È un virus molto subdolo, in quanto una volta infettato l’organismo, cerca di stabilizzarsi in lui, nascondendosi nel sistema nervoso, in modo tale che periodicamente possa riattivarsi e ri-provocare l’infezione. Quest’ultima è comune sia nei Paesi europei che negli Stati Uniti: infatti, almeno il 20% della popolazione che vive in queste zone è stata infettata. La descrizione di questa infezione virale come epidemia globale è stata sottolineata da una ricerca, condotta da studiosi del Dipartimento di Medicina ed Epidemiologia dell’Università di Washington, e guidati dalla dottoressa Christine Johnston.
Lo studio, pubblicato su Lancet, ha coinvolto 113 pazienti affetti da Herpes genitale. Questi ultimi sono stati curati con tre diversi trattamenti, che hanno alleviato i sintomi dell’infezione ma non sicuramente debellato il virus. Purtroppo, le terapie tutt’ora disponibili, infatti, non sono in grado di eliminare il virus, soprattutto grazie alla sua capacità di nascondersi tra le terminazioni del sistema nervoso. Gli studiosi sottolineano quanto sia importante e necessario scoprire una terapia specifica e diretta per eliminare il virus.
Gli adolescenti sono sempre più a rischio di herpes, sia del tipo 1 (HSV-1), sia del tipo 2 (HSV-2) che colpisce soprattutto i genitali. Secondo una ricerca pubblicata sul “The Journal of Infectious Diseases” le cause dell’aumento delle infezioni sono da ricollegarsi ad una riduzione delle infezioni durante i primi anni di vita, che permettevano all’organismo di sviluppare gli anticorpi. A comprovare questa tesi ci sono i dati del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) sulla presenza di anticorpi contro HSV-1 e HSV-2 nella fascia di età compresa tra i 14 e i 49 anni. Tra il 2005 e il 2010 tra i 14 e i 19 anni si è registrato un calo degli anticorpi del 23% rispetto ai coetanei del periodo 1999-2004; tra il 20 e il 29 -9%. Dai 30 anni, invece, il livello di anticorpi contro le due forme di herpes torna nei valori del periodo 1999-2004, a dimostrazione della tesi avanzata sul “Journal of Infectious Diseases”.
Secondo alcuni medici, tuttavia, concorre alla precedente causa il sesso orale, più diffuso rispetto al passato perché praticato come rapporto sessuale sicuro rispetto al pericolo rappresentato dall’HIV. Sia nel caso dell’herpes labiale (causata soprattutto dall’HSV-1) che genitale (soprattutto del tipo 2), infatti, il virus può essere trasmesso dall’apparato riproduttivo alla mucosa labiale. Il dott. Marcelo Laufer, specialista di malattie infettive presso il Miami Children’s Hospital, ha ammesso ad HealthDay che “ogni anno la percentuale dei pazienti che si sono infettati di l’HSV-1 attraverso rapporti orali è in aumento”.