Che vuol dire?
Il dizionario della lingua italiana è costituito da più di 160.000 parole (con quelle tecniche e di ambiti specialistici si sale ad oltre 250.000 parole); una tale ricchezza di contenuti permette di classificare le parole in base a differenti criteri tra cui quello legato alla difficoltà di comprensione. Una parola difficile è un termine particolarmente complicato che mette alla prova la bravura e la cultura di chi tenta di individuarla.
Questa rubrica darà soddisfazione ai tuoi dubbi sulle parole difficili o insolite. Inviaci una richiesta specifica, la risposta sarà pubblicata.
Congruo
Etimologia
Dal latino: congruus, dal verbo "congrùere" concordare, coincidere, composto di "cum" e "grùere" di etimologia incerta. Aggettivo.
Significato
- Adeguato, conveniente, proporzionato a determinati bisogni, esigenze e simili: abbiamo venduto l'immobile ad un prezzo congruo
- In matematica, detto di ciascuno di quei numeri naturali che, divisi per un numero dato, danno il medesimo resto.
- In teologia, merito congruo, quello procurato da opere che meritano la grazia di fronte a Dio.
Avverbio
Congruaménte: in modo conveniente; retribuire congruamente il lavoro svolto.
Aggettivo
Congruente: che si accorda, che ha coerenza, conclusione congruente con le premesse.
Sostantivi
Congruenza: l'essere conveniente, confacente, la congruenza di un'obiezione. In matematica: relazione d'equivalenza, nell'insieme dei numeri naturali, nella quale sono equivalenti due numeri congrui rispetto a un numero assegnato detto modulo.
Congruità: l'essere congruo.
Sinonimi
Conveniente, coerente, adeguato, appropriato, adatto, opportuno, corrispondente, rispondente, conforme, proporzionato.
(In senso figurato) considerevole, notevole, ragguardevole, sostanzioso, cospicuo.
(In geometria) congruente, sovrapponibile.
Contrari
Incongruo, sconveniente, incoerente, inadeguato, inadatto, inopportuno.
(In senso figurato) insufficiente, scarso.
Assioma
Verità, principio.
Etimologia
Dal greco: axiòma/àxios = dignità /degno.
Significato
- Verità di per sé evidente e indiscutibile, che sta alla base di ogni dimostrazione; nella matematica e nella logica contemporanee, proposizione primitiva (priva del requisito dell’evidenza) di un sistema formale, dalla quale si deducono teoremi mediante regole di inferenza
- Per estensione: nell’uso corrente, verità, principio che per la sua evidenza non ammette discussioni, palesemente vera.
Aggettivo
Assiomatico: che concerne l'assioma o ne ha il carattere. Indiscutibile, irrefutabile, verità assiomatica.
Sostantivi
Assiomatica: la totalità dei principi posti alla base di una qualsiasi scienza deduttiva.
Assiomatizzazione: atto, effetto dell'assiomatizzare.
Avverbio
Assiomaticamente: con assoluta evidenza, indiscutibile.
Verbo
Assiomatizzare: trattare in base ad assiomi, trattare una scienza.
Sinonimi
Postulato. Certezza, dogma, verità, sicurezza, evidenza, principio, asserto.
Contrari
Incerto, confuso, dubbio, oscuro, ambiguo.
Saltèrio (anticamente saltèro)
Dal greco: psaltèrion = cantare con accompagnamento della cetra.
Significati
- Antico strumento musicale a corde pizzicate, sia del tipo dell’arpa, sia del tipo della cetra; con questo termine sono tradotti i nomi di alcuni strumenti ebraici di tale tipo nella versione greca dei Settanta e in quella latina della Vulgata; dal medioevo in poi lo stesso termine è stato usato per indicare vari strumenti analoghi, di forma triangolare o trapezoidale, con le corde tese come nella lira, che si suonavano con le dita, con il plettro, o con due bacchette.
- Il libro biblico dei Salmi (così detto dall’abitudine di accompagnare col salterio il canto dei salmi): salterio davidico, il libro dei salmi di David; un salterio miniato. In particolare, nella liturgia cristiana, la raccolta dei 150 salmi, unitamente a inni, antifone, ecc., distribuiti nei giorni della settimana secondo le varie ore canoniche: dire, cantare, recitare il salterio.
- Per estensione: libretto che conteneva brani didascalici, tra cui alcuni salmi, usato anticamente per insegnare a leggere.
- Anticamente: velo monacale a pieghe fitte; "certi veli piegati, li quali in capo portano e chiamanli il saltero" (Boccaccio).
- In zoologia, terza cavità dello stomaco concamerato dei Mammiferi Artiodattili Ruminanti, perché con molte pieghe.(Omaso)
Sinonimi
Breviario, antifonario, devozionario.
Romanzo di Giuseppe Tommasi di Lampedusa
Gattopardésco
Termine entrato nel linguaggio letterario e giornalistico in seguito alla pubblicazione postuma, avvenuta nel 1958, del romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, per riferirsi all’atteggiamento tipico del protagonista dell’opera, Fabrizio Corbera principe di Salina (che aveva un gattopardo come figura araldica nell’arme gentilizia), in quanto tale atteggiamento definito come gattopardismo, sia imitato e fatto proprio da personaggi della vita politica o anche da persone comuni. Nel romanzo di Salvo Scibilia il termine racchiude un significato più sottile e sotterraneo che ha a che fare con le «mezze parole», le insinuazioni, i doppi sensi, le menzogne. Un modo di relazionarsi perfetto per rafforzare l’assunto gattopardesco del tutto cambia senza nulla cambiare, quindi tradizionalista, conservatore.
Sinonimi: borghese, conformista, moderato, conservatore, reazionario.
Onomatopèica
Aggettivo
Etimologia
Il termine onomatopèica deriva dal greco ονοματοποιακά (onomatopoiaka) composta da ονοματος (ònomatos) = "nome" + ποιηιν (poièin) = "fare".
Significato
Il termine onomatopèa oppure anche onomatopeia è un sostantivo di genere femminile proprio del linguaggio tecnico-scientifico della linguistica ed indica una figura retorica che riproduce, attraverso i suoni di una determinata lingua, il rumore o il suono associato ad un oggetto o a un soggetto a cui si vuole fare riferimento, mediante un procedimento iconico tipico del fonosimbolismo.
È un arricchimento delle capacità espressive della lingua mediante l'imitazione fonetica come ad esempio "brrr, crac; bau bau, tic tac; din don dan" o "patapum, taratatà, chicchirichì" o interi versi, che quindi suggeriscono acusticamente l'oggetto o l'azione significata.
Si può dire suono onomatopeico? Esistono verbi onomatopeici?
Dalla definizione, si evince immediatamente che l’espressione suono onomatopeico non può essere corretta: l’onomatopea è infatti una parola che imita un suono.
Esistono molti verbi che si possono definire onomatopeici o voce di origine onomatopeica, cioè che sono derivati da fonosimboli. Esempio: bisbigliare, borbottare (in cui l'onomatopea è meno evidente), gloglottare (il verso del tacchino, in cui l'origine fonosimbolica è molto più chiara) ronzare.
Molti sono anche i sostantivi che hanno un simile etimo. Nella maggior parte dei casi l'origine onomatopeica non è evidente e va ricercata, per esempio, nel latino: un caso simile è quello del verbo frinire, dato come derivante dal latino fritinnīre, latino medievale frintinnīre.