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Che vuol dire?

Che vuol dire?

Il dizionario della lingua italiana è costituito da più di 160.000 parole (con quelle tecniche e di ambiti specialistici si sale ad oltre 250.000 parole); una tale ricchezza di contenuti permette di classificare le parole in base a differenti criteri tra cui quello legato alla difficoltà di comprensione. Una parola difficile è un termine particolarmente complicato che mette alla prova la bravura e la cultura di chi tenta di individuarla.

Questa rubrica darà soddisfazione ai tuoi dubbi sulle parole difficili o insolite. Inviaci una richiesta specifica, la risposta sarà pubblicata.

La cultura a portata di mano

Doglianza

(Dal latino: dolere = provar dolore)
L’atto del dolersi, lamento, rimostranza; esprimere, fare le proprie doglianze sul conto di qualcuno; le d. degli utenti sul cattivo funzionamento di un servizio.
È termine d’uso corrente nel linguaggio giuridico specialmente per indicare le rimostranze mosse, contro le precedenti decisioni giudiziali, da chi propone appello o ricorso (è, in pratica, il contenuto del motivo d’appello).

una orditura di fili di lana

Ordìre

Verbo transitivo

Etimologia

Il termine ordìre deriva dal latino: ordīri/ōrdo = "ordine".

Significato
  1. Ordiìre in generale è sinonimo di intrecciare. Lavorare a intreccio.
  2. Nella tessitura ordìre è l'operazione di disporre su un telaio i fili dell'ordito (orditura).
  3. In edilizia ordìre è l'operazione di disporre l’insieme degli elementi portanti di un solaio o di un tetto; in particolare: grossa orditura, piccola orditura, l’insieme, rispettivamente, delle travi principali e di quelle secondarie di sostegno del manto di copertura dei tetti.
  4. In marina ordìre la cima tra due taglie è l'operazione per passarla da un bozzello all'altro per formare potenza, un paranco.
  5. In senso figurato ordìre è sinonimo di preparare e organizzare in segreto qlalcosa di illecito, o comunque di dannoso per altri: ordire una congiura, un attacco improvviso, un colpo di stato.
  6. In letteratura ordìre è sinonimo di disporre, apprestare. Abbozzare.
Della stessa radice

Orditura alla lombarda, orditura alla piemontese, sono tipi di disposizioni delle travature principali dei tetti: nel primo le travi sono disposte parallelamente alla trave di colmo e sono dette arcarecci o terzere o correnti; nell’altro sono disposte secondo le linee di massima pendenza delle falde e sono dette falsi puntoni; in entrambi i casi la piccola orditura è costituita da travicelli posti ortogonalmente rispetto alla grossa orditura, sui quali sono fissati i listelli che sorreggono le tegole.

uno schemaPerequazione compensativa urbanistica.

Perequare

Verbo transitivo

Etimologia

Il termine perequare deriva dal latino: peraequare = "uguagliare"; derivato di aequus = "equo", "uguale".

Significato
  1. Perequare nel linguaggio amministrativo, indica ripartire equamente, distribuire con maggiore equità, in modo da eliminare disparità e appunto sperequazioni: perequare gli stipendi, i salari, le pensioni, i carichi fiscali eccetera.
  2. Perequare nel linguaggio finanziario, indica operarne la stabilizzazione: perequare i cambi, la moneta.
  3. Perequare in matematica statistica, indica applicare il procedimento di perequazione a una serie di dati statistici. 
Della stessa radice
  1. La perequazione in statistica è l'operazione con la quale si modificano i dati relativi a un certo fenomeno, in modo da eliminare, per quanto possibile, gli errori o certe irregolarità.
  2. Il termine perequazione viene usato nel diritto pensionistico per indicare un atto o un'azione che abbia lo scopo di eliminare le discriminazioni o sanare eventuali svantaggi subiti.
  3. La perequazione in urbanistica è il principio "la cui applicazione tende ad ottenere due effetti concomitanti e speculari: la giustizia distributiva nei confronti dei proprietari dei suoli chiamati ad usi urbani, e la formazione di, senza esproprie spese, un patrimonio pubblico di aree al servizio della collettività" (S. Pompei, Il piano regolatore perequativo, Milano, 1998)
    La perequazione non va confusa con la compensazione, attraverso la quale si concedono diritti edificatori a fronte della gratuita cessione di terreni privati per la costruzione di opere pubbliche o della realizzazione di opere di urbanizzazione.
    Con una certa approssimazione, dovuta alla varietà della terminologia impiegata dai contributi scientifici e dai legislatori regionali, si può ritenere perequativo il piano urbanistico nel quale ricorrano questi due elementi:
    Omogenea attribuzione dei diritti edificatori tra i proprietari (a prescindere quindi dall'eventuale edificabilità dell'area); Possibilità di trasferire i diritti edificatori da un'area ad un'altra.
Tipologie di perequazione urbanistica

A seconda dell'area del territorio comunale interessata dal meccanismo perequativo si può avere:

  1. Perequazione urbanistica di comparto, che avendo come finalità la realizzazione di quanto previsto nel piano urbanistico, permette ai proprietari di territori di accordarsi tra di loro riguardo alla concentrazione di volumetrie all'interno di una determinata area, in modo tale da non creare svantaggi per alcuno;
  2. Perequazione urbanistica estesa, che nell'ambito della realizzazione di quanto previsto nel piano urbanistico, dà la possibilità ai proprietari di determinate aree di realizzare su alcuni lotti una concentrazione delle volumetrie e nel contempo, negli altri, la realizzazione di opere di interesse collettivo.

una foto di Dario Fo in una performance imita le figure di donna nuda di un quadro che hanno posizioni strane

Sghémbo

Aggettivo

Etimologia

Il termine sghémbo deriva dal latino: sclìmbus = "obliquo".

Significato
  1. Sghémbo è sinonimo di non perpendicolare al piano, storto, obliquo, che cammina storto. Che presenta un andamento obliquo, spesso con un'inclinazione irregolare o storta: muro sghembo; anche come avverbio: 

    camminare sghimbescio.

  2. In geometria curve e linee sghémbe, sono curve o linee dello spazio non contenute in un piano.

una serie di colori a forma circolare piena di motivi speculari

Caleidoscopio

Il termine caleidoscopio deriva dal gal greco ed è composto da tre parole, kalòs = "bello", èidos = "figura", "forma" e skopèo = "io guardo".

Significato

Apparecchio ottico ideato da D. Brewste, realizzato con due o più specchietti disposti ad angolo entro a un tubo, dove sono immessi alla rinfusa piccoli oggetti colorati: le riflessioni multiple formano immagini spesso simmetriche che mutano in modo imprevedibile e variabile a ogni movimento. E' uno spettacolare susseguirsi di luci, colori, immagini, figure.

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