il momento di tentare il tutto per tutto. Approfittando dell'intervallo tra un brano e l'altro, attraversa la sala cercando di non farsi notare, avvicina la ragazza, si schiarisce la voce e sussurra:
"Scusami se ti disturbo, è da molto tempo che ti osservo e mi piaci molto: ti andrebbe di concedermi il prossimo ballo?"
Contro ogni ragionevole aspettativa, la ragazza va su tutte le furie e incomincia a sbraitare:
"Cooooosa ??? Ma come ti permetti ??? Non ci siamo mai visti prima, non ti presenti neppure e mi chiedi subito se voglio venire a letto con te ???"
Immediatamente tutta l'attenzione della sala si sposta sul ragazzo che arrossisce fino a diventare incandescente; non osa neppure chiedere spiegazioni ma, pieno di vergogna, ritorna al suo posto cercando di mimetizzarsi con gli arredi circostanti.
Dopo un paio di minuti, è la ragazza che attraversa la sala e va dal ragazzo, lo avvicina e gli mormora in un orecchio:
"Scusami per la reazione che ho avuto prima; sai, io sono una studentessa in psicologia, sto per laurearmi con una tesi sulla timidezza e l'imbarazzo, e ho pensato di sfruttare l'occasione che mi è offerta da questa festa per fare un po' di ricerca sul campo. Mi spiace che tu ne abbia fatto le spese !!!".
Il ragazzo, dopo un brevissimo secondo di valutazione, urlando a squarciagola nel silenzio generale:
"Ma sei matta ??? Cento euro per un pompino ???".

donna stupita che ride

Entra in farmacia e si avvicina al bancone

  • Buongiorno dottore, avete dell'aspirina?
  • Sì, certamente...
  • Antidolorifici ne avete?
  • Sì...
  • Tutti i prodotti per diabetici?
  • Certamente...
  • E gli antireumatici?
  • Certo!
  • Avete del Viagra?
  • Sì, ma serve la ricetta del medico
  • Gel per le emorroidi?
  • Naturalmente...
  • Lenitivi per il fegato?
  • Nessun problema...
    ma...
  • Antidepressivi?
  • Certo, ma non senza ricetta!
  • Sonniferi?
  • Idem come sopra: serve la ricetta!!!
  • Qualcosa per aiutare la memoria?
  • Si, abbiamo anche questo...
  • Pannolini per incontinenti?
  • Certamente, sono là...
  • E avete...
  • il farmacista la interrompe:
    Senta signora, questa è una delle migliori farmacie della città, offriamo tutti i servizi e abbiamo tutti i prodotti, cosa le serve esattamente?
  • Ecco, a fine mese mi sposo, lui ha 90 anni e io 83: volevamo sapere se possiamo lasciare la nostra lista nozze qui !!!

una spada (katana) affilatissima da Samurai

Tranchant

Francese, pronuncia: transcian.

Etimologia

Il termine tranchant deriva dal latino trinicare = "tagliato in tre" (con un colpo solo).

Significato

Tranchant è sinonimo di deciso, tagliente, perentorio: tono, risposta tranchant.

un amino molto anziano con i capelli spettinati ritti bianchi, fuma la pipa è seduto nel suo studio su una lussuosa sedia di pelle

Zygmunt Bauman

(Poznań, Polonia 19 novembre 1925 – Leeds, Inghilterra 9 gennaio 2017)
È stato un sociologo e filosofo polacco di origini ebraiche.

Aforismi e Citazioni di Zygmunt Bauman

  • La nostra vita è un'opera d'arte ‐ che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l'arte della vita dobbiamo ‐ come ogni artista, quale che sia la sua arte ‐ porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l'impossibile. E possiamo solo sperare ‐ senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe ‐ di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all'altezza della sfida.
  • L'incertezza è l'habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. Sfuggire all'incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. È per questo che una felicità "autentica, adeguata e totale" sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci a esso.
  • Penso che la cosa più eccitante, creativa e fiduciosa nell'azione umana sia precisamente il disaccordo, lo scontro tra diverse opinioni, tra diverse visioni del giusto, dell'ingiusto, e così via. Nell'idea dell'armonia e del consenso universale, c'è un odore davvero spiacevole di tendenze totalitarie, rendere tutti uniformi, rendere tutti uguali.
  • Il terreno su cui poggiano le nostre prospettive di vita è notoriamente instabile, come sono instabili i nostri posti di lavoro e le società che li offrono, i nostri partner e le nostre reti di amicizie, la posizione di cui godiamo nella società in generale e l'autostima e la fiducia in noi stessi che ne conseguono. Il "progresso", un tempo la manifestazione più estrema dell'ottimismo radicale e promessa di felicità universalmente condivisa e duratura, si è spostato all'altra estremità dell'asse delle aspettative, connotata da distopia e fatalismo: adesso "progresso" sta ad indicare la minaccia di un cambiamento inesorabile e ineludibile che invece di promettere pace e sollievo non preannuncia altro che crisi e affanni continui, senza un attimo di tregua.
  • Chiamiamo "pulizia" la rimozione di ciò che è indesiderabile, il ristabilimento dell'ordine. "Pulizia" significa ordine.
  • Il progresso è diventato una sorta di "gioco delle sedie" senza fine e senza sosta, in cui un momento di distrazione si traduce in sconfitta irreversibile ed esclusione irrevocabile. Invece di grandi aspettative di sogni d'oro, il "progresso" evoca un'insonnia piena di incubi di "essere lasciati indietro", di perdere il treno, o di cadere dal finestrino di un veicolo che accelera in fretta.
  • Tutti i punti di riferimento che davano solidità al mondo e favorivano la logica nella selezione delle strategie di vita (i posti di lavoro, le capacità, i legami personali, i modelli di convenienza e decoro, i concetti di salute e malattia, i valori che si pensava andassero coltivati e i modi collaudati per farlo), tutti questi e molti altri punti di riferimento un tempo stabili sembrano in piena trasformazione. Si ha la sensazione che vengano giocati molti giochi contemporaneamente, e che durante il gioco cambino le regole di ciascuno.
  • L'attenzione verso il corpo si è trasformata in una preoccupazione assoluta e nel più ambito passatempo della nostra epoca.
  • Oggi, il modo con cui guadagniamo i mezzi per vivere, i valori della professionalità, la valutazione che la società dà alle virtù e ai successi, i legami intimi e i diritti acquisiti, tutto questo è fragile, provvisorio e soggetto alla revoca. E nessuno sa quando e da dove arriverà il colpo fatale. Mentre i nostri antenati sapevano bene che occorreva avere paura di lupi affamati o dei banditi sui cigli delle strade. Non è quindi l'astrazione a rendere i pericoli apparenza più gravi, ma la difficoltà di collocarli, e quindi di evitarli e di controbatterli.
  • Ordine vuol dire la cosa giusta al posto giusto e al momento giusto. Sono i confini a determinare quali sono le cose, i luoghi e i momenti giusti.

Una faccina emoticon allibita

Allibìre

Verbo intransitivo

Etimologia

Il termine allibìre deriva dal latino: allivēre; ăd-livēre = "diventar livido".

Significato
  1. Allibìre è sinonimo di impallidire per paura, stupore, sorpresa e simili.
  2. Allibìre per estensione è sinonimo di ammutolire, sbigottirsi: a quelle parole allibì; cose, da fare allibire.

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