Una cosa è certa: la felicità non è solo un “fatto intimo” - Lo conferma Andrea Fianco, psicologo, psicoterapeuta e presidente Sipp:
Promuovere la salute e il benessere individuale delle persone rappresenta un formidabile motore di crescita sociale. Prendiamo la Finlandia che, come vediamo anche da questo ultimo report, è un “Paese felice”: osserviamo ciò che ha fatto ad esempio nelle scuole dove ha creato comunità positive abolendo fonti di stress come i compiti eccessivi o orari scolastici troppo lunghi e incentivando invece la motivazione di alunni e insegnanti. Ha creato un circuito positivo, che ha innalzato il livello generale di apprendimento. Le performance degli studenti finlandesi sono tra le migliori. Le neuroscienze hanno ormai dimostrato da anni quanto il benessere psico-fisico abbia ricadute positive sulla produttività, a scuola come in ufficio.
Quanto contano i soldi
E aggiunge:
Non va confusa la felicità con il benessere economico e il reddito degli abitanti di un determinato posto: molti studi di psicologia dimostrano che la qualità delle relazioni personali è il primo indicatore di felicità individuale. La felicità di un Paese non si dà solo con la somma del reddito pro capite.
Insomma, non c’è benessere collettivo senza felicità individuale?
Conclude:
Dalla mia esperienza clinica posso dire che facciamo fatica, in Italia, a interrogarci sul nostro benessere. Spesso chiedo ai pazienti: ‘Che cosa ti fa stare bene? Che cosa ti rende felice?’ e loro non sanno rispondere perché il nostro cervello è più attirato dai problemi, si concentra maggiormente sugli aspetti negativi anziché sulle risorse a disposizione. Dovremmo imparare a cambiare il paradigma anche quando parliamo dell’attuale crisi socio-politica. La crisi c’è, è innegabile, ma è dalla crisi che nascono le cose nuove, è la crisi che fa attivare risorse, che incentiva i movimenti costruttivi e resilienti.