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Mercoledì, 17 Giugno 2015 02:00

Prodotti biologici

Scritto da  il professore
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La definizione dell’agricoltura biologica

«La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali. Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall’altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale».

Con questo “considerando” il regolamento (CE) n. 834/07, la UE si mostra sensibile alla percezione che il consumatore ha della produzione biologica - prodotti genuini, controllati, tracciati, fatti con metodi che rispettano il ritmo della natura e garantiscono la biodiversità - e ne istituzionalizza, all’art. 4, gli obiettivi generali:

  1. stabilire un sistema di gestione sostenibile dell’agricoltura;
  2. ottenere prodotti di alta qualità;
  3. produrre un’ampia varietà di alimenti che rispondano alla domanda dei consumatori di prodotti ottenuti con procedimenti che non danneggino l’ambiente, la salute umana, la salute dei vegetali e il benessere degli animali.

Principi

L’agricoltura biologica si fonda su obiettivi e principi, oltre che su pratiche comuni, ideati per minimizzare l’impatto umano nell’ambiente e allo stesso tempo permettere al sistema agricolo di operare nel modo più naturale possibile.
Le pratiche agricole biologiche includono:

  • La rotazione delle colture per un uso efficiente delle risorse locali;
  • Limiti molto ristretti nell’uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici, antibiotici nell’allevamento degli animali, additivi negli alimenti e coadiuvanti e altri fattori produttivi;
  • Il divieto dell’uso di organismi geneticamente modificati (OGM);
  • L’uso efficace delle risorse del luogo, come l’utilizzo del letame per fertilizzare la terra o la coltivazione dei foraggi per il bestiame all’interno dell’azienda agricola;
  • La scelta di piante e animali che resistono alle malattie e si adattano alle condizioni del luogo;
  • L’allevamento degli animali a stabulazione libera, all’aperto e nutrendoli con foraggio biologico;
  • L’utilizzo di pratiche di allevamento appropriate per le differenti specie di bestiame.

Letto 5472 volte Ultima modifica il Martedì, 16 Giugno 2015 23:26
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