È un “ciclista straordinario”, tanto per citare le modeste cronache romane. Anche un ciclista di professione può cadere a villa Borghese e alzarsi un po’ malconcio: per esempio, con una frattura a una clavicola. E poi che fa, il ciclista? Per lavoro, tratta i contratti con le assicurazioni; per il ruolo che ricopre, beneficia di polizze molto gustose. E dunque, l’anno scorso, Comanducci chiese un risarcimento. Qui potete persino avere un moto di umana compassione. Al dirigente di viale Mazzini certificano un’invalidità permanente di un certo rilievo. Qualche mese fa, il nostro sportivo incassa una liquidazione di 500mila euro. Una cifra spropositata per l’infortunio in bicicletta tra i prati romani che sormontano piazza del Popolo. Ora direte che il mezzo milione di euro può alleviare il trauma di un ciclista costretto a parcheggiare la bicicletta per sempre. E che questo racconto spigoloso potrebbe ispirare il regista di Forrest Gump. Non temete, non piangete.
Pagine “Giorno e Notte”, il Messaggero (edizione di Roma) del 22 agosto 2012: “Sulle strade dell’Argentario prima e nei giorni scorsi in Costa Smeralda, per quasi tre ore al giorno, il vicedirettore generale Comanducci pedalava senza sosta. A Porto Ercole condivide la passione per la bici con un altro grande sportivo come Matteo Marzotto. Entrambi molto allenati, si possono permettere il lusso di farsi accompagnare nelle loro uscite in Maremma da un campione come l’ex ciclista Max Lelli”. Qualcosa non torna. L’omonimo di Comanducci pedala per tre ore senza sosta? È un atleta molto allenato? Sfida un ex ciclista in Maremma, un tipo tosto che s’è fatto 14 Tour de France? Speriamo per Comanducci che non sia lo stesso Comanducci. Tanto per capire, proviamo a contattare il vicedirettore generale che, direttamente al telefono e tramite l’ufficio stampa, non smentisce e non commenta: “Privacy”.
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