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Mercoledì, 03 Maggio 2017 02:00

#Moda: Spesso si confonde tra vintage, usato e retrò facciamo chiarezza

Scritto da  Cecilia Santini
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una vecchia foto con capi vintage Gucci

Abbiamo definito etimologia e significato del termine vintage, ma cosa significa dal punto di vista modaiolo e che differenza c'è tra vintage, usato e retrò?

Vintage, usato e retrò sono tre cose radicalmente differenti. Tutte e tre degne di rispetto, tutte e tre in grado di recitare una parte importante nella costruzione del nostro stile e modo di vestire, ma estremamente differenti. Sostanzialmente il vintage nell’abbigliamento indica capi d’annata. Vintage è un capo che ha segnato la storia della moda e del costume, pregiato e rappresentativo, il prodotto migliore di un anno o di un epoca. Non è quindi strettamente l’età che rende vintage un vestito, al pari di quanto avviene per i vini, ma piuttosto la sua unicità e la sua qualità, il suo posto nella storia del costume. In copertina ho pubblicato un paio di pantaloni di Tom Ford per la collezione Gucci primavera estate 1999. La sfilata fu a suo modo rivoluzionaria. Ford negli anni precedenti aveva reintrodotto uno stile pulito, minimalista, fatto di tessuti maschili, colori sobri, buon taglio: audace, ma senza orpelli. D’improvviso tirò fuori una collezione  super femminile, coloratissima, con gigantesche stampe floreali. La cosa fece scalpore. Di quella collezione conservo proprio questo paio di splendidi pantaloni che mi vanto di indossare ancora oggi e che, a buon titolo, possono essere qualificati come vintage, anche se hanno “solo” quattordici anni. La cosa può valere anche per capi più recenti, diciamo però, che un capo troppo recente non può essere denominato vintage, qualche stagione deve pur sempre passare.

Altra caratteristica fondamentale affinché un capo sia del buon vintage è lo stato di conservazione, che deve essere impeccabile. Inoltre il capo originale non deve avere subito variazioni sostanziali. I modelli modificati non sono vintage. Si può tollerare un aggiustamento dell’orlo non sostanziale o del punto vita. Esattamente come accade per i mobili antichi anche il restauro deve essere invisibile e realizzato con tecniche e materiali appartenenti all’epoca di provenienza. Questo spiega e giustifica spesso il prezzo di alcuni capi e introduce un altro capitolo importantissimo: la conservazione ed il restauro degli abiti vintage. Rammendatrici, sarte e sarti, tintori ed anche merciai, commercianti di tessuti e fodere in grado di lavorare  per ridonare la perfezione e lo splendore ad un vecchio abito sono determinanti. Di questi artigiani e commercianti, alcuni dei quali ho l’onore di conoscere, mi piacerebbe parlare in futuro.

Oggi sono stata un po’ snob e noiosa con questo articolo! Anche voi vedete così il Vintage quello vero con la V grande? Lo venerate come me? O siete più disinvolte?

Letto 8090 volte Ultima modifica il Mercoledì, 03 Maggio 2017 11:07
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