Quanti di voi sapevano che le esperienze negative si smaltiscono con estrema lentezza, nei casi peggiori si continua ad “ammiccare” con gli occhi e con piccoli movimenti del capo per anni, segno evidente che qualcosa nel nostro profondo ribolle ancora e che non ne siamo del tutto fuori. Si chiama resilienza e misura la nostra capacità a riprenderci da un trauma in base ai tempi in cui tali segni esterni si manifestano o meno. C’è poi il metro della prospettiva che ci fa capire tramite l’azione di circuiti cerebrali se il periodo ottimista dura a lungo o meno.
Chi ha l’amigdala più sviluppata, esami di laboratorio dimostrano, ha uno speciale intuito sociale per la comprensione delle emozioni altrui, che si concretizza tramite segni esterni e interni ben definiti. Più difficile l'autoconsapevolezza, ovvero analizzare le proprie emozioni per portarle allo scoperto.
Anche dal tipo di attenzione al contesto sociale si può capire che cosa sta provando un soggetto esattamente. Sono alcune di quelle “armi” speciali che usano i cosiddetti “mentalisti”, che aiutano la polizia a cercare di intuire il pensiero di un criminale o di un testimone.