A quel punto lei si commuove, lui salta e l'Italia incassa il terzo oro europeo nella danza dopo quelli di Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio:
Non ci era mai capitato di essere in vantaggio dopo la short dance e abbiamo gestito la tensione, dominato la strizza. Siamo riusciti a coinvolgere tutti, c'era un sacco di pubblico e lo abbiamo sentito. Quando scendi in pista il dilemma è sempre lo stesso: provare a realizzare il programma pulito senza osare o aggiungere qualche emozione. Noi abbiamo pensato che senza cuore non si vince e che l'interpretazione coinvolge anche i giudici.
Come una sconfitta può portare al successo. La massima diventa oro per Cappellini e Lanotte che hanno costruito il trionfo agli Europei sopra una delusione di stagione, la finale di Grand Prix a Fukuoka girata storta e valutata male. Lei ha cambiato vestito, insieme hanno cambiato allenamenti e dettagli:
Abbiamo ripreso in mano tutto il lavoro perché se ti dicono "guarda che non funziona" girarti dall'altra parte e insistere è inutile. Abbiamo limato ogni imperfezione, aumentato la velocità e ci consideriamo ancora all'85 per cento.
Quel che resta da spremere va tirato fuori ai Giochi dove la concorrenza è impossibile e i primi due posti sono già prenotati (una sfida a due tra i canadesi campioni in carica Virtue-Moir e gli americani argento a Vancouver Davis-White) e dove l'unica piazza resta il bronzo. Per quel posto ci soni almeno sei pretendenti tra cui due coppie russe che giocano in casa e la più forte delle due non è quella del cigno battuta qui. Cappellini e Lanotte non si spaventano:
Non ci sono limiti a quanto possiamo migliorarci e la nostra storia non finisce alle Olimpiadi.
Però passa di lì e con un oro a dare motivazioni extra.
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