L'ultimo esperimento è stato condotto su due gruppi di topi. Il primo poteva correre liberamente sulla ruota, il secondo no. Evidenziando con un colorante i neuroni cerebrali degli animali gli scienziati hanno scoperto che, nei topi pigri, i neuroni che controllano il sistema nervoso para-simpatico, situati nella medulla rostro-ventrale, si allungavano notevolmente trasformando così il tipo di stimolo nervoso.
Gli studiosi spiegano che questi cambiamenti anatomici e funzionali possono aumentare la sensibilità dei neuroni agli stimoli eccitatori e contribuire ad aumentare il rischio di incorrere in patologie cardiovascolari. Patrick Mueller, autore principale dello studio, ha concluso che la ricerca dimostra che l’inattività modifica perfino il cervello. Lo studio è stato condotto sui topi ma ci fa ipotizzare che ciò possa accadere anche nell’uomo e indurre a un aumento del rischio di patologie cardiache.
I pediatri avvertono che la sedentarietà è anche responsabile, in una percentuale tra il 10% al 16% di alcuni tumori e del diabete di tipo 2, oltre che del 22% delle malattie cardiovascolari e di altre patologie croniche. Il presidente SIP, Giovanni Corsello, spiega che cambiare stili di vita fin dalla prima età è necessario ma questo non significa necessariamente aumentare le ore dedicate allo sport. Il movimento infatti è anche gioco, attività all’aria aperta e passeggiate.
La SIP ha presentato un “manifesto” rappresentato dalla “piramide dell’attività fisica e motoria”. Alla base, sono indicate le attività da svolgere quotidianamente (andare a scuola in bici o a piedi, salire le scale, passeggiare, ordinare i giochi) mentre ai gradini più alti sono indicate le attività da svolgere con minore frequenza (in cima alla piramide, il tempo per computer e tv, limitato a un’ora al giorno).