La ricerca ha coinvolto oltre 6.300 persone dai 50 anni in su. Il problema, spiega Longo, è che le proteine della dieta aumentano un fattore di crescita, IFG-1, legato a molte malattie. Dopo i 65 anni, invece, va bene mangiare qualche proteina in più, precisa Longo, perché a quell'età IFG-1 diminuisce e si comincia a perdere peso e a essere più deboli.
Una dieta ad alto contenuto proteico equivale ad assimilare dalle proteine il 20% dell'introito calorico giornaliero. Per un adulto di 60 chili significa mangiare 150 grammi di carne rossa e cento grammi di mozzarella al giorno. Una dieta a basso contenuto proteico corrisponde ad assumere meno del 10% delle calorie giornaliere da proteine. Gli esperti hanno osservato che chi adotta una dieta eccessivamente ricca di proteine animali ha un rischio di morte per tutte le cause del 74% più alto rispetto a chi ha una dieta a basso contenuto proteico. Il rischio di morire per cancro è del 353% in più, ovvero più che quadruplicato. Per confronto, il rischio di morte per cancro di un tabagista è del 300% in più (quadruplicato) di quello di un non fumatore.
Secondo Longo:
...il consumo ideale in proteine per una persona di 60 chili sarebbe di 100 grammi di salmone e 200 grammi di ceci al dì. Carne e formaggio sono sostituiti da pesce e legumi, fonti di proteine più salutari. Non a caso, questo tipo di dieta è molto comune per i centenari del Sud Italia: molti di questi hanno mantenuto diete povere di proteine quasi tutta la vita. Insomma, dobbiamo tornare alla dieta dei nonni.