Il calo d'interesse nell'ufologia ha diverse spiegazioni
Wood ricorda che in tutti i convegni di appassionati del settore si finisce sempre per parlare dei vecchi casi storici, come il celebre «incidente di Roswell» nel New Mexico (1947), piuttosto che portare all'attenzione nuovi casi. Ciò dipende dal fatto che la maggior parte degli ufologi ha ormai spostato la sua attenzione verso il complottismo e la teoria della cospirazione, sostenendo che la mancanza di prove definitive dipenda dai continui insabbiamenti delle autorità, come sarebbe avvenuto anche a Roswell: “Non penso che ciò sia particolarmente utile”, sostiene Wood. Se si parte infatti dalla convinzione che esista un complotto mondiale per nascondere la verità sugli alieni, è difficile fare ricerca sul tema in modo obiettivo. Piuttosto che cercare nuovi indizi e possibili prove, si finisce per cadere nella pura paranoia.
Ma ci sono anche altre spiegazioni. Tra gli anni '80 e '90 l'ufologia conobbe una nuova primavera con i cosiddetti “cerchi nel grano”. Sembrava possibile che gli alieni avessero deciso di cambiare strategia nel comunicare con gli esseri umani. Le successive dimostrazioni dell'assoluta replicabilità di questi fenomeni, le ammissioni di molti bontemponi e l'inflazione di cerchi nel grano all'inizio del nuovo secolo -in massima parte prodotti in «computer grafica»- hanno portato ad abbandonare anche questa pista.
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