Saturno, il sesto pianeta del Sistema Solare, il secondo più massiccio dopo Giove, ultimo visibile ad occhio nudo, unitamente al fascino ed al mistero dei suoi anelli e delle sue 62 lune -quelle finora individuate, tra cui l'unica con atmosfera degna di nota quale Titano- è stato al centro di una delle conferenze prevista nel programma della XII Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica, promossa dal Ministero della Pubblica Istruzione, dell'Università e della Ricerca, svoltasi anche a Reggio Calabria tra il 14 ed il 21 ottobre scorsi grazie alle iniziative del planetario provinciale Pythagoras.
A relazionare sui quattro secoli di dibattito scientifico attorno all'enigma degli anelli, lo studioso dell'osservatorio Astronomico di Teramo, Mauro Dolci. Un viaggio nelle pieghe dei fondamenti della meccanica classica alla base dei calcoli di Galileo (lo storico anagramma in cui rivelò a Keplero di questo pianeta tricorporeo/triogemino) fino agli studi dell'olandese Christiaan Huygens, alle scoperte di Giandomenico Cassini a cui si deve la celebre Divisione, ossia la separazione che l'astronomo ligure individuò nel 1675 tra l'anello A e l'anello B (le fasce più brillanti).
Un viaggio dentro gli studi del francese Pierre Simone Laplace, dell'americano Benjamnin Peirce e dello scozzese James Clerk Maxwell che nel suo saggio «Sulla stabilità degli anelli di Saturno» dimostrava che gli anelli erano composti da pezzi di roccia orbitanti intorno al pianeta, formatisi contemporaneamente a Saturno stesso ed al sistema solare.
Nonostante i tanti passi in avanti sulle orme degli studiosi dal Seicento ad oggi, i tanti interrogativi sulle origini, sulla composizione chimica degli anelli, sulla loro armonizzazione con il sistema solare, Saturno ancora desta interesse nel campo astronomico. Gli anelli sono particelle di ghiaccio e silicati formatesi al momento della formazione del pianeta oppure derivanti da una esplosione di un satellite e poi rimaste attratte in un meccanismo, per altro in equilibrio con il Sistema Solare delle cosiddette "risonanze orbitali".
Studiosi hanno accertato che esiste un ordine interno nascosto tra gli anelli del pianeta gigante gassoso*. Ciò rivela che ancora molto deve essere studiato ed ancora rivelato anche attraverso i canoni della meccanica quantistica. Tutto, infatti, potrebbe fornire una chiave alla lettura dell'Universo in cui viviamo.
*da Wikipedia
Saturno orbita attorno al Sole ad una distanza media di 1,427 • 109 km, percorrendo una rivoluzione completa in 29,458 anni terrestri. La sua orbita è inclinata di 2,488º rispetto all'eclittica ed è eccentrica di un fattore 0,0560. Alla sua distanza, la luce del Sole appare 100 volte meno intensa rispetto alle misure effettuate da Terra.
Con una massa pari a 95,181 volte e un volume pari a 744 volte quello terrestre, Saturno è il secondo pianeta più grande del sistema solare dopo Giove.
L'asse di rotazione è inclinato di 26,731°, regalando al pianeta un ciclo di stagioni più o meno analogo a quello terrestre e marziano, ma assai più lungo.
Il periodo di rotazione di Saturno sul proprio asse varia a seconda della quota; gli strati superiori, nelle regioni equatoriali, impiegano 10,23378 ore a compiere un giro completo, mentre nucleo e mantello ruotano in 10,67597 ore.