Detti latini
Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?
Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.
Marco Tullio Cicerone
(106 a.C. - 43 a.C.)
Filosofo, avvocato e scrittore.
Ne utile quidam est scire quid futurum sit - Miserum est enim nihil proficientem angi
Non c'è alcuna utilità nel conoscere l'avvenire - È una sventura tormentarsi invano
Gaio Valerio Catullo
Poeta latino (Verona 87 avanti Cristo - 57 avanti Cristo)
Apparteneva a una famiglia agiata. Stando a quanto racconta Svetonio, il padre ospitò Quinto Metello Celere e Giulio Cesare in casa propria al tempo del loro proconsolato in Gallia.
Ista cum lingua, si usus veniat tibi, possis culos et crepidas lingere carpatinas
Con codesta lingua potresti, all'occorrenza, leccare culi e sandalacci di cuoio
Cicerone
Mihi pinnas inciderant
Mi avevano tarpato le ali
Significa tradimento
Virgilio
Quid non mortalia pectora cogis, auri sacra fames!
A cosa non spingi i cuori degli uomini, o esecrabile fame dell'oro!
Publio Cornelio Scipione (Scipione L'Africano)
Politico e generale romano
(236 avanti Cristo - 183 avanti Cristo)
Versione latino
Hosti non solum dandam esse viam ad fugiendum, sed etiam muniendam
Analisi del testo
Al nemico non solo bisogna concedere una via di fuga, ma anche rendergliela sicura
Locuzione citata da Frontino in Strategemata, liber IV, De variis consiliis. La frase latina ricorda il nostro adagio: "A nemico che fugge ponti d'oro".
Il nemico, quando scopre che "Una salus victis, nullam sperare salutem", cioè che "non ha più nulla da perdere se non la propria vita", quando comunque è messo con le soalle al muro, nell'angolo, trova la forza, si rivolta col coraggio della disperazione.