Mettendo in comunicazione la Pianura padana con la Liguria o i territori francesi della Provenza si permetteva il commercio di questo materiale prezioso, che era di difficoltoso reperimento nelle regioni del Settentrione, lontane dal mare.
La vie del sale emiliane percorrevano la val Trebbia e la val di Taro. La via del sale lombarda seguiva tutta la valle Staffora (provincia di Pavia), percorreva il crinale che divide la val Borbera (provincia di Alessandria) dalla val Boreca (provincia di Piacenza) passando per il monte Antola per scendere in val Trebbia, a Torriglia, punto di incontro con i tracciati piemontesi ed emiliani, e da lì raggiungeva agevolmente Genova. Una delle vie del sale piemontesi metteva in comunicazione il territorio saluzzese con il Delfinato e la Provenza, in Francia, attraverso il tunnel del Buco di Viso.
L'asse sud-nord utilizzava i valichi alpini e permetteva al sale che transitava sul territorio italiano di superare le Alpi: ne è un esempio lo Stockalperweg che, da Domodossola, risaliva la Val Bognanco, superava il Passo del Sempione e scendeva a Briga, nel Cantone Vallese (Svizzera).