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a sinistra un bicchiere con del vino a destra un decanter è una boccia di vetro molto larga sul fondo

Decanter

Inglese - Pronuncia [tèkanter] - Un altro termine che erroneamente, anche alcuni dizionari, definiscono "Francese".

Etimologia

Dal latino [decantare] con lo stesso significato in italiano. Curiosa l'origine anche in latino decantare ha il significato originale di "cantare in musica" in senso figurato quindi "cantare le lodi" cioè [lodare] da qui anche nel senso di [Purificare].

Significato

Il decanter è una particolare caraffa dalla base larga e piatta e dal collo stretto e allungato, utilizzata per la decantazione del vino.

Sinonimi

Caraffa.

Decanter nelle altre lingue
  • Tedesco: Dekanter
  • Russo: декантер
  • Spagnolo: Decantador
  • Inglese: Decanter
  • Francese: Decanter
Note

Il decanter è utilizzato per travasare il vino dalla bottiglia alla caraffa per farlo ossigenare, soprattutto se ha subito un processo di riduzione a causa di un invecchiamento prolungato. Un'altra funziona del decanter è la separazione del liquido dai suoi possibili sedimenti, in altre parole la decantazione del vino. Può essere di varie forme a seconda del vino da decantare: in vetro o in cristallo, stampato o soffiato a mano.

La decantazione (che altro non è che un delicato travaso del vino da una bottiglia ad un decanter) è un'operazione necessaria nei vini rossi che hanno subito un lungo invecchiamento. [...] Operazione assai più semplice è la caraffatura che viene effettuata su vini che non hanno subito un lunghissimo invecchiamento e di conseguenza non contengono depositi. Per questo il vino può essere messo nella caraffa o nel decanter in maniera assai più veloce.

Curiosità

Non si decanta solo il vino ma anche per esempio l'olio.

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Rosso Piemonte - Nebbiolo, Barbera, Barbaresco e Barolo

Nebbiolo, Barbera, Barbaresco e Barolo: vini che non conoscono crisi. Merito di un Terroir eccezionale e di una tradizione antichissima che nelle Langhe si esalta.

Guido di Rado in un locale per una dimostrazione sta versando un vino, si vedono tre bicchieri di vini diversi

Quella del sommelier è una professione molto dinamica, in continua evoluzione e che richiede aggiornamenti costanti, ma offre un notevole sbocco di lavoro. Le donne, anche se al momento sono solo il 25%, risultano molto brave in questa professione perché hanno dimostrato di avere un palato particolarmente sensibile e una fantasia maggiore.

L'intrusione e la diffusione del termine sommelier sono stati determinati dalla forza acquisita dalla grandeur francese, in grado di costruire e spingere appellativi tecnici nel mondo come nessuna altra nazione. In questo caso parliamo della figura del professionista del servizio del vino, precedentemente in Italia "Coppiere" o "Bottigliere".

Mero                                       La cultura a portata di mano

Etimologia

Dal latino: merus = puro, semplice.

Significato

Presso i Romani "merum" era riferito al vino (puro-schietto) non mescolato con acqua.

Nell'uso odierno: schietto, puro; queste sono mere menzogne, ho dovuto eseguire il lavoro per mera necessità, mi sono attardato a vedere l'incidente per mera curiosità.
(Dante) come raggio di sole in acqua mera; (Manzoni) questo è un di più, un mero di più.
Anticamente mero veniva usato con significato di lucente, sfavillante: (Dante) e vidi le sue luci tanto mere.

Avverbio

Meramente; puramente, semplicemente; è una presenza meramente formale.

Sinonimi

Autentico, buono, genuino, naturale, puro, reale, sano, schietto, semplice, solo, vero.

Contrari

Impuro, opaco, sporco, torbido.

Altro su Che vuol dire?
spiegazione sottoAchille e Aiace giocano ai dadi (particolare dell'anfora a figure nere di Exachias; Musei Vaticani).

Ancestràle

Aggettivo.

Etimologia

Dal latino: antecessor = "predecessore".

Significato
  1. Ancestrale in generale indica qualcosa di molto antico. Avito, atavico: terrori ancestrali
  2. Ancestrale può anche riguardare un passato remoto, spesso con riferimento a dati e a motivi della discendenza e della tradizione sentiti come reconditi e inspiegabili, fuori dalla razionalità. E così, come in un rito ancestrale.
  3. In biologia: organo ancestrale, si dice di quello che si riscontra in animali fossili e che nelle specie viventi è atrofizzato o diversamente sviluppato.
  4. In genetica: tratto ancestrale, è il carattere plesiomorfo.
  5. Nella vinificazione: con metodo ancestrale si intende la rifermentazione in bottiglia, che genera le bollicine di anidride carbonica all’interno del vino, senza l'aggiunta di zuccheri, utilizzando unicamente quelli rimasti dopo la prima fermentazione. È un metodo impraticabile in Champagne, dove le uve non avranno mai la quantità di zuccheri necessaria per sviluppare il 12,5% di alcol e una pressione i 5 atmosfere. Ancestrale, perché un tempo era questo l’unico modo per ottenere vini frizzanti.
Sinonimi

Atavico, avito, primigenio, primordiale.
(che è sentito profondamente) congenito, connaturato, ingenito, innato, profondo, radicato.

Altro su Che vuol dire?

