Erano costretti a fare i mendicanti ai semafori della città, esponendo le loro menomazioni fisiche per impietosire le persone. Se non lo facevano venivano malmenati e seviziati. Per loro era la normalità, il mondo. Sarà per questa ragione che i mendicanti romeni liberati dalle chele dei loro aguzzini martedì scorso, hanno insistito per tornarsene in strada o fare ritorno a casa, in Romania, dove erano stati acquistati dai malfattori per poche centinaia di euro o anche meno.
Delle 32 persone liberate, 20 sono volute tornare in patria e 12 sono tornate per strada. Intervistato da «Repubblica» il responsabile della Protezione civile comunale, Mauro Pedrazzi ha raccontato come questi individui, abituati alle percosse tendessero a non fidarsi di nessuno.
Nella struttura di emergenza sociale dove erano state trasportate non hanno resistito per più di 48 ore.
Hanno passato tutto il giorno a chiederci di andare via, con le quattro parole in croce di italiano che sapevano. Era l'unica cosa che a loro interessava. Erano spaventati, temevano l'espulsione. Avevano paura persino del mezzo dell'Atm con cui li abbiamo portati in via Barzaghi. Volevano solo andare a Molino Dorino per prendere il pullman diretto in Romania. Hanno documenti in regola, non avevamo appiglio giuridico per trattenerli. Hanno accettato i viveri per il viaggio e si sono fatti accompagnare al bus.
- racconta il responsabile della struttura a Repubblica.
Alle autorità, adesso, non resta che stanare le altre situazioni di sfruttamento come questa, visto che non si tratta di un caso isolato, come aveva rivelato il comandante della Polizia Locale Tullio Mastrangelo durante la conferenza stampa:
Le indagini proseguono perché il vero obiettivo è sgominare l'intera organizzazione.