Lo scherzo del mese di Gennaio
Una prima versione della leggenda sui giorni della Merla narra la storia di "Gennaio" (fatto di soli 28 giorni) e di una Merla dal grande becco giallo e dalle penne bianchissime. Il mese di Gennaio, nella leggenda, gioca brutti scherzi al volatile, scatenandole contro neve e vento. Gennaio, di fronte alle proteste del candido volatile, si si giustifica: "A me sono toccati 28 giorni, non posso fare altrimenti." La Merla decide di far tesoro dell'esperienza: l'anno seguente fa una ricca scorta di cibo e resta per tutti e 28 i giorni al calduccio. La Merla infine esce dal suo rifugio e comincia a prendere in giro Gennaio. Gennaio non la prende bene: va da Febbraio (che vanta ben 31 giorni), e gli chiede in prestito 3 giorni. Gennaio tornò sulla terra e scatenò una tremenda bufera di neve che durò per tutti i 3 giorni per scatenare contro la merla vento e neve. La merla - che stavolta non ha provviste - trova rifugio nel comignolo di un camino. Trascorsi quei freddissimi 3 giorni (i tre giorni della merla, ça va sans dire) esce sana e salva ma le sue candide penne sono ormai diventate tutte nere. Da allora Gennaio ha sempre 31 giorni e i merli hanno sempre le piume nere.
Una leggenda tutta lombarda
Sui giorni della Merla c'è anche un'antica leggenda lombarda. La storia narra di una povera merla candida che, in fin di vita per il freddo e la mancanza di cibo dovuta al gelo, una mattina si rifugiò dentro un comignolo per trovare riparo e calduccio. Vi stette tre giorni interi, ritemprandosi e riuscendo a sopravvivere, diversamente dai suoi compagni uccisi dal gelo. Nel frattempo la merla aveva cambiato colore: era diventata tutta nera. Essendo l'unica merla rimasta in vita, da allora tutti i merli nacquero neri come il carbone
L'attraversamento del grande fiume
Ci sono diverse ipotesi sull'origine della locuzione giorni della Merla. Una delle più note è legata a un difficoltoso attraversamento del Po. Dovendo infatti oltrepassare il fiume con un cannone chiamato la Merla, si attesero questi ultimi tre giorni in cui l'acqua del fiume era ghiacciata, in modo che il ghiaccio potesse dare il supporto necessario a sopportare il peso del cannone
I canti popolari della merla
In provincia di Cremona nei giorni della Merla è tradizione riproporre i canti popolari della merla negli omonimi giorni per rivivere l´antica atmosfera contadina. In particolare a Stagno Lombardo, Crotta d´Adda e Pizzighettone, Soresina, Formigara, Cornaleto, Pianengo e altri, si usa riunirsi dinnanzi ad un grande falò o sul sagrato di una chiesa o in riva al fiume, a seconda della tradizione, per intonare insieme al coro abbigliato con abiti contadini (le donne con gonna e scialle, gli uomini con tabarro e cappello) e degustare vino e cibi tradizionali. I testi delle canzoni differiscono leggermente da un paese all´altro, ma mantengono come denominatore comune i temi dell´inverno e dell´amore. Solitamente il coro gioca con la parte maschile e quella femminile, intonando simpatici battibecchi come nel canto rappresentato a Stagno Lombardo.
Piatti tipici a tavola
A Lodi il piatto tipico dei giorni della Merla è invece la polenta con i ciccioli, ottenuti dalla lavorazione del grasso di maiale con l’aggiunta di alloro, pepe, chiodi di garofano e altre spezie, fatti soffriggere nello strutto e poi versati nella polenta. A Santo Stefano Lodigiano e nei paesi della sponda cremasca dell’Adda i giorni della merla si “festeggiano” invece con polenta e baccalà, fritto o in umido. Baccalà protagonista, dunque.
La torta sbrisolona
Tra i dolci, tradizionalmente legata ai giorni della Merla, è la sbrisolona mantovana. Il nome deriva dal sostantivo brìsa, che in mantovano vuol dire briciola e pare che la ricetta risalga a prima del '600 quando arrivò anche alla corte dei Gonzaga. Si tratta di un dolce di povere origini, all'inizio infatti gli ingredienti erano quelli tipici della tradizione contadina (farina di mais, strutto e nocciole) e negli anni si sono raffinati.
Un aiuto agli animali
Nei giorni della Merla, ma in tutto il periodo più freddo, particolarmente a rischio sono gli animali: non solo patiscono le basse temperature e trovano grandi difficoltà nel reperire il cibo. Per dare una mano ai volatili è possibile acquistare o costruire una mangiatoia e riempiendola di cibo apposito, come è consuetudine nei paesi del nord Europa. Questi giorni sono anche un'occasione per conoscere la Natura e osservarla sotto una diversa prospettiva. Nell'Oasi Lipu di Cesano Maderno, ad esempio, per domenica 29 gennaio è in programma una passeggiata, accompagnati dai volontari Lipu, alla scoperta delle strategie adottate dagli animali e dalle piante per sopravvivere alle rigide temperature invernali.