Un fenomeno sempre più diffuso anche in Italia ma che non è visto di buon occhio dai dietisti che temono danni per la salute.
Per Giovanna Cecchetto, presidente Andid (Associazione nazionale dietisti italiani), il problema è che utilizzando questi strumenti si perde il confronto con altre persone, in particolare col medico o l'operatore sanitario.
L'argomento è sempre lo stesso, serve interiorizzare un modello alimentare sano mentre le diete standard, come quelle proposte dalle app, soprattutto per gli adolescenti, non vanno bene.
L'esperta spiega che ad una adolescente, piuttosto che prescrivere una diete tipica, è importante invece fare educazione alimentare. Trovare l'equilibrio di una dieta bilanciata che dia benessere e permetta di comprendere quale deve essere il peso corporeo di riferimento.
Secondo la dietista, il desiderio di perdere peso va contestualizzato in una sfera psicologica che deve essere esplorata. I ragazzi sono infatti sottoposti a messaggi confusi e contrastanti, basti pensare agli alimenti e alle bevande che vengono proposte in quelle che si possono definire mode sociali.
Ma come fare i conti con questi alimenti, ad esempio quelli offerti durante gli happy hours, con il modello del corpo perfetto inculcato dai media?
Certamente non con le app giapponesi che, tra l'altro, insultano e offendono abbattendo ulteriormente il già scarso senso di autostima avvertito spesso da chi non si sente a posto con il proprio corpo.
Non va inoltre dimenticato che il desiderio di perdere peso può far entrare la persona in un conflitto continuo tra la necessità di seguire la dieta e il concedersi qualche strappo.
È su questo aspetto che la presenza dell'esperto diventa importante, soprattutto nelle prime fasi, fino a quando la persona sia in grado di autogestire il suo comportamento alimentare.
Insomma, per gli specialisti il fenomeno delle app che dovrebbero aiutare a dimagrire, è tutt'altro che rassicurante.
Presto arriveranno anche in Italia, tra le altre cose “Hey Fattie” è la versione femminile di “Nenshou”, un’App per uomini, in cui gli utenti venivano incentivati dalle sinuose protagoniste dei manga a suon di complimenti. Alla base della versione femminile c’è invece la credenza che “niente sprona una ragazza alla dieta e a un severo allenamento, più di un uomo –anche se si tratta di un cartone animato– che la rimprovera per il suo aspetto”.
Il primo passo è creare un personaggio animato, che incontra il proprio amore dell’infanzia che –senza giri di parole– esordisce così: “Ehi, hai bisogno di perdere peso!”, prima di trasformarsi in un personal trainer che organizza gli allenamenti e mostra come ritrovare la linea. Durante gli esercizi, non mancano gli insulti ma, quando cominciano a vedersi i risultati, la protagonista del gioco può iniziare il corteggiamento del suo innamorato.
L’App di “Creative Freaks” e “Visual Works”, disponibile in Giappone, ora è stata sviluppata anche in inglese ed è disponibile su iTunes e Google Play; resta da vedere quanto le donne occidentali siano disposte a farsi insultare pur di perdere peso. Del resto, per perdere peso ci sono un sacco di altri metodi che è possibile utilizzare senza minare ulteriormente il morale.