Per eventuali personalizzazioni o controindicazioni personali, è bene chiedere il parere del dietologo oppure almeno del medico di base prima di iniziare.
La dieta deriva dalla storia raccontata nella Bibbia del giudeo Daniele che, pur di non contaminarsi, aveva rifiutato le bevande e il cibo che il re di Babilonia gli aveva offerto. Secondo i seguaci, rispettando tale regime alimentare «si può santificare il Signore, prendendosi cura anche del proprio corpo».
Lo schema alimentare della dieta di Dio è semplice e prevede frutta, cereali integrali e verdura per 21 giorni, con la possibilità di digiunare. Bisogna scegliere dunque pasti frugali unicamente a base di questi alimenti, ed escludere del tutto carne, pesce, latticini, pane e tutti quegli alimenti elaborati o zuccherati.
Chi ha provato per primo questa dieta desiderava soprattutto «continuare la tradizione religiosa del digiuno come offerta al Signore», ma in seguito ha «scoperto che l’astinenza rompeva un modello alimentare consolidato ma poco sano per l’organismo e per l’anima». Porta infatti a praticare l’astinenza dai pasti e ciò non è chiaramente un bene per la salute generale del proprio corpo.
Esistono tuttavia numerose varianti meno drastiche della dieta di Dio, come ad esempio quella elaborata da Rick Warren, che ha venduto ben 30 milioni di copie del suo libro “Purpose-Driven Life” e che a dicembre pubblicherà un altro volume ispirato al metodo biblico per dimagrire: “The Daniel Plan: 40 days to a healthier life”, scritto insieme allo psichiatra Daniel Amen e al medico Mark Hyman. Anche questa dieta di Daniel si basa sull’assunzione di frutta e verdura ma consente di mangiare cereali e proteine magre, sebbene in quantità minima. Per quaranta giorni si dovrà invece astenersi del tutto dall’assumere zuccheri, alimenti industriali –e quindi trattati– e caffeina.