Detti latini
Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?
Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.
Cicerone
(Filippiche, XII, 5)
Cuiusvis hominis est errare; nullius, nisi insipientis, in errore perseverare
Chiunque può sbagliare, ma nessuno, se non è uno sciocco, persevera nell'errore.
L'uomo può anche errare, ma poi, con la propria esperienza, non può continuare stupidamente a perseverare nell'errore.
Proverbio
Curae canitiem inducunt
Le preoccupazioni fanno venire i capelli bianchi
Massima ripresa dall'Odissea e in uso nel linguaggio corrente.
Cicerone
Memoria minuitur nisi eam exerceam
La memoria diminuisce se non viene esercitata
Seneca
Cui prodest?
A chi giova?
Frase latina tratta dal passo della Medea di Seneca: cui prodest scelus, is fecit, il delitto l'ha commesso colui al quale esso giova. Nel linguaggio giuridico e politico il cui prodest viene spesso usato quando si cerca di scoprire chi sia l'autore o il promotore di un fatto (non necessariamente delittuoso), nel presupposto che può esserlo soltanto chi se ne ripromette un vantaggio per sé.
Catullo
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Ti odio e ti amo. Come possa fare ciò, forse ti chiedi.
Non lo so, ma sento che così avviene e me ne tormento.