Un operaio sta scaricando pink slime dalla separatrice meccanica.
Pink Slime
Inglese - pronuncia: pink slaim.
Etimologia
Composto da pink = rosa + slime = melma - letteralmente "melma rosa".
Significato
Pink Slime è il nuovo scandalo alimentare made in USA la base dello junk food. Inventato negli Stati Uniti (uno tra i principali consumatori di carne bovina al mondo) il pink slime è un additivo, usato per aumentare il volume della carne macinata negli hamburger, wurstel, kebab, cotolette, salsicce, ripieni di tortellini e di ravioli, chicken nuggets, salami, che quindi risultano tutti fatti con gli scarti della carne derivata da altri processi produttivi.
Il caso scoppia per mezzo dell'emittente televisiva ABC News che ha reso noto ai consumatori americani che il 70% della carne macinata venduta negli States contiene Pink slime a loro insaputa, visto che le leggi permettono di scrivere "100% carne bovina" sulle confezioni anche quando il prodotto è costituito per il 15% da questa poltiglia fatta anche di cartilagini, tendini e altri tessuti connettivi, triturati molto finemente, separati dal grasso in presse ad alta pressione, fino a 200 atmosfere, irrorati poi con ammoniaca per evitare il problema dei batteri, "conditi con degli aromi artificiali" e, infine, congelati.
Il Pink slime, prodotto principalmente dall'azienda Beef Product Inc. (Bpi), viene poi venduto all'ingrosso ai maggiori produttori di carne americani. È bene precisare che è un prodotto che non viene esportato in altri continenti. Ma in USA è diventato un problema perché è tutto regolare, per il ministero dell'Agricoltura statunitense nel 2001 il prodotto disinfettato con ammoniaca infatti è commestibile anche per gli esseri umani.
Avete mai sentito parlare di "carne separata meccanicamente"? È un termine poco noto ai consumatori, anche se usato da diverse aziende purtroppo italiane, presente nelle etichette di moltissimi prodotti realizzati e venduti nel Bel Paese e tradotto dall'inglese Mechanically separated meat (MSM). Beh, indovinate un po', questa dicitura non definisce altro che il pink slime. Sempre lui.
Basta fare un giro in un supermercato per rendersene conto: sono tantissimi i prodotti con questa dicitura in etichetta, dai wurstel ai cordon bleu, passando per spinacine, salumi, ripieni di tortellini e ravioli e zuppe disidratate.
C'è però una differenza, spiega l'Aduc in una nota: "da noi la lavorazione degli scarti della macellazione è un fatto abituale. Anche qui si usano i resti come in Usa, ma in tutta l'Ue è vietato disinfettare la carne con sostanze chimiche".
Sono anni però che la Commissione Europea sta preparando una legge alimentare più severa e da dicembre 2011 è in vigore un nuovo obbligo di etichettatura, che però sarà vincolante solo fra due e tre anni.
Esso contempla tra l'altro l'indicazione obbligatoria del luogo di provenienza per tutta la carne (finora valeva solo per quella bovina) e scritte sulle confezioni di una certa grandezza. È invece ancora in fase di studio una definizione univoca di carne separata meccanicamente
spiega l'Associazione di Consumatori.
Insomma da noi è un po' più sana ma sempre proveniente da scarti di altre lavorazioni, quindi voi che schifate la nota catena di fast food che in Italia utilizza solo carne vera proveniente dai più importanti produttori nazionali meditate! Il pink slime è al supermercato e probabilmente nei vostri piatti!