Detti latini
Nel passato conoscere le risposte era prerogativa di Saggi e Iniziati, rigorosamente vincolati al segreto, eppure esiste un filo d'oro che collega tutte le civiltà e che ha permesso di portare fino ai tempi attuali gli insegnamenti dell'antica Saggezza, che comprendono le risposte alle domande primordiali che ogni uomo che comincia a sollevarsi dalla massa bruta, si pone nel suo intimo più profondo: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?
Intere scuole di filosofia hanno tentato, e ancora lo fanno, di proporre risposte, varie e articolate come le differenze di carattere degli uomini, noi tenteremo di trasmetterle in questa rubrica.
Virgilio
Ab imo pectore
Dal profondo del cuore
Questa locuzione era molto diffusa tra i poeti latini e per lo più era usata per esprimere sdegno, ira oppure amore e passione.
Fedro
Totam aeque vitam miscet dolor et gaudium
La vita è un giusto miscuglio di dolori e di gioie
E’ una sapienza semplice e spicciola che abbiamo sentito citare migliaia di volte, ma sempre attuale.
Col passare degli anni e in particolare da vecchi, scopriremo essere tutto ciò che ci rimane se non il bagaglio della nostra esperienza.
L’apprezzamento della vita, suscita il desiderio del bene, ci stimola alla fiducia e alla speranza
Locuzione latina
Vis comica
La forza comica
È questa un'espressione entrata nell'uso a indicare in generale la comicità, o di una situazione, o di un personaggio, o di un autore. Spirito umoristico particolarmente intenso e vivace.
Plauto
Oleum et operam perdidi
Ci ho rimesso l'olio e la fatica!
Si dice di lavori lunghi e faticosi che non ottengono il risultato sperato, che ci lasciano cioè a mani vuote col danno e le beffe.
Cicerone
Otium cum dignitate
Nobile indolenza
Con questa espressione Cicerone cerca di autoconvincersi che questo trascorrere il tempo in attività amene sia l’ideale del cittadino romano ritiratosi dalla vita pubblica. Anche in questa occasione il famoso oratore parla di sé stesso. Esautorato da Cesare da ogni carica si comporta come la volpe con l'uva, definendo "otium cum dignitate" il lavoro svolto durante questa forzata inattività politica, per comporre le Tusculanae disputationes.