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Sabato, 12 Settembre 2015 08:05

#Medicina: retinite pigmentosa, la cura dalle alghe è vera

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la descrizione è nella legendaSulla costa del mar rosso le alghe possono crescere tanto da assorbire tutta l'acqua e sembrare normali cespugli tra cui possono anche crearsi dei sentieri come in questa foto.

Da anni imperversa il web ed era da tutti ritenuta una bufala ma ora il progetto dei ricercatori di RetroSense è conferma e una prima sperimentazione clinica potrebbe partire già a novembre.

La bufale che gira da tempo: Nel punto in cui le acque del Mar Rosso si sarebbero aperte per far passare il popolo eletto, una strana alga di colore arancione, analizzata e testata si sta rivelando utile nella cura della cecità. Si parlava di super betacarotene da assumere per via orale.

Lo studio di RetroSense si basa invece sulle proprietà di una proteina fotosensibile, la Channelrhodopsin-2, derivante dall'alga microscopica Chlamydomonas reinhardtii. Questa proteina, proprio come l'occhio umano, reagisce agli stimoli luminosi ed è in grado di interfacciarsi con il cervello. Siamo parlando di medicine genetiche.

in un campo chiaro si vedono dei pallini verdi con dei peduncoli, l'alga è microscopica la vione è ingrandita molte volteChlamydomonas reinhardtii vista al microscopio

I topi utilizzati nell'esperimento erano affetti da una forma di cecità geneticamente controllata in cui alla retina mancano le cellule fotorecettrici. Tale disturbo, che può essere provocato da patologie come la degenerazione maculare o la retinite pigmentosa, è la più diffusa causa di cecità nell'uomo. I ricercatori ne hanno attivato determinate cellule della retina sfruttando un gene comunemente presente nelle alghe. A quel punto i roditori non solo erano in grado di percepire la presenza della luce, ma reagivano anche al movimento di un modello in bianco e nero, dimostrando di poter distinguere oggetti di una certa dimensione.

Ora la sperimentazione è diventata una sperimentazione, non solo, i ricercatori di RetroSense hanno ottenuto il via libera dalla Food and Drug Administration, l'organizzazione americana che vigila sui farmaci, e ora 15 pazienti che soffrono di retinite pigmentosa, una malattia genetica che li ha portati alla cecità, potrebbero essere trattati nella prima sperimentazione clinica con una cura ottenuta dall'optogenetica, scrive il sito Wired.

RetroSense utilizzerà un virus in cui saranno inserite copie del gene Channelrhodopsin-2 nei neuroni della retina interna, neuroni che normalmente non sono sensibili alla luce. In questo modo si cercherà di stimolare una reazione nella retina interna, in modo di indurre la recezione dello stimolo luminoso. La tecnica è già stata utilizzata in altri studi clinici in cui il virus diventa il veicolo del gene sano da sostituire a quello difettoso, ma per la prima volta invece di un gene che arriva dall'essere umano o da un altro mammifero, a dover correggere il gene difettoso potrebbe essere quello ottenuto proprio da questa microscopica alga.

Letto 3727 volte Ultima modifica il Sabato, 12 Settembre 2015 08:35
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