
Frasi celebri
Citazioni, frasi, frasi di film, proverbi, massime, detti, sentenze, motti, adagi, aforismi, insomma una breve frase che condensa - similmente alle antiche locuzioni latine - un principio specifico o un più generale sapere filosofico o morale.
"Una verità detta in poche parole; epperò detta in modo da stupire più di una menzogna."
(Giovanni Papini, Dizionario dell'Omo Selvatico)
Le più belle, le più spiritose, le più curiose, le più strane, le più vere di tutti i tempi, le trovate quotidianamente qui.
Robert Maynard Pirsig
(Minneapolis, 6 settembre 1928 – South Berwick, 24 aprile 2017)
Robert Maynard Pirsig è stato uno scrittore e filosofo statunitense, celebre soprattutto per il suo primo libro, Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta.
Aforismi e Citazioni di Robert Maynard Pirsig
- La normalità è conformità alle aspettative collettive.
- La forza creativa dell'evoluzione non è contenuta nella sostanza.
- Si rimuove sempre la rabbia momentanea verso qualcosa che si odia a fondo.
- Voleva liberarsi della sua propria immagine, perché il fantasma era ciò che lui era, e Fedro voleva essere libero dai vincoli della sua stessa identità.
- La fretta è di per sé un atteggiamento velenoso da ventesimo secolo, che tradisce indifferenza e impazienza.
- Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.
- È un fantasma che si riveste del nome di 'razionalità', ma le sue sembianze sono quelle della confusione e dell'insensatezza, un fantasma che fa sembrare un po' folli le più normali azioni quotidiane perché ciascuna di esse non ha nulla a che vedere con tutto il resto.
- Le strade migliori non collegano mai niente con nient'altro e c'è sempre un'altra strada che ti ci porta più in fretta.
- Permissivismo e abbattimento dell'autorità sociale non sono certo più scientifici della severità e delle discipline vittoriane.
- Alcune cose ci sfuggono perché sono così impercettibili che le trascuriamo. Ma altre non le vediamo proprio perché sono enormi.
- Si vive più a lungo per poter vivere più a lungo. Senza altro scopo. Questo dice il fantasma.
- Il vero scopo del metodo scientifico è quello di accertare che la natura non ti abbia indotto a credere di sapere quello che non sai.
- Qualsiasi sforzo abbia come obiettivo finale l'autoglorificazione è destinato a concludersi in un disastro.
- Una cosa di cui non si fa mai parola a proposito dei pionieri è che sono invariabilmente, e per loro stessa natura, sciatti e disordinati.
Giandomenico Boncompagni, meglio conosciuto come Gianni
(Arezzo, 13 maggio 1932 – Roma, 16 aprile 2017)
Gianni Boncompagni è stato un conduttore radiofonico, paroliere, autore televisivo e regista televisivo italiano.
Aforismi e Citazioni di Gianni Boncompagni
- Ho un biglietto da visita per ridere. Ma quasi tutti lo prendono sul serio. C'è il mio nome. E poi sotto, stampato: mai stato a Cortina. Mai stato a Sabaudia. Mai visto "La vita è bella". Mai scritto un libro. Mai visto uno sceneggiato.
- La televisione generalista non la si può vedere. Tutta, non solo Rai. Ormai, ci sono solo pettegolezzi nobilitati come "gossip".
- Se il disco è buono, bene; se no, ciccia!
- L'Italia, a parte la tarantella, non ha una grande tradizione di musica da ballo.
- Con i reality abbiamo toccato il fondo della volgarità. Hanno un solo merito: sono laici, senza censure. È la vita di tutti i giorni mandata in onda. Chi li ha ideati è stato un genio.
- Il mio sogno è una polizia televisiva. Guidata da me, naturalmente.
- Il rito della serata davanti al piccolo schermo è passato di moda. La gente è cambiata e ci sono nuovi mezzi. È vero che la colpa è di una televisione scadente. Ma non c'è peggioramento, anzi c'è un miglioramento. La tv degli anni che a noi, ora, sembrano d'oro era spaventosa.
- Bocelli è ormai il numero uno al mondo e da settimane guida le classifiche di vendita inglesi, mentre da noi in testa alla hit parade c'è un gruppo chiamato Tabula Rasa Elettrificata che nessuno, neanche i ragazzi di Macao, conoscono! [Famosa gaffe del settembre 1997, riferendosi al gruppo musicale Consorzio Suonatori Indipendenti]
- Oggi è tempo di revival, di riesumazioni. Che sia la volta della tarantella? Chissà!
