L'idea della prima lampadina commerciale bioluminescente
I fondatori di Glowee sono stati "illuminati", per ideare le loro bio-lampadine, durante la visione di un documentario sulla bioluminescenza, riflettendo su un'ordinanza passata in Francia che vieta nelle insegne e nelle vetrine di utilizzare luci elettriche dalle 01:00 di notte alle 07:00 del mattino. I ricercatori hanno deciso di realizzare la loro brillante idea e lanciare il loro primo prodotto nel dicembre 2015. Naturalmente l'idea non è nuova. Aziende come Philips e Ambio, avevano già fatto annunci precedenti di bio-lampadine, ma non abbiamo mai visto prodotti commerciali.
Bioilluminare di notte, una idea geniale
Glowee spera che il loro prodotto, fornirà un'alternativa sia all'illuminazione notturna a basso assorbimento, che a quella in luoghi senza alimentazione elettrica. Nonché di ridurre l'inquinamento luminoso in tutto il mondo: "Il nostro obiettivo è quello di cambiare il modo di produrre e usare la luce", dice il fondatore di Glowee Sandra Rey.
La prima lampadina commerciale bioluminescente
Le lampadine sono costituite da piccoli vani di plastica trasparente, riempiti con un gel che contiene i batteri bioluminescenti, Vibrio fischeri. Questi elementi base possono essere realizzati in qualsiasi forma e il loro schema multiplo può essere personalizzato per costituire la forma della lampadina. Il batterio non è tossico e non è patogeno, si trova comunemente in creature marine come le Sepiolida Hawaii. Famoso per creare disegni luminescenti affascinanti nell'oceano tra i surfisti e sulle spiagge. Il gel comprende le sostanze nutritive di cui i batteri hanno bisogno per vivere, soprattutto zuccheri e ossigeno.
La soluzione non copiare le lampadine tradizionali ma cambiare modo di concepirle
Durante i test iniziali di Glowee, le lampadine ovviamente potevano tenere la luce solo per i secondi, ma dopo una elaborazione della ricetta del gel, possono ora tenere i batteri "brillanti" anche per tre giorni. Lo studio sta proseguendo verso la realizzazione di un interruttore molecolare per attivare i batteri solo di notte, risparmiando così energia durante il giorno allungando la vita dei suoi nutrienti. I ricercatori sono fiduciosi di poter presentare un prodotto entro il 2017 che potrà rimanere illuminato anche per un mese. Ulteriori ricerche saranno necessarie per aumentare il flusso luminoso e per far sopravvivere i batteri a maggiori oscillazioni di temperatura.
Non mancano gli scettici delle lampadine bioluminescenti
I detrattori sono ancora convinti della superiorità delle tecnologie esistenti, come le lampadine a LED. Ci sono ancora molte domande senza risposta sulle bio-lampadine, tra cui il loro costo, l'efficienza e la loro durata ma la squadra Glowee spera che il loro prodotto potrà almeno incidere sulle emissioni globali di CO2 e di inquinamento luminoso.
Per lo meno, sperano di offrire un prodotto divertente, decorativo e alternativo per l'illuminazione notturna. Nella migliore delle ipotesi, hanno il potenziale per risparmiare una notevole quantità di energia e di riilluminare le insegne e le vetrine di Parigi.
Non sono mai contrario alla sperimentazione sul campo, poi chissà, il mio suggerimento è quello di trovare il modo di ricaricare lo zucchero e l'ossigeno durante il giorno, magari con l'energia solare.