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La disattenzione è il modo più diffuso di leggere un libro, ma la maggior parte dei libri oggi non sono soltanto letti ma scritti con disattenzione. Oppure con un'attenzione che fa parte dell'intesa autore-lettore. Si legge come si fuma, per tenere occupate le mani e gli occhi. Libri già cominciano a trovarsi abbandonati sui sedili dei treni. Sono stati letti per abitudine, per orrore del vuoto e di se stessi. Tra i vizi, la lettura, come diceva Valery Larbaud è il vizio compiuto, ma in certi casi smettere di fumare può evitare gravi conseguenze.

Oggi i computer sono diventati così popolari che molte persone li preferiscono ad un buon libro. Per molti addirittura la lettura è considerata più un obbligo che un piacere.

Ci sono molti tipi di persone, alcune amano la lettura e altre che non la amano. Ma una cosa è evidente: coloro che conoscono la grande gioia che proviene dalla lettura hanno vite più ricche e prospettive più ampie rispetto a chi non ama leggere.

“Incontrare” un buon libro è come incontrare un grande insegnante.

Ovidio

(Fasti, 1, 218)

Pauper ubique iacet

Il povero sta male comunque

(Chi è debole viene sempre e comunque colpito)

Petronio

(Satyricon, 75)

Homines sumus, non dei

Siamo uomini, non dei

(L'espressione indica i limiti della natura umana incline agli errori. La citazione vuole esprimere che non si è infallibili)

Abiùra

Etimologia

Dal latino: abiurare, composto di "ab" da, con senso di allontanamento, e "iurare" giurare. Sostantivo.

Significato

Ritrattazione pubblica di una fede, di una teoria, di un'ideologia; rinuncia libera e perpetua, sotto la fede del giuramento, a cose, persone o idee, alle quali prima si era aderito. Ritrattazione giurata mediante la quale si rinuncia per sempre a una dottrina fino a quel momento praticata, riconoscendola erronea ed eretica; in particolare nel cristianesimo e nell'islanismo, solenne rinuncia ad altra religione o dottrina considerata falsa.
Per estensione, rinuncia a un credo politico, ritrattazione delle ideologie o abbandono dei principî precedentemente professati.

Verbo

Abiurare: fare abiura, rinunciare solennemente a una fede o a una dottrina.

Sinonimi

Abbandono, disconoscimento, rinuncia, ritrattazione, apostasia, rinnegamento, tradimento, sconfessione, ripudio.

Contrari

Adesione, conversione.

Megalopoli

Etimologia

Dal greco: "mègas"  grande e  "polis"  città. Sostantivo.

Significato

Città con abnorme sviluppo delle strutture urbanistiche e altissima densità di abitanti. E' stata coniata inizialmente dal geografo francese Jean Gottmann nell’omonima sua opera (1961) per designare la grande area urbanizzata che, dalla costa nord -orientale degli Stati Uniti d’America, si estende per quasi 1000 km da Washington a Boston attraverso le metropoli di New York, Filadelfia, Baltimora. Come nome comune, il termine è genericamente esteso a indicare zone, o città, molto vaste e altamente urbanizzate, che rappresentano lo stato evolutivo più critico della crescita metropolitana; per esempio, in Italia, la megalopoli padana, che si estende da Torino a Trieste.

Sinonimi

Grande città, metropoli, agglomerato urbano.

Seneca

(Epistulae morales ad Lucillum, 122, 3)

Nullus agentis dies longus est

Nessun giorno è lungo per chi lavora

(Chi lavora non si annoia ed il tempo passa più in fretta)

foto di Rabindranath Tagore

Rabindranath Tagore

Poeta, prosatore, drammaturgo e filosofo indiano di lingua bengalese,  (1861-1941) a Calcutta, da una famiglia appartenente ad una elevata aristocrazia che svolse un ruolo importante nella vita culturale, artistica, religiosa e politica del Bengala.


 


Vieni come sei non indugiare a farti bella.

Vieni come sei non indugiare a farti bella.
Se le trecce dei capelli sono sciolte se la riga
non è dritta se i nastri della veste sono slacciati,
non badarci
Vieni come sei non indugiare a farti bella.
Vieni in fretta sull’erba a passi veloci
Se la rugiada scioglie la rossa pittura
dei tuoi piedi se i bracciali con le campanelle
s’allentano alle tue caviglie se cadono le perle
della tua collana non badarci
Vieni in fretta sull’erba a passi veloci!
Non vedi quante nuvole oscurano il cielo!
Stormi di gru si levano in volo dall’altra riva del fiume
e raffiche improvvise di vento passano veloci
sulla brughiera
Il gregge impaurito corre verso gli ovili del villaggio.
Non vedi quante nuvole oscurano il cielo?
Invano accendi la lampada della tua toilette,
il vento la sbatte e la spegne.
Chi potrebbe dire che le tue palpebre non sono
tinte di ombretto nero?
I tuoi occhi sono più oscuri
delle nuvole minacciose
Invano accendi la lampada della tua toilette,
per prepararti
Vieni come sei, non indugiare a farti bella.
Se la ghirlanda non è bene intrecciata, che importa?
Se il braccialetto non è chiuso, lascia stare.
Il cielo è coperto di nuvole, è tardi.
Vieni come sei, non indugiare a farti bella.

Quintiliano

(Institutiones oratoriae, 7, 2,44)

Scelera non habere consilium

I delitti non hanno cervello

(L'espressione viene citata a proposito di chi commette un crimine in un momento d'ira senza riflettere)

Orazio

(Ars poetica, 163)

Cereus in vitium flecti

Facile come la cera a volgere verso il vizio

(La frase indica la persona facilmente influenzabile in senso negativo)

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