IGT, DOC e DOCG - Rosso Piemonte delle Langhe

Il territorio delle Langhe può essere suddiviso in tre zone: Alta, Media e Bassa Langa. Quest'ultima è la terra del Barolo, con rilievi calcarei e argillosi che raggiungono altezze variabili tra i 200 e i 500 metri. Le colline delle Langhe sono generate dal sollevamento dei fondali del primordiale mare Padano, formate da depositi sedimentari che le rendono particolarmente vocate per la viticoltura. Un pellegrinaggio nelle terre del Barolo prevede una guida senza fretta, imboccando magari le stradine di campagna che scorrono tra le vigne e i poderi e fermandosi nei suggestivi paesi considerati ormai luoghi "sacri" dell'enologia mondiale.

BAROLO DOCG

Il vino più famoso in Italia e ne mondo (il re dei vini e il vino dei re, lo definivano), è regolato da un disciplinare che ammette solo uve Nebbiolo, cresciute sulle viti di 11 comuni a sud di Alba, tutti quindi in provincia di Cuneo. Il periodo di invecchiamento deve durare almeno 38 mesi, di cui 18 spesi in legno di rovere. È riserva se l'intervallo si prolunga oltre i 5 anni. Ma i grandi Barolo hanno una longevità che si prolunga oltre i 20 anni. Se alla vista è un vino di color granato pieno e intenso, al naso offre una splendida concentrazione di aromi fruttati e speziati. All'assaggio è infine un'esplosione di frutti rossi, viole appassite, cannella, pepe, vaniglia e talvolta anche liquirizia, cacao, tabacco e cuoio.

BARBARESCO DOCG

Il disciplinare che regola il secondo grande vino di Langa ne impone la produzione nei comuni di Barbaresco, Neive, Treiso e la frazione di San Rocco di Alba. Anche qui, il solo vitigno ammesso è il Nebbiolo, nelle varietà Michet, Lampia e Rosè. Per essere tale, il Barbaresco deve invecchiare almeno 26 mesi, di cui almeno 9 in botti di rovere o castagno. Altro vino granata dai riflessi aranciati, nei suoi migliori esemplari esprime al naso un magnifico sentore di violetta. Al palato è decisamente pieno e robusto ma di una potenza che sa essere al tempo stesso fine e  vellutata.

NEBBIOLO LANGHE DOC

Fratello minore dei nebbioli in purezza (Barolo e Barbaresco), ricavato da uve che crescono nel Cuneese, incarna una piacevole interpretazione del Nebbiolo, anche qui naturalmente in purezza. Rosso rubino dai riflessi aranciati, al naso è piuttosto delicato e al palato si esprime con un corpo interessante e articolato.

BARBERA D'ASTI DOCG

La DOCG Barbera D'Asti impone l'utilizzo di uve Barbera (minimo 90%), completate da uve non aromatiche come Freisa, Grignolino o Dolcetto (massimo 10%), coltivate in 3 sottozone disegnate tra le provincie di Asti e Alessandria: Nizza, Tinella e Colli Astiani. Di un rosso rubino che tende al granato negli esemplari di invecchiamento superiore (il minimo ammesso è 4 mesi), ha un naso speziato e di prugna, frutti rossi più o meno maturi e un gusto variabile a seconda del produttore ma quasi sempre connotato da note balsamiche e floreali. Due le tipologie ammesse dal disciplinare: Barbera d'Asti e Barbera d'Asti superiore.

BARBERA D'ALBA DOC

A differenza dalla "cugina" di Asti, la produzione della Barbera d'Alba è consentita nella sola area di Cuneo. Vino tradizionalmente popolare e da pasto, negli ultimi anni è molto migliorato in conseguenza dell'accuratezza sempre maggiore nei processi di vinificazione e della selezione delle uve. Anche questo vino tendente al rubino e al purpureo ha un naso in cui vincono i frutti di bosco e le spezie e un palato che si esprime con una piacevole acidità. La versione base non prevede invecchiamento minimo, la superiore almeno un anno in botti di rovere o castagno.

BARBERA DEL MONFERRATO DOC

Altra popolare versione della Barbera, si produce tra le province di Asti e Alessandria in versione ferma e frizzante. Vino schietto, da bere giovane, ammette le stesse uve e le stesse percentuali di quella d'Asti: Barbera per la gran parte e Freisa, Grignolino o Dolcetto a correggere. Simili di conseguenza le note: è un rosso rubino, di frutti rossi al naso e gusto pieno. La versione superiore DOCG deve sostare almeno sei mesi nel legno delle botti.

BARBERA PIEMONTE DOC

Ultima DOC da uve Barbera, ha un disciplinare di maglie più larghe: la coltivazione è consentita nelle province di Asti, Alessandria e Cuneo e la percentuale deve essere dell'85%. Rosso rubino dai toni variabili, nelle produzioni migliori ha un bel corpo fresco. Anche in versione Vivace.

La differenza tra IGT, DOC e DOCG

Il marchio DOCG è un riconoscimento di particolare pregio qualitativo attribuito ad alcuni vini DOC di notorietà nazionale ed internazionale. Oltre alle condizioni previste per la certificazione DOC è obbligatorio anche l'imbottigliamento nella zona di produzione. Il marchio DOC è stato istituito nel 1963 e viene concesso a prodotti di qualità con una precisa origine territoriale.Si tratta di vini di qualità, originari di zone limitate di solito di piccole/medie dimensioni. Il riconoscimento IGT è un marchio di qualità che viene attribuito a vini da tavola caratterizzati da aree di produzione generalmente ampie e con un disciplinare produttivo poco restrittivo. Nella scala dei valori enologici gli IGT si collocano immediatamente su un livello inferiore ai DOC e DOCG. L' assegnazione del marchio IGT rappresenta quindi un importante passo in avanti qualitativo per un gran numero di vini italiani, che dopo un quinquennio possono aspirare alla DOC.

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