Detti latini
Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?
Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.
Cicerone
(Commentariolum petitionis, 2, 9)
Umbram suam metuit
Ha paura della sua ombra
(Espressione usata per indicare una persona estremamente paurosa, timorosa anche delle cose più innocue)
Tito Livio
(Historia, 22, 39)
Omnia non properanti clara certaque erunt; festinatio improvida est et caeca
A chi opera con calma tutte le cose appariranno chiare e sicure; la fretta disordinata è improvvida e cieca
Fedro
Quicumque turpi fraude semel innotuit, etiam si verum dicit, amittit fidem
Chiunque dice una bugia una volta, anche se poi dice il vero, non è creduto.
Locuzioni comuni
Transeat
Passi pure
Si usa anche nel senso: "lasciamo correre", "lasciamo perdere".
Virgilio
Si parva licet componere magnis
Se è lecito paragonare le piccole cose alle grandi
Si usa quando, in una argomentazione, si introduce un paragone sproporzionato istituendo un parallelo con qualcosa di livello superiore. L'espressione è tratta da un passo delle Georgiche dove il lavoro delle api è paragonato a quello dei Ciclopi che preparano i fulmini.