L’Italia, quindi, è anche al di sopra della media europea, che nel suo insieme raggiunge il sesto posto. Le 15 le economie prese in considerazione dall’ACEEE costituiscono il 78% del consumo di energia domestica mondiale, spiega il Rapporto, nonché il 63% del consumo globale di energia e il 62% delle emissioni totali di anidride carbonica in atmosfera.
Lo studio ha assegnato una serie di punti ad ogni Paese in oltre 25 categorie. Le categorie fanno riferimento a 4 temi principali, ritenuti i punti-chiave per il consumo di energia: politiche nazionali, edifici, industria, trasporti.
Per ogni tema, sono state prese in considerazione sia le scelte politiche in fatto di risparmio energetico ed efficienza energetica, sia le performance raggiunte. Ad esempio, si è valutata la presenza di un piano (e di un target) di risparmio energetico a livello nazionale, di standard di consumo dei veicoli in circolazione (sia pubblici che privati) e di parametri di efficienza energetica per gli apparecchi elettrici ed elettronici. Per valutare le performance raggiunte, invece, sono stati presi come parametri la quantità di energia consumata ad uso domestico in ogni Stato, i chilometri percorsi in media dai cittadini con auto private e l’energia consumata negli edifici residenziali.
Lo studio rappresenta, insomma, “un’affascinante collezione di buone pratiche, mette in luce le innovazioni e le scelte che possono accelerare la crescita economica, garantire la sicurezza energetica e risparmiare soldi privati e pubblici”, ha detto il ministro dell’Energia e Cambiamenti Climatici britannico, Edward Davey, chiamato a commentare il primo posto del suo Paese. “L’efficienza energetica è il cuore delle nostre politiche”, ha dichiarato Davey alla stampa.
Secondo l’ACEEE, gli Stati Uniti si guadagnano un magro nono posto a causa degli “sforzi scarsi e limitati adottati a livello nazionale in tema di efficienza energetica”. Il Rapporto sottolinea il fatto che gli Stati Uniti difficilmente in futuro saranno competitivi in un’economia globale “se continueranno a sprecare soldi ed energia”.
Per quanto riguarda il nostro Paese, l’Italia ha raggiunto il punteggio massimo (corrispondente ad 1) nel settore “trasporti”. Bene anche l’industria (punteggio pari a 2). Male, però, per quanto riguarda le politiche energetiche nazionali (5 punti) e, soprattutto, l’efficienza energetica negli edifici residenziali (7 punti).
Analizzando nei dettagli il tema dei “trasporti”, si vede che l’ottimo punteggio ottenuto dall’Italia non è dovuto all’utilizzo massiccio di biciclette o dei mezzi pubblici (dove, invece, il punteggio è minimo), ma è dovuto al nostro parco auto - rinnovato grazie agli incentivi per l’acquisto di auto nuove, quindi, e meno inquinanti – e ai limiti d’accesso per i veicoli inquinanti nelle grandi città italiane.
Nonostante i risultati positivi raggiunti dall’Italia, il Rapporto ACEEE ci ricorda che i passi da compiere in direzione del risparmio e dell’efficienza energetica restano molti, soprattutto per quanto riguarda l’elevato consumo energetico nelle abitazioni e negli edifici italiani in genere.