- Noi disc-jockeys radiofonici che manipoliamo dischi dalla mattina alla sera siamo scambiati per "fabbricatori di successi", per scopritori di talenti, per personaggi potentissimi che possono lanciare a piacere, questo o quel disco.
Piero Ottone, pseudonimo di Pier Leone Mignanego
(Genova, 3 agosto 1924 – Camogli, 16 aprile 2017)
Piero Ottone è stato un giornalista e scrittore italiano.
Aforismi e Citazioni di Piero Ottone
- Non sono gli errori a fare scandalo. Quel che preoccupa è la convinzione, sempre più diffusa, che le buone maniere siano un'anticaglia, e che non valga la pena di impararle.
- Il giudice di ultima istanza è il pubblico; e il pubblico legge sempre meno. Il numero totale di copie vendute cala. In Italia, rispetto agli altri paesi, leggiamo poco. La stampa è in crisi. Le promozioni, a volte intelligenti, a volte strampalate, tentano invano di mettere un argine.
- La stampa italiana funziona male: noi contribuiamo al degrado dispensando notizie con licenza di uccidere.
- La stampa italiana funziona male ma anche la magistratura non funziona a dovere. Il male è diffuso, l'Italia non è un Paese del tutto civile, come ho avuto modo di scrivere. Ma noi contribuiamo al degrado dispensando notizie con licenza di uccidere.
- Nelle aziende non c'è posto per la democrazia; e neppure per le forme di governo oligarchiche. Il capo dell'azienda è il monarca. Se ha una forte personalità, egli non si limita a prendere le decisioni importanti: imprime anche il proprio temperamento, le proprie peculiarità all'impresa, che finirà per somigliargli.
- L'Italia è un paese disorganizzato, dissipatore, di mediocri tradizioni, in cui si vive meno bene che in altri paesi d'Europa o d'Oltreoceano.
- Il decalogo del giornalista
- Scrivi sempre la verità, tutta la verità, solo la verità.
- Cita le fonti. Se la tua fonte vuole restare anonima, diffida.
- Verifica quel che ti dicono. Se non puoi verificare, prendi le distanze.
- Non diffamare il prossimo, ed evita le frasi del tipo: "Sembra che il tale abbia rubato...", "Si dice che il tal altro abbia ammazzato...".
- Non obbligare il lettore a leggere una colonna di roba prima che cominci a capire che cosa è successo.
- Non fare lunghe citazioni fra virgolette all'inizio di un "pezzo" senza rivelare subito chi sia il loro autore (il metodo non crea suspense, come forse crede il giornalista: dà solo fastidio).
- Non mettere mai fra virgolette, nei titoli, frasi diverse da quelle che sono state pronunciate.
- Evita le iperboli e le metafore di Pierino, come "bufera" ("il partito è nella bufera"), "giallo" ("il giallo di Ustica"), "rissa" ("ed è subito rissa fra x e y"), "fulmine a ciel sereno", "scoppiato come una bomba".
- Prima di scrivere nel titolo che "Londra è nel panico", va' a Londra e controlla se otto milioni di persone sono davvero uscite di testa.
- Non dire mai: "L'obiettività non esiste". È l'alibi di chi vuole raccontare palle.
- Quel che non cambia è una caratteristica di questo mestiere: l'avvocato non decide, ma consiglia le decisioni altrui: non giuoca, ma assiste al gioco... è uno spettatore di prima fila alla recita della commedia umana... In certi momenti si sente forse attore lui stesso: la sua consulenza determina le decisioni dei protagonisti, ne diventa parte integrante. Ma poi vi sono, inevitabilmente, altri momenti, nei quali subentra la frustrazione di non poter decidere, perché il cliente agisce, come è suo diritto, in maniera autonoma.
Christian De Sica
(Roma, 5 gennaio 1951)
Attore, regista e cantante italiano.
Raggiunge la popolarità grazie alla partecipazione a numerose commedie di successo, in particolare i cosiddetti cinepanettoni, nei quali forma un'affiatata coppia comica con Massimo Boldi.
Dialoghi dai film di Christian De Sica
- [Sandro (Christian De Sica) e Lorenzo (Massimo Boldi) hanno appena salutato le mogli partite per le vacanze]
Ma che fai, te sei commosso?
No, è che le partenze mi comunicano sempre un certo pathos malinconico.
