Il punto g
Si chiama "G", e non è il "Signor G" di Gaber, ma deve il suo nome al dottor Ernest Gräfenberg, che ne sarebbe lo "scopritore" nel 1950. Il cosiddetto Punto G dovrebbe essere una parte anatomica dell'uretra femminile, una piccola zona erogena raggiungibile stimolando la parete anteriore della vagina. Secondo i sostenitori di questo punto, la stimolazione delle ghiandole uretrali, o "prostata femminile", provocherebbe un particolare e intenso piacere, fino a promuovere l'orgasmo.
A che cosa serve il punto g?
A qualcosa servirà se esiste, questo Punto G. Il problema però è che è proprio questo... il punto, attualmente i pareri sono assai discordi. Se gli accademici litigano, le persone normali possono passare per vie pratiche. Per cui, se stimolando l'area in cui dovrebbe trovarsi si ottiene quanto promesso (ossia un intenso piacere), allora vuol dire che qualcosa c'è. Se, al contrario, non si sente un bel niente, allora forse non c'è nulla.
Già! Fosse così semplice. Sì, perché anche le soluzioni empiriche spesso non offrono una certezza: c'è infatti chi giura di averlo trovato e averne goduto i benefici, mostrando che spesso la mente può davvero fare la differenza. Abbagli? Falsi allarmi? Secondo il dottor Vincenzo Puppo, medico-sessuologo, del Centro Italiano di Sessuologia, si tratta di una "bufala".
Negli ultimi anni ho pubblicato diversi articoli specialistici che spiegano come il Punto G (G-Spot) non esiste: le ghiandole del corpo umano, come anche la vagina femminile, non hanno la funzione di scatenare orgasmi.
sottolinea Puppo.
I riscontri nella letteratura scientifica sul punto g
Dunque il dottor Puppo è irremovibile. No, non esiste. Anzi, dice di più. Il Punto G "è stato inventato 30 anni fa. Gli articoli specialistici su Punto G e prostata femminile, pubblicati nel 1981 da una rivista internazionale di Sessuologia non hanno basi scientifiche. Gli articoli sono rimasti fino a oggi la fonte bibliografica principale sul Punto G delle citazioni in tutti i libri, articoli specialistici e sui media. Il problema è che nessuno ha mai letto e controllato i testi completi, ma si sono sempre divulgate soltanto le interviste degli autori che hanno inventato il Punto G. Tra questi, Beverly Whipple, un'infermiera che non aveva studiato l'anatomia sessuale femminile in testi specialistici e che ha riempito di molti errori i suoi articoli e libri. Gräfenberg nel 1950 non ha scoperto nessun Punto G, il suo nome e relativo articolo sono stati utilizzati per costruire una base scientifica all'inesistente punto G".
Sull'altro fronte troviamo invece ricercatori come il dottor Emmanuele Jannini, andrologo che ha condotto vari studi sull'argomento, pubblicati sul Journal of Sexual Medicine. In uno di questi Jannini suggerisce, sulla base delle indagini ecografiche, la presenza del Punto G, ma solo in alcune donne.
Il punto g - un dilemma ancora aperto?
Donne di Serie A e donne di Serie B, quelle che c'è l'hanno e quelle che non ce l'hanno? No, semplicemente donne prese in giro, secondo il sessuologo. La cosa migliore è dunque smettere di parlare di fantasmi e concretizzare. La donna può provare piacere, e anche molto, per mezzo dei propri organi erettili, e i più importanti sono la clitoride e le piccole labbra. Queste parti anatomiche sono le uniche che possono provocare l'orgasmo femminile, ribadisce il dottor Vincenzo Puppo.
I sessuologi devono divulgare certezze scientifiche per tutte le donne: fare sesso/fare l'amore deve significare orgasmo per entrambi i partner, sempre, con o senza il rapporto vaginale. L'orgasmo femminile con il pene in vagina è sempre possibile con la semplice stimolazione contemporanea della clitoride con le dita, anche la "prima volta" e dopo la menopausa. Si possono certamente avere orgasmi in tutte le donne anche con la stimolazione manuale in vagina, ma il partner deve muovere la mano circolarmente e verso l'alto per eccitare tutti gli organi erettili femminili. Non deve, insomma, cercare un "punto" preciso.
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