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Négligé

Francese, pronuncia: négligé.

Etimologia

Dal latino negligere = "omettere".

Significato

Négligé è un tipo di abbigliamento notturno da camera femminile, composto da una vestaglia succinta, perlopiù di stoffa leggera e trasparente, spesso con slip e reggiseno coordinati. È stato introdotto in Francia nel XVIII secolo, imitando lo stile coprente dalla testa ai piedi degli abiti da giorno delle donne del tempo. Dal 1920, il négligé ha cominciato a imitare i vestiti da seta in raso del periodo, ma con un singolo strato. È solo dopo la seconda guerra mondiale che diventa però trasparente, sensuale e a volte addirittura erotico.

Tito Livio

busto in marmo del persoaggio viso triangolare scavato in testa una kippah(59 avanti Cristo - 17 dopo Cristo)
Tito Livio, il cui cognome è sconosciuto, è stato uno storico romano, autore di un'opera monumentale sulla storia di Roma, gli Ab Urbe Condita libri CXLII, dalla sua fondazione fino alla morte di Druso, figliastro di Augusto nel 9 avanti Cristo.

Versione latino

Frangar non flectar

Analisi del testo

Mi spezzerò ma non mi piegherò

Erroneamente è usata come motto gentilizio oppure anche per indicare un'integrità morale che non cede davanti a nessuna minaccia o pericolo. In realtà trasmette solo ottuso orgoglio. La frase non è documentata nella letteratura classica, ma il nesso flectere - frangere è invece presente variamente interpretato nella letteratura latina del periodo aureo: Tito Livio Historiae II, 23; Lucano, Pharsalia III, 554; Ovidio Ars II, 180; Seneca Thyestes 200 (flecti non potest, frangi potest).

È interessante il significato del nesso presentato nella sentenza di Publilio Siro nella lettera, 45

Ma il significato con cui è divulgata maggiormente è ispirato da un passo di Orazio:

Versione latino

Iustum et tenacem propositi virum non civium ardor prava iubentium, non voltus instantis tyranni mente quatit solida neque Auster, dux inquieti turbidus Hadriae, nec fulminantis magna manus Iovis: si fractus inlabatur orbis, inpavidum ferient ruinae

Analisi del testo

All'uom tenace nel suo buon proposito non muove il saldo cuor furia di popolo che iniquo imperversi o cipiglio di minaccioso dèspota, non l'Austro torbido del re del mobile Adriatico, non la gran destra del signor del fulmine se infranto precìpiti il mondo impavido ei starà nella ruina

Esalta la fermissima e incrollabile coerenza con i propri principi. Orazio con essa illustra l'ideale morale del popolo romano.

In Agostino invece si trova la locuzione di senso opposto: Flectar ne frangar.

delle formule matematiche confuse sulla lavagna

Farraginóso

Aggettivo

Significato
  1. È farraginóso ciò che è fatto di tanti elementi ammassati insieme in modo confuso: un racconto farraginóso; erudizione farraginóso; farraginóso volumi di privati ed oscuri interpreti (Beccaria).
  2. È farraginóso ciò che diviene così complicato da fare perdere il filo: quando una legge ha così tanti commi, controcommi, articoli che si contrddicono tra loro e va a inficiare ulteriormente il sistema, siamo di fronte a cose farraginose.
Avverbio

Farraginosaménte, in modo farraginoso, disordinato e confuso: esporre farraginosamente i fatti.

Sinonimi

Caotico, confuso, mescidato, pasticciato.

Contrari

Chiaro, ordinato.

una antica foto in bianco e nero, il personaggio alla sua scrivania, piena di materiale

Maurice Barrès

Charmes, 19 agosto 1862 – Neuilly-sur-Seine, 4 dicembre 1923
È stato uno scrittore e politico francese, figura di spicco del nazionalismo in francia.

Aforismi di Maurice Barrès

  • Il senso dell'ironia è una grande garanzia di libertà. 
  • Che cos'amo nel passato? La sua tristezza, il suo silenzio e soprattutto la sua fissità. Quello che si muove mi infastidisce.
  • Quelli che rinunciano a tutto e quelli che desiderano tutto sono fatti per capirsi.
  • Non è la ragione che ci dà una guida morale, è la sensibilità.
  • Il politico è un acrobata: si mantiene in equilibrio dicendo l'opposto di ciò che fa.
  • Dove manca la forza, il diritto scompare.
  • Ogni libro ha per collaboratore il suo lettore.
dipinto raffigura San'Agostino immerso nelle letture in una chiesa
Sant'Agostino in una parte dell'affresco di Sandro Botticelli.

Agostino d'Ippona (sant'Agostino)

Flectar ne frangar

Mi piego, ma non mi spezzo

Questo motto è stato adottato anche da altre lingue e culture, a volte in modo indipendente. Per qualcuno definisce addirittura la saggezza. Particolare fortuna ha avuto, nel mondo berbero, l'espressione, di identico significato, a nerrez wal' a neknu, utilizzata in una celebre poesia dal poeta ribelle e anticonformista Si Mohand ou-Mhand (1848-1905), successivamente impiegata da Idir Ait Amrane nel canto "berbero-nazionalista" Ekkr a mmi-s Umaziɣ ("sorgi, o figlio di Amazigh!", 1945), e divenuta poi lo slogan della Primavera berbera del 1980. Tra le tante citazioni della frase, è da ricordare che il cantantautore militante Lounès Matoub ne fece il titolo di un suo brano del 1981. Inoltre. fino a qualche tempo fa il motto faceva bella mostra di sé sotto la testata dell'importante quotidiano torinese La Stampa. Per qualcuno è però nella cultura giapponese, che questo concetto trova la sua casa, dove persino nello Jūdō (parola stessa che tradotta dalla lingua giapponese significa appunto "via della cedevolezza") si insegna "come un giunco piegati per non essere spezzato".

Il nesso flectere - frangere è presente variamente interpretato nella letteratura latina del periodo aureo ma si trova maggiormente la locuzione di senso opposto Frangar, non flectar.

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