Ma tu devi esultare caro mio, perché stanno per scattare festeggiamenti a raffica! Si inizia già stasera eh!
Già, già…stasera mia moglie mi ha organizzato un minestrone da scaldare, figurati!
Invece io ti ho organizzato due zoccolone da trombare, non lo so, scegli tu eh!! - (Riccardo Garrone e Rossella Como trovano il figlio Christian De Sica a letto con un uomo. Una battuta a testa)
Comunque è tutta colpa tua!
Ah sì eh? È colpa mia se c’abbiamo er fjo frocio!
Eeeeehhhh frocio!…Bisex…moderno, mamma ecco…moderno! - [Antica Roma. Il Senatore Atticus (Christian De Sica) all’amante (Gabriella Labate)]
Ma che fai? Sei gelosa della mia signora, la panzona? Lo sai quant’è che non me la calzo? Dalle Guerre Puniche! - (Antica Roma. Christian De Sica e la prostituta Anna Falchi)
Come ti chiami?
Sono Poppea.
Nome d’arte!
Sì, di mio faccio Pomponia. - [Cesare (Christian De Sica), commesso in un negozio di calzature, infila una scarpa all'amico Fabrizio Bracconeri]
Ma che te lavi i piedi con la saponetta al pecorino?! - (Il burino Christian De Sica e Nathalie Caldonazzo)
Lo sapevate che gli scampi sono afrodisiaci?
Sì, ma sono anche tanto pesanti.
Ti si rinfacciano?
Mica ho capito.
Te se ripropongono…li rivedi?! - (Un gruppo di ragazze e Christian De Sica)
Dai, andiamo a ballare.
D’accordo, però peggio per voi: c’ho un gioco anca-bacino che praticamente una rischia di rimanere incinta! - [Opinabile “perla di saggezza” di Don “Buro” (Christian De Sica)]
Viva la beata ignoranza: ti fa star bene di testa, di cuore e di panza! - (Da:”Com’era sta margherita”)
Siani: "Eccola (gli porge la foto)!"
De Sica: "Ma è ‘n cesso! E te volevi ammazzà pe questa?"
Siani: "Sò 'nnammurato!"
De Sica strappa la foto e la butta nel water: "Aaaaaaaaaaaah! Ecco fatto! Il cesso nel cesso!" - "Ce tenevo tanto a datte un fijo..."
"All'età nostra? Io c'ho 'l seme pigro, tu c'hai l'utero che sbadija. Non famo un fijo, famo un ghiro!"(Sabrina Ferilli e Christian De Sica)
Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro-genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio (brevemente Antonio de Curtis)(in arte Totò)
(Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967)
Totò è stato un attore italiano. È considerato il simbolo dello spettacolo comico in Italia, soprannominato «il principe della risata». Anche in virtù di alcuni ruoli drammatici, inoltre, uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani.
Le più famose Battute di Totò
Di seguito la raccolta completa delle più belle frasi e battute di Totò, divise per film.
Fermo con le mani, 1937
- Parli come badi, sa?!
- Toglimi una curiosità, tuo zio è sempre morto?
- “Eppure la vostra faccia non è nuova per me”. Totò: “Neanche a me, ce l’ho da che son nato”.
- Non mi sono insediato: qui non ci sono sedie.
- Il funzionario civico municipale è un aggettivo qualificativo di genere funzionatorio.
San Giovanni decollato, 1940
- Che cosa ho chiesto a San Giovanni? Un terno? una quaterna? una cinquina? Niente di tutto questo, ma una sciocchezzuola, una bazzecola, una quisquilia, una pinzellacchera: far cadere la lingua a mia moglie.
- Perciò, mio carissimo signor ciabatttino, queste scarpe sono da fiera. Sei e cinquanta. E se non sapete fare il calzolaio, andate a fare il farmacista , che è meglio. Rimembris omnibus, cioè ricordati uomo, che calzolaio si nasce, non si diventa.
- Non so leggere, ma intuisco.
Due cuori fra le belve – Totò nella fossa dei leoni, 1943
- L’uomo discende dalla scimmia. Io no perché sono raccomandato.
Il ratto delle sabine, 1945
- ‘Giulietto e Romera’, il capolavoro di Scic e Spirre.
- Aristofane è morto? E quando è successo? Duemila anni fa? Dio, come passa il tempo.
- Siamo nel settecento avanti Cristo? Perbacco! In pieno Rinascimento.
- Voi siete un attore e io vi ammiro, come uomo e come cane, ma voi non potete essere stato una spalla, voi non avete mai fatto nemmeno il ginocchio.
- Anche se è civile, la morte sempre morte è.
I due orfanelli, 1947
- Chi dice che il denaro non fa la felicità, oltre a essere antipatico, è pure fesso.
- Il denaro fa la guerra, la guerra fa il dopoguerra, il dopoguerra fa la borsa nera, la borsa nera rifà il denaro, il denaro rifà la guerra.
- In guerra sono tutti in pericolo, tranne quelli che hanno voluto la guerra.
- “Mi sembrate annoiato. Ma come, non è bello essere duca?”. “Sì, ma... sapete com’è: è una carriera senza avvenire”
Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro-genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio (brevemente Antonio de Curtis)(in arte Totò)
(Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967)
Totò è stato un attore italiano. È considerato il simbolo dello spettacolo comico in Italia, soprannominato «il principe della risata». Anche in virtù di alcuni ruoli drammatici, inoltre, uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani.
Aforismi e Citazioni di Totò
- Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo Paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire.
- L’ignorante parla a vanvera. L’intelligente parla poco. ‘O fesso parla sempre.
- Quello che ho detto ho detto. E qui lo nego!
- Gli avvocati difendono i ladri. Sa com’è... tra colleghi.
- I cani sono per metà angeli e per metà bambini.
- Il denaro fa l’uomo ricco, l’educazione lo fa signore!
- L’educazione è come una camicia bianca... Non passa mai di moda.
- Gli italiani prima hanno perso la guerra, poi hanno perso la pace.
- Quello che vuoi per me, il doppio lo auguro a te.
- Io non so se l'erba campa e il cavallo cresce, ma bisogna avere fiducia.
- Si dice che l'appetito vien mangiando, ma in realtà viene a star digiuni.
- A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame.
- Perdere chi non conosce rispetto è un grandissimo guadagno.
- Il napoletano lo si capisce subito da come si comporta, da come riesce a vivere senza una lira.
- È sempre meglio un vigliacco vivo che un eroe morto, soprattutto se il vigliacco sono io.
- L'unica cura per l'acne giovanile è la vecchiaia.
La bicicletta e il ciclismo
Il termine bicicletta è ibrido, composto dalla radice latina bi- = "doppio" + dal greco (Kyklos) ciclo = "cerchio", "rotondo", "tondo".
La bicicletta nasce in Francia nel 1791, anno in cui Mède de Sivrac progetta e costruisce il suo "celerifero".
Hai voluto la bicicletta? Quante volte abbiamo sentito questa domanda ad indicare: adesso prenditi la responsabilità oppure fai, agisci. Ed è proprio questa la qualità più evidente nel mezzo: per usufruirne bisogna “pedalare”. Lo si fa da soli, usando la propria forza fisica, muovendo tutta la parte inferiore del corpo, e ”imparando ad usarla” mantenendosi “in equilibrio”.
Ma questo equilibrio si può mantenere solo continuando ad avanzare, scegliendo il percorso, decidendo l’andatura. Per tutte queste caratteristiche, la bicicletta si qualifica come un mezzo molto legato all’indipendenza, all’ autonomia e alla responsabilità individuale. Simbolicamente rappresenta il procedere nel cammino della vita e nel processo di individuazione, contando sulle proprie forze e possibilità, prendendo decisioni in autonomia, non facendosi troppo condizionare da ciò che pensa o fa, chi ci sta intorno.
Nei sogni esprime tutte le qualità di indipendenza e responsabilità che appartengono al simbolo, oltre ad una certa quota di leggerezza che può collegarsi all’emergere di aspetti giocosi legati al bisogno di evadere, di essere a contatto con la natura, di interagire con gli elementi.
Aforismi e Citazioni su Bicicletta e Ciclismo
- Le ruote di una bici sono come le lancette di un orologio: girano lentamente ma possono andare molto lontano rotolando verso il futuro senza fretta.
(Enrico Caracciolo) - Chi ama la bicicletta si congiunge ad essa come se fosse il suo vero scheletro.
(Mauro Parrini) - Chi pensa che le macchine non sappiano amare si sbaglia di grosso: la bicicletta ama l’uomo, e in particolare i bambini.
(Mauro Parrini) - La bicicletta non è un viluppo di metallo, un insieme inerte di leve e ruote. E’ arpa birmana. Sinfonia. Un dono della vita. Trasforma in musica storie di uomini. Anche tragedie.
(Claudio Gregor) - Il ciclismo è la fatica più sporca addosso alla gente più pulita
(Giampaolo Ormezzano) - La bicicletta è l’immagine visibile del vento
(Cesare Angelini) - La bici incarna il mito dell’uomo libero
(Aligi Sassu) - E pedalando, raccontava Olmo, io sentivo il fruscio: maglietta e tubolari di seta, il fruscio di una vela sul mare.
(Mario Fossati) - Le salite hanno strade strette e conducono là dove la vita è un po’ incredula.
(Gianluca Favetto) - La scoperta del mondo parte per me dalla bicicletta
(Maurice de Vlamickx) - La bicicletta è un modo di accordare la vita con il tempo e lo spazio, è l’andare e lo stare dentro misure ancora umane.
(Sergio Zavoli) - In bicicletta si torna giovani e si diventa poeti
(Renato Serra) - Binda dava carezze alla pianura e prendeva a morsi i monti.
(Bruno Roghi) - Coppi scavalca montagne su montagne niente altro che col battito del cuore.
(Dino Buzzati)
Le navi e le barche
La nave è un simbolo ricco di significato, molto noto e diffuso nei popoli precristiani, per i quali è simbolo del viaggio della morte e dell’immortalità.
La barca nel pensiero egiziano è il veicolo degli dei. È l’attrezzo per avanzare e non ci sono mai rituali senza barca, immagine dell’autorità acquisita che permette di agire. È la dinamica della vita, del desiderio, della volontà di essere, di trasformarsi e controllare il proprio destino. Pagaiando, gli Egiziani mettevano in guardia dicendo: “se tu non fai nulla, nessuno farà nulla per te”, il viaggiatore nella sua barca è deciso ad andare altrove, sa soltanto che nessuno remerà per lui se non avanza in consapevolezza.
L’utilizzo di questo mezzo di trasporto si stima sia iniziato 6000 anni fa. Gli egizi, da sempre, si servirono del Nilo come la più agevole via di comunicazione. Le prime barche (5000-3500 a.C.) furono destinate alla navigazione fluviale e realizzate con piante di papiro. I fusti di questa pianta venivano legati strettamente a fasci con i quali si formava una grossa stuoia che veniva legata e curvata alle estremità che venivano poi rialzate. Anche le legature venivano fatte con corde di papiro.
Anche nella Chiesa Cattolica è la barca o nave uno dei simboli più importanti, perché essa simbolizza la Chiesa stessa, perché ricorda il modo con cui Cristo parlava spesso alla folla che si radunava attorno a lui. “Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e lì restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva.” (Mc 4,1).
Nei sogni la barca o nave in movimento è indice di un viaggio che stiamo percorrendo attraverso le nostre emozioni, le acque placide stanno a significare la tranquillità delle emozioni e dei sentimenti che stiamo vivendo. Invece la barca o nave nella tempesta che si lascia portare o che è sballottata bruscamente riflette la nostra predisposizione all’abbandono nei confronti della vita, oppure la resistenza e la volontà di controllo, e le avversità che colpiscono e che feriscono.
Frasi, citazioni e aforismi sulla nave e sulla barca
- Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Esplorate. Sognate. Scoprite.
(Mark Twain) - La vera pace di Dio comincia in qualunque luogo che sia mille miglia distante dalla terra più vicina.
(Joseph Conrad) - I viaggi sono quelli per mare con le navi, non coi treni. L’orizzonte dev’essere vuoto e deve staccare il cielo dall’acqua. Ci dev’essere niente intorno e sopra deve pesare l’immenso, allora è viaggio.
(Erri De Luca) - Una nave baleniera fu la mia Yale e la mia Harvard.
(Herman Melville) - Tutti abbiamo nelle nostre vene la stessa percentuale di sale che esiste nell’oceano. Abbiamo il sale nel sangue, nel sudore, nelle lacrime. Siamo legati all’oceano e quando torniamo al mare, per regatare o semplicemente per assistere a una regata, torniamo al posto da cui veniamo.
(John Fitrzgerald Kennedy) - Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito.
(Antoine de Saint-Exupéry) - Una nave in darsena, circondata dalle banchine e dai muri, ha l’apparenza di una prigioniera che medita sulla libertà , con la tristezza di uno spirito libero, messo a freno.
(Joseph Conrad) - La cosa più affascinante al mondo non è tanto dove ci troviamo, ma in che direzione ci stiamo muovendo: per raggiungere il porto del paradiso dobbiamo navigare a volte con il vento e a volte contro il vento, ma dobbiamo navigare e non restare fermi ancorati.
(Oliver Wendell Holmes Jr) - Mai nella mia vita prima d’ora ho sperimentato tanta bellezza e tanta paura allo stesso tempo come su una barca.
(Llen Mc Arthur) - Oh Signore, il Tuo mare è così grande e la mia barca così piccola!
(Anonimo) - Le navi hanno un’anima e una voce, e quando affondano salutano con un ultimo gemito straziante il loro comandante, prima di morire.
(Valerio Massimo Manfredi) - Una nave in un porto è al sicuro ma le navi non sono fatte per questo.
(John A. Shedd) - Il pensiero è il vento, la conoscenza la vela, e l’uomo la nave.
(Augustus Hare)
Giorgio Panariello
(Firenze, 30 settembre 1960) Comico, attore, regista e showman italiano.
Di origini napoletane (i nonni erano di Torre del Greco), cresce al Cinquale, frazione del comune di Montignoso e si diploma alla scuola alberghiera di Marina di Massa. Suo compagno di scuola è il futuro disc-jockey radiofonico e presentatore televisivo Carlo Conti. Insieme a lui compie un lungo tirocinio nelle radio private e locali della Toscana come imitatore. Ottiene subito notevoli successi in campo regionale imitando, fra gli altri, il cantante Renato Zero.
Aforismi di Giorgio Panariello
- È la foto del nonno. È un po' mossa, ma nonno aveva il Parkinson.
- Tema: "L'otto marzo". Svolgimento: "L'otto marzo, l'otto un quarto faccio colazione, l'otto e mezzo sono a scuola".
- Il film era talmente noioso che mi sono addormentato davanti alla locandina.
- Perché sa, signora, nella mi' famiglia come cultura ne abbiamo poca, ma come finezza si va in culo a diversi.
- Il mio intento è quello di donare a tutti un sorriso. E se per qualcuno o per molti non è così, almeno spero che possano cercarlo altrove, perché il sorriso è uno dei motori della vita.
- Quella sera a cena abbiamo mangiato tanto di quel pesce, ma tanto di quel pesce, che fuori Green Peace ha fatto una manifestazione di protesta.
- Definizione: "Ciao in inglese". Risposta: "Motorins".
- Halloween… I nostri cervelli vanno all’estero e noi importiamo le zucche vuote.
Laura Pellegrini (Ellekappa)
(1955 ) Disegnatrice satirica.
Aforismi e Citazioni di Ellekappa
- La democrazia è in pericolo?
Lo sapremo dopo la pubblicità. - Ogni popolo ha il governo che si merita. Noi anche l'opposizione.
- I terroni non so, ma noi italiani non siamo razzisti.
- Vorrei credere in qualcosa per cui valga la pena di lottare. Tipo un parcheggio libero?
- I commercianti... Gente che pur di non pagare le tasse venderebbe l'anima al diavolo senza rilasciare lo scontrino fiscale.
- I miti sono importanti. I giovani hanno bisogno di t-shirt in cui credere.
- Le nostre idee non moriranno quasi mai.
- Vedi cara, l'amore è una cosa, il sesso un'altra
E quello che facciamo noi come si chiama? - Sono rare le cose che vale la pena di rifare.
Dici così perché non sei un chirurgo plastico! - Possibile che non esistano giornalisti incorruttibili?
Sì, ma quelli costano di più. - Non opposizione. Diversamente concordi. Divergenze parallele. (linguaggio politico)
- Non calpestate le aiuole, si fanno male tutte le vocali.
- Mamma, cosa fanno i maniaci sessuali?
Ultimamente le copertine dell'Espresso, dell'Europeo e di Panorama. - Si sa come son fatte le donne! Prima si divertono e poi alla prima centrale nucleare che esplode vogliono abortire!
- Una follia far lavorare in fabbrica bambini di dieci-dodici anni. Quelli di sei-otto costano molto meno.
- Insieme a te provo sensazioni sconosciute. Prima non sapevo cosa fosse la noia.
- C'è un grande ritorno alla spiritualità. C'è addirittura chi sostiene che esista una vita al di là della televisione.
- Il neonazismo è così imbecille che potrebbe trovare in Italia il suo habitat naturale.
- Come mai la tua squadra ha perso? Ha giocato male?
No, è stata colpa degli ebrei, dei meridionali e di quella troia della moglie dell'arbitro